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Il fit test e le responsabilità del fit tester

Il fit test e le responsabilità del fit tester

Autore: Ufficio Stampa

Categoria: PUBBLIREDAZIONALE

10/07/2024

Dalla ISO 16975 alla normativa in Italia: quali requisiti deve possedere un operatore per poter svolgere i fit test correttamente? A chi si deve affidare il datore di lavoro per accertarsi della corretta tenuta degli APVR assegnati ai propri lavoratori?

Il fit test, o prova di adattabilità, divenuto obbligatorio a seguito della legge 215/2021 che modifica l’art. 79 del D.Lgs. 81/08 è una parte essenziale di quello che viene definito Programma di Gestione delle Vie Respiratorie definito dalla ISO 16975 e recepito in Italia dalla UNI 11719.

 

Negli Stati Uniti, il fit test è obbligatorio dal 1998. La regolamentazione che ha introdotto questo obbligo è l'Occupational Safety and Health Administration (OSHA) Respiratory Protection Standard, noto anche come 29 CFR 1910.134 mentre in Inghilterra, questa prova è obbligatoria dal 2002, quando è stato introdotto il regolamento sulla protezione delle vie respiratorie (Respiratory Protective Equipment, RPE) come parte delle norme di salute e sicurezza sul lavoro. Il regolamento è supervisionato dall'Health and Safety Executive (HSE), che è l'ente governativo responsabile della regolamentazione della salute, della sicurezza e del benessere sul lavoro nel Regno Unito.

 

Lo scopo della prova di adattabilità è quello di definire il modello e taglia di un apparecchio di protezione delle vie respiratorie che meglio si adatta al viso del singolo portatore così da potergli garantire una corretta tenuta. È infatti stato dimostrato che la fisionomia del visto può causare perdite più o meno importanti verso l’interno del respiratore ed è quindi necessario valutare questo aspetto nell’ambito della salute professionale.

 

In paesi e aziende dove la cultura della sicurezza è forte, il fit test è visto come una parte essenziale ed integrante delle pratiche di sicurezza sul lavoro.


 

La normativa prevede 3 diversi metodi di prova: il metodo qualitativo che si basa sulla percezione soggettiva del soggetto del test nei confronti di una sostanza di prova, il metodo quantitativo della pressione negativa (CNP) che si basa sulla rilevazione di microperdite d’aria verso l’interno, in un respiratore mantenuto a tenuta con pressione costante al suo interno, e quello quantitativo basato sul conteggio delle particelle il cui principio si basa sul calcolo del rapporto tra particelle ambientali e particelle presenti all’interno del dispositivo. Ciascun metodo elencato presenta vantaggi e svantaggi che il datore di lavoro deve prendere in considerazione con il supporto del fit tester il quale può consigliare alternative valide in caso di prove negative. La periodicità dell'esecuzione del fit test deve essere stabilita dal responsabile del programma di protezione delle vie respiratorie e deve essere almeno triennale. La prova deve comunque essere ripetuta qualora cambi l'APVR o avvengano significative variazioni della fisionomia del volto del portatore (per esempio, a seguito di intervento chirurgico, di importanti variazioni di peso).

 

Analizzando la definizione di persona competente contenuta nel D.Lgs. 81/2008, ossia una persona in possesso di un titolo di studio o di una qualifica professionale adeguata, nonché di conoscenze ed esperienza specifiche, risulta fondamentale che il datore di lavoro affidi l’esecuzione delle prove a personale qualificato. I fit tester rivestono un ruolo cruciale nella garanzia della sicurezza e dell'efficacia degli apparecchi di protezione individuale per le vie respiratorie (APVR). Per svolgere al meglio questo compito, devono possedere una serie di competenze specifiche definite all’interno della normativa ISO 16975-3.

 

In primo luogo, è essenziale che gli operatori dimostrino una conoscenza approfondita degli APVR utilizzati per il test di adattamento in tutte le loro componenti. Devono essere pienamente consapevoli delle caratteristiche e delle funzioni di questi dispositivi, comprendendo come essi vengono utilizzati da personale sul posto di lavoro. Oltre alla conoscenza di questi dispositivi, gli operatori devono essere in grado di mettere in pratica il metodo scelto per la prova previsto dal programma di gestione degli APVR, e saper applicare correttamente i protocolli, garantendo quindi che ogni test sia condotto secondo le procedure stabilite, rispettando gli standard richiesti.

 

La capacità di installare e monitorare l'apparecchiatura soggetta al test di adattamento è un'altra competenza fondamentale in quanto può influire in modo importante l’esito dei test: capita spesso, infatti, che per via di una sonda installata scorrettamente il risultato sia positivo o negativo per motivi non imputabili all’ergonomia del respiratore sul viso della persona, con il rischio di assegnare modello e taglia di un respiratore ad un lavoratore che di fatto non sarà protetto in maniera adeguata.

 

Gli operatori devono essere in grado anche di configurare ed assemblare tutte le attrezzature necessarie per eseguire il test e di assicurarsi che queste funzionino correttamente durante tutto il processo. Naturalmente, eseguire la prova di adattabilità seguendo questi criteri è una delle responsabilità principali degli operatori, garantendo che i risultati siano accurati e affidabili.

 

Risulta vitale (e non è un eufemismo, quando si tratta della vita e salute di altre persone) che gli operatori possiedano la capacità di identificare le probabili cause del fallimento del test di adattamento. Questo richiede un occhio attento ai dettagli e una comprensione approfondita dei vari fattori che possono influenzare il successo del test. Riconoscere e risolvere rapidamente questi problemi è essenziale per preservare la sicurezza degli utilizzatori degli APVR.

 

In Italia, esiste il sistema di accreditamento Fit2Fit che in accordo con BSIF è autorizzata a replicare il programma sul territorio nazionale e a rilasciare gli accreditamenti riconosciuti in Italia, Regno Unito e Belgio. Il processo di valutazione si basa sulla verifica delle conoscenze sia teoriche che pratiche.

 

Per approfondire questi argomenti ed acquisire tutte le competenze teoriche e pratiche necessarie per eseguire la prova di adattabilità è possibile partecipare al corso “FIT TESTER”.

Il corso è suddiviso 4 moduli:

Modulo 1: Corso Fit Tester Metodo qualitativo e quantitativo (CNP + CNC) da 24 ore
dal 8 al 17 ottobre 2024 -  scarica il programma completo

Modulo 2: Corso Fit Tester Metodo qualitativo da 12 ore
8 e 16 ottobre 2024 -  scarica il programma completo

Modulo 3: Corso Fit Tester Metodo quantitativo – CNC da 16  ore
dal 8 al 17 ottobre 2024 -  scarica il programma completo

Modulo 4: Corso Fit Tester Metodo quantitativo – CNP  da 16  ore
dal 8 al 17 ottobre 2024 -  scarica il programma completo

Valido come aggiornamento RSPP, ASPP, formatori area 2, coordinatori, HSE (area tecnica sicurezza sul lavoro) e consulenti AiFOS (ambito sicurezza sul lavoro).

 

Per ulteriori informazioni, contattare:

Davide Faccini - AZ Safe Srl

formazione@az-safe.it - Tel. 03621542118


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