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Bio-ritmo, una metodologia per la valutazione del rischio biologico
Roma, 6 Ott – Come segnalato in diversi articoli del nostro giornale, anche precedenti alla pandemia da Covid-19 e ai problemi connessi a questa particolare tipologia di rischio, il personale delle strutture sanitarie è particolarmente esposto ai rischi biologici. E questo chiaramente vale anche per gli ospedali in cui l’attività svolta rappresenta una “realtà molto articolata e complessa”.
E se la valutazione del rischio biologico è chiaramente un obbligo di legge, ad oggi “non risulta disponibile alcun indirizzo metodologico di riferimento per uniformare le strategie di valutazione”. Questo, almeno in parte, “è dovuto a difficoltà oggettive nell’applicazione della normativa conseguenti alle caratteristiche intrinseche del pericolo biologico, rappresentato da organismi viventi, dall’indisponibilità di relazioni dose-effetto e dall’interazione complessa tra agente biologico-ospite recettivo e ambiente in cui si verifica l’esposizione”.
E anche la diffusione, a livello nazionale che internazionale, di linee guida, buone prassi e indicazioni operative sconta, come sopra evidenziato, “l’assenza di uno standard di riferimento e ciò comporta difformità nella procedura di valutazione del rischio e limita la possibilità di comparazione dei risultati tra strutture ospedaliere/servizi sanitari omologhi”.
A raccontare queste criticità e a fornire utili indicazioni per l’utilizzo di uno specifico metodo di valutazione del rischio biologico è un recente un documento Inail - dal titolo “BIO-RITMO ospedali. Metodologia per la valutazione del rischio biologico” - realizzato dalla Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza (CTSS) dell’Inail, curato da Raffaella Giovinazzo, Elena Guerrera, Daniela Sarto e scritto da D. Sarto, R. Giovinazzo, S. Fiaccabrino, A. Gambelunghe, M. Cannizzo, C. Mazza, V. Burani e E. Guerrera.

Il documento, elaborato in collaborazione con Azienda USL e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e Azienda Ospedaliera di Perugia – Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia, descrive la procedura BIO-RITMO validata nella sua versione “Ospedali” presso le Strutture ospedaliere di Ferrara e di Perugia e i risultati della sperimentazione condotta.
Nell’articolo di presentazione dell’aggiornamento ci soffermiamo sui seguenti argomenti:
- Il rischio biologico nel contesto sanitario e la sperimentazione
- Il rischio biologico nel contesto sanitario e il metodo BIO-RITMO
- L’indice del documento Inail
Il rischio biologico nel contesto sanitario e la sperimentazione
Nell’introduzione si indica che, in assenza di uno standard di riferimento, risulta difficile disporre di “banche dati omogenee che consentano l’approfondimento del rischio biologico e l’analisi della casistica di infortuni a scopo preventivo” (il documento ricorda che in ambito assicurativo Inail, le patologie conseguenti ad esposizione ad agenti biologici sono inquadrate e trattate come “infortuni”).
Fatta questa premessa nel 2023 l’Inail ha sottoscritto Accordi con l’Azienda USL e con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e l’Azienda ospedaliera di Perugia – Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia – con l’obiettivo di “approfondire gli aspetti peculiari del rischio biologico nel contesto sanitario delle Aziende e sviluppare un percorso metodologico uniforme di valutazione del rischio biologico in ambienti sanitari ospedalieri e territoriali, sulla base della metodologia BIO-RITMO realizzata da Inail e dell’esperienza maturata, sperimentandone l’applicazione centrata su tale specifico ambito lavorativo”.
A tal fine si è costituito un gruppo di lavoro composto da “rappresentanti dei Servizi di prevenzione e protezione delle Aziende sanitarie coinvolte (Responsabili del Servizio di Prevenzione e protezione-RSPP e addetti-ASPP), un medico del lavoro ospedaliero e professionisti biologi della Consulenza tecnica per la salute e sicurezza (Ctss) dell’Inail”.
Per conseguire gli obiettivi prefissati, le attività condotte hanno previsto diverse fasi:
- “Esame dell’organigramma e dell’articolazione sul territorio delle Aziende sanitarie di Ferrara e di Perugia;
- Individuazione delle ‘unità-pilota’ ospedaliere (Degenze/Ambulatori/Sale operatorie/ Laboratori) da coinvolgere nell’attività, rappresentative dei diversi possibili scenari e livelli di esposizione a rischio biologico;
- Presso ciascuna unità-pilota, raccolta di dati secondo la Scheda BIO-RITMO inerenti a: attività specifiche svolte, mansioni coinvolte, organizzazione del lavoro, (durata del turno di lavoro, tipologia e frequenza di svolgimento delle attività a rischio biologico, tipologia e “quantità” delle potenziali fonti di rischio presenti, modalità di esposizione, ecc.);
- Contestualizzazione e adeguamento della procedura BIO-RITMO alle attività ospedaliere in esame;
- Inserimento nell’algoritmo di calcolo del livello di rischio dei dati utili alla valutazione;
- Comparazione dei risultati tra unità-pilota omologhe delle Aziende sanitarie di Ferrara e di Perugia, anche alla luce dei risultati della pregressa valutazione del rischio biologico aziendale.
Il rischio biologico nel contesto sanitario e il metodo BIO-RITMO
Nella premessa del documento si indica che con “BIO-RITMO” si intende un “metodo di valutazione del rischio biologico elaborato dall’Inail e dall’Agenzia Regionale per l’Ambiente Ligure (Arpa) per le attività specifiche dell’Agenzia e, successivamente, applicato ad altre attività di lavoro”.
Obiettivo del metodo è quello di “fornire ai datori di lavoro e a quanti sono coinvolti nelle attività di valutazione dei rischi professionali uno strumento omogeneo, agevole e oggettivo, che consenta la comparabilità dei risultati della valutazione in ottica di miglioramento continuo delle condizioni di salute e sicurezza e favorisca l’individuazione e la pianificazione temporale degli interventi migliorativi da attuare secondo una scala di priorità, a tutela dei lavoratori esposti al rischio biologico”.
In particolare, in ambito sanitario, si segnala che la metodologia è stata “validata per le attività svolte dal personale sanitario Inail che opera negli Ambulatori “Prime cure” (medici, infermieri, tecnici-radiologi, ecc.), presenti in diverse Sedi dislocate sul territorio nazionale”.
E si è arrivati all’esigenza di estendere a tale ambito la sperimentazione del metodo BIO-RITMO in considerazione delle difficoltà che sono state riscontrate dai “datori di lavoro e dai servizi di prevenzione e protezione interni all’Istituto nel far fronte agli obblighi normativi” derivanti dal Titolo X (Esposizione ad agenti biologici) e X-bis (Protezione dalle ferite da taglio e da punta nel settore ospedaliero e sanitario) del d.lgs. n. 81/2008 e smi. Obblighi normativi connessi ad attività di lavoro “caratterizzate da una molteplicità di scenari espositivi a fonti di rischio peculiari (lavoratori tecnopatici e infortunati) e da una varietà di prestazioni medico-specialistiche erogate (medicina legale, medicina del lavoro, chirurgia, dermatologia, ortopedia, oculistica, otorino, neurologia, etc.)”.
L’indice del documento Inail
Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del documento Inail CTSS “Bio-ritmo ospedali. Metodologia per la valutazione del rischio biologico” e ne riportiamo l’indice.
PREMESSA
1. INTRODUZIONE
2. IL RISCHIO BIOLOGICO NELLE STRUTTURE OSPEDALIERE
3. IL METODO BIO-RITMO
4. APPLICAZIONE NEL CONTESTO OSPEDALIERO
5. LA SCHEDA RACCOLTA DATI “BIO-RITMO” - VERSIONE OSPEDALI
6. RISULTATI
7. CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
Segnaliamo che la procedura BIO-RITMO, oggetto di varie pubblicazioni, è disponibile “anche in versione informatica, fruibile liberamente e gratuitamente nella sezione dei Servizi Online del portale Inail, che consente di salvare in file pdf, scaricare e stampare i dati inseriti dall’utente e i risultati della valutazione del rischio”.
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza, “ Bio-ritmo ospedali. Metodologia per la valutazione del rischio biologico”, a cura di Raffaella Giovinazzo, Elena Guerrera, Daniela Sarto e scritto da D. Sarto (Inail Liguria, CTSS), R. Giovinazzo (Inail, CTSS centrale), S. Fiaccabrino (già UOC Servizio Prevenzione e Protezione Provinciale, AUSL AOU di Ferrara), A. Gambelunghe (già Sezione di Medicina del Lavoro, Malattie Respiratorie e Tossicologia Professionale e Ambientale-Università degli Studi di Perugia), M. Cannizzo (già Servizio di Prevenzione e Protezione, Azienda Ospedaliera di Perugia), C. Mazza (UOC Servizio Prevenzione e Protezione Provinciale, AUSL AOU di Ferrara), V. Burani (Servizio di Prevenzione e Protezione, Azienda Ospedaliera di Perugia) e E. Guerrera (Inail, Umbria, CTSS), documento realizzato in collaborazione con Azienda USL e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e Azienda Ospedaliera di Perugia – Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia - collana Salute e Sicurezza, edizione 2025 (formato PDF, 1.49 MB).
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