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Elettrosmog: notizie ancora contraddittorie sui possibili danni alla salute

Da venerdì della scorsa settimana è operativa la legge quadro sull'inquinamento elettromagnetico. Entro due mesi il Governo dovrà emanare i decreti attuativi e le Regioni potranno stabilire i criteri per individuare i siti, regolamentare le autorizzazioni e raggiungere gli obiettivi previsti dalla legge nazionale.

In Lombardia, in particolare, gli impianti per la telefonia cellulare e per le trasmissioni radiotelevisive sono aumentate notevolmente negli ultimi anni e la massima concentrazione è proprio in provincia di Milano dove sono presenti ben 1039 siti.

Per tutelare i cittadini lombardi dall'elettrosmog sarà fondamentale fissare opportunamente il limite di esposizione ai campi elettromagnetici. Attualmente le emissioni non possono superare i 5 volt per metro, ma le amministrazioni comunali potrebbero seguire linee più restrittive. Secondo il consigliere regionale dei Verdi, Carlo Monguzzi, infatti, il limite dovrebbe essere fissato a 3 volt per metro.

Molto importante sarà anche l'approfondimento delle conoscenze scientifiche.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea che non vi sono legami stretti tra questi campi elettromagnetici e le cause del cancro. Anche i recenti studi, condotti sull'intera popolazione della Danimarca, escludono un aumento del rischio di tumori al cervello per chi usa i telefoni cellulari.
In Italia, invece, nelle aree adiacenti ai ripetitori di Radio Vaticana si è osservato un incremento dei casi di leucemia infantile. In base ai dati parziali, forniti da un'indagine dell'Agenzia per la Sanità del Lazio, l'incidenza di leucemie infantili in quest'area sarebbe sei volte superiore alla media di Roma.
Il processo a Radio Vaticana, apertosi l'altro ieri è stato, però, subito rinviato: le citazioni non erano state notificate. L'emittente, inoltre, non riconosce la giurisdizione della magistratura italiana.

E' di questi giorni anche la notizia relativa all'avviso di garanzia inviato ai vertici dell'Enel.
Il presidente e altri due dirigenti del gruppo elettrico sarebbero indagati per i campi elettromagnetici, generati dalle linee ad alta tensione del comune di Torino e di alcuni comuni adiacenti.
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