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La variabilità della prestazione per migliorare la sicurezza sul lavoro

La variabilità della prestazione per migliorare la sicurezza sul lavoro

Autore: Ufficio Stampa

Categoria: PUBBLIREDAZIONALE

24/10/2019

Metodi e strumenti per migliorare la gestione della sicurezza sul lavoro basandosi su tutto ciò che accade in condizioni di normalità, in assenza di incidenti e infortuni, anziché concentrarsi solo sugli eventi negativi.

Come possiamo utilizzare concretamente le nuove conoscenze in ambito neuroscientifico e i nuovi paradigmi del safety management per migliorare l’efficacia della gestione della sicurezza a vantaggio dei lavoratori?

 

Possiamo unire i risultati di diversi ambiti di competenza per sviluppare metodi e strumenti che possano concretamente essere utilizzati nella pratica di ogni giorno?

 

Nella variabilità della prestazione risiedono le risorse per migliorare la gestione della sicurezza sul lavoro basandosi non soltanto su ciò che va male bensì avvalendosi di tutto ciò che accade in condizioni di normalità, in assenza di incidenti e infortuni.

 

“Variabilità della prestazione” significa mettersi nelle condizioni di imparare dalla capacità di adattamento del sistema e utilizzare quanto appreso per creare nuovi strumenti o migliorare quelli in essere, dalle istruzioni operative alle verifiche in campo, dalle osservazioni comportamentali alla formazione e alle barriere di sicurezza in genere.

 

Per ottenere questo risultato bisogna superare l’ostacolo riguardante la numerosità delle occorrenze da considerare: se, infatti, gli episodi negativi (incidenti, infortuni ecc.) sono relativamente pochi, gli eventi non negativi sono moltissimi e gestirli è certamente complesso.

 

Nel volume di Wolters KluwerLa variabilità della prestazione per migliorare la sicurezza sul lavoro. Metodi e strumenti. Il Performance Variability Model”, a firma di Antonio Zuliani e Domenico Santoro, si spiega nel dettaglio come fare e si forniscono gli strumenti e le applicazioni in tre campi esemplificativi:

  • l’analisi degli episodi incidentali;
  • l’osservazione comportamentale di sicurezza;
  • la formazione dei conducenti ai fini della sicurezza dei trasporti.

 

Tutto questo è basato sull’applicazione del Performance Variability Model, il modello per inquadrare tutto ciò che si presenta diverso dall’output atteso, per dare contezza degli errori e delle violazioni che caratterizzano l’attività di lavoro visti come una grande opportunità e non più come un problema da risolvere. Questo si fonda a sua volta sulla conoscenza delle dinamiche che caratterizzano il funzionamento del nostro cervello trattate diffusamente nei capitoli dedicati a supportare il lavoro del responsabile della gestione della sicurezza e dei manager operativi i quali, tutti insieme e con il reale coinvolgimento attivo dell’organizzazione cui appartengono, avranno numerose nuove armi per combattere incidenti e infortuni.

 

APPROFONDISCI QUI

 

 


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