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Amianto ancora sotto accusa
A distanza di anni dalle esposizioni all'amianto di molti lavoratori, le controversie legali sui risarcimenti e sulle attribuzioni delle responsabilità sono ancora numerose e tuttora in corso.
Per una di queste controversie, è fallito in questi giorni il tentativo di riconciliazione, organizzato dalla Direzione provinciale del lavoro di Treviso, tra l'azienda e il legale che rappresenta le famiglie dei lavoratori deceduti.
I fatti si riferiscono a cinque ex operai della Fervet di Castelfranco Veneto deceduti per l'amianto respirato durante i lavori di ristrutturazione di alcuni vagoni ferroviari. Questi lavori, infatti, erano stati svolti senza le adeguate protezioni fino al 1983 quando è entrata in funzione una sala per il trattamento dell'amianto, perfezionata nel 1985.
Agli operai, morti tra il '90 e il '97 per mesotelioma pleurico o per un carcinoma al polmone, sono state già riconosciute dall'Inail le malattie professionali causate dall'esposizione all'amianto ed è stato pagato l'indennizzo.
Ora, dopo l'infruttuosa trattativa extragiudiziale, l'Associazione esposti amianto ha fatto partire la denuncia alla Procura della Repubblica di Treviso contro l'ex datore di lavoro, per danno biologico morale .
La parola passa quindi al tribunale.
Nella memoria depositata in Procura, l'avvocato difensore dell'associazione ha ribadito che ''ai fini della configurabilità della colpa non è necessario che l'agente preveda lo specifico evento lesivo, poi realizzatosi, ma è sufficiente che fosse prevedibile che l'indiscriminata esposizione alla polvere di amianto nella lavorazione di tale sostanza comportava alti rischi di contrarre l'asbestosi''.
Per una di queste controversie, è fallito in questi giorni il tentativo di riconciliazione, organizzato dalla Direzione provinciale del lavoro di Treviso, tra l'azienda e il legale che rappresenta le famiglie dei lavoratori deceduti.
I fatti si riferiscono a cinque ex operai della Fervet di Castelfranco Veneto deceduti per l'amianto respirato durante i lavori di ristrutturazione di alcuni vagoni ferroviari. Questi lavori, infatti, erano stati svolti senza le adeguate protezioni fino al 1983 quando è entrata in funzione una sala per il trattamento dell'amianto, perfezionata nel 1985.
Agli operai, morti tra il '90 e il '97 per mesotelioma pleurico o per un carcinoma al polmone, sono state già riconosciute dall'Inail le malattie professionali causate dall'esposizione all'amianto ed è stato pagato l'indennizzo.
Ora, dopo l'infruttuosa trattativa extragiudiziale, l'Associazione esposti amianto ha fatto partire la denuncia alla Procura della Repubblica di Treviso contro l'ex datore di lavoro, per danno biologico morale .
La parola passa quindi al tribunale.
Nella memoria depositata in Procura, l'avvocato difensore dell'associazione ha ribadito che ''ai fini della configurabilità della colpa non è necessario che l'agente preveda lo specifico evento lesivo, poi realizzatosi, ma è sufficiente che fosse prevedibile che l'indiscriminata esposizione alla polvere di amianto nella lavorazione di tale sostanza comportava alti rischi di contrarre l'asbestosi''.
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