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Energy Manager e la sfida della transizione energetica

Energy Manager e la sfida della transizione energetica

Autore: Ufficio Stampa

Categoria: PUBBLIREDAZIONALE

10/06/2021

Chi è e cosa può fare un Energy Manager? Approfondiamo le caratteristiche di una figura chiave per combattere il cambiamento climatico e guidare le trasformazioni in ambito energetico.

Si parla sempre più frequentemente di risparmio energetico, utilizzo di energie rinnovabili, riscaldamento climatico e transizione energetica. Temi strettamene correlati uno con l’altro che, per essere sviluppati efficacemente nei prossimi anni, richiederanno figure professionali preparate e appositamente formate.

 

In questo contesto si inserisce perfettamente la figura dell’Energy Manager: una professione non nuova che diventerà sempre più centrale nel panorama della transizione energetica che vivremo nel futuro.

 

Chi è l’Energy Manager?

Di “ Energy Manager” si è iniziato a parlare in Italia nel 1991, in seguito alla pubblicazione della Legge 10/91. Il testo della legge introduceva la figura professionale del “tecnico responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia”. Una definizione bellissima e carica di aspettative.

 

Per molti anni questa figura professionale è rimasta nell’ombra, relegata alla semplice comunicazione obbligatoria al FIRE dei consumi annuali in capo ai soggetti obbligati. Solo in alcuni virtuosi casi questi Energy Manager venivano messi nelle condizioni di fare effettivamente la differenza all’interno della propria Organizzazione, essendo investiti di autorità e autonomia di azione.

 

Chi è l’Esperto in Gestione dell’Energia?

Nel 2008 il Decreto Legislativo 115 ha introdotto la figura dell’Esperto in Gestione dell’energia. Nel giro di qualche anno è stata pubblicata la norma di riferimento, la UNI 11339, e sono stati elaborati gli schemi di certificazione. Finalmente, viene predisposta una metodologia per certificare l’esperienza e le conoscenze degli operatori nel settore dell’energia e dell’efficienza. La certificazione e in seguito alcuni obblighi introdotti nel D. Lgs.102/14 hanno dato nuovo impulso alla professione dell’Energy Manager, pur generando confusione per la sovrapposizione dei compiti fra l’uno e l’altro. Oggi si sente parlare di EGE, Energy consultant, Energy Specialist e a volte risulta difficile percepire le differenze fra una e l’altra.

 

Che rapporti ci sono fra EGE ed Energy Manager?

EGE è una qualifica rilasciata a un esperto in energy management, in seguito al superamento di un esame e alla presentazione dei titoli che testimoniamo la sua occupazione continuativa nel settore. La figura dell'Energy Manager e quella dell'esperto in gestione dell'energia possono coincidere oppure no, a seconda dell’esigenza e delle dimensioni dell’Organizzazione.

 

L’Energy Manager, ai sensi della Legge 10/91 art.19, come ben specificato nella Circolare MISE 18 dicembre 2014, si configura come una figura con funzioni di supporto al decisore in merito al miglior utilizzo dell’energia nella struttura di sua competenza. Nelle grandi strutture la figura del Responsabile si configura come una funzione dirigenziale o comunque di livello adeguato allo svolgimento di tale ruolo. Il Responsabile può anche essere un professionista esterno di adeguata esperienza, qualora non sia possibile individuare una figura interna dotata di competenze adeguate o che abbiano sufficiente disponibilità temporale per svolgere al meglio la funzione di gestione razionale dell’energia. Si tratta pertanto di un ruolo che può declinarsi in maniera differente a seconda delle caratteristiche dell’Organizzazione all’interno della quale si troverà ad operare. In realtà molto complesse, l’Energy Manager potrà essere anche una figura tipicamente manageriale supportata da figure tecniche competenti. In realtà medio-piccole, l’energy manager dovrà possedere le competenze, anche tecniche, in grado di permettergli di raggiungere gli obiettivi. In queste situazioni, solitamente, l’Energy Manager è anche un EGE.

 

I principali compiti di un Energy Manager

I compiti di un Energy Manager sono molteplici e spaziano dall’analisi del dato alla proposta di ottimizzazione, passando necessariamente attraverso tutte le fasi intermedie e seguenti come l’analisi tecnico-economica di fattibilità o la gestione del progetto.

Volendo riassumere i capisaldi delle attività che possono essere svolte possiamo affermare che egli si occupa di:

  • Monitorare e verificare i consumi per definire le prestazioni energetiche storiche, attuali e obiettivo, preferibilmente implementando un Sistema di Gestione dell’Energia ISO 50001;
  • Ottimizzare i consumi attraverso la corretta regolazione degli impianti e il loro utilizzo appropriato dal punto di vista energetico;
  • Proporre investimenti migliorativi, possibilmente in grado di migliorare i processi produttivi o le performance dei servizi collegati, anche attraverso contratti di Performance energetica (EPC);
  • Gestire gli acquisti dei vettori energetici;
  • Monitorare la normativa;
  • Valutare l’accesso agli incentivi.

 

Quanti sono gli Energy Manager in Italia?

Al momento, in Italia non ci sono tanti Energy Manager quanti ne servirebbero.

 

Se è vero che l’aumento percentuale delle nomine si attesta sull’11% in sei anni, è anche vero che alcuni soggetti obbligati, come la Pubblica Amministrazione, permangono fortemente inadempienti all’obbligo; sono quindi presenti grandi opportunità non sfruttate in questo comparto.

(fonte: Rapporto sugli energy manager in Italia, FIRE)

 

Come prepararsi alle nuove sfide?

All’interno del Master Energy Manager verranno fornite le informazioni necessarie per avvicinarsi a questa interessante e sfidante professione:

  • Il modulo sui Sistemi di Gestione dell’Energia affronterà metodi e criteri per implementare un SGE conforme alla ISO 50001. Tale Sistema consente alle organizzazioni di definire e sviluppare politiche, obiettivi e strategie relative al consumo energetico e di allocare le risorse necessarie per il conseguimento degli stessi rispettando le disposizioni cogenti in materia energetica.
    L’ottimizzazione della performance ambientale ottenuta grazie alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra assicura il miglioramento dell’immagine ambientale ed un accesso privilegiato al mercato, oltre alla riduzione dei costi energetici. In Italia le imprese e le Pubbliche Amministrazioni con un Sistema di Gestione dell’Energia certificato sotto accreditamento sono 1.269 e registrano negli ultimi due anni un trend di crescita del 49%.
  • Il modulo sulla Diagnosi Energetica mostrerà come redigere un’analisi e un report di Diagnosi, partendo dalla raccolta dei dati per arrivare alle proposte di miglioramento della performance energetica. La Diagnosi energetica è il primo passo per conoscere lo stato di un sistema energetico e le sue possibilità di miglioramento.
  • Il Modulo sul quadro legislativo e normativo fornirà le basi sulle quali costruire la conformità del sistema energetico e gli strumenti per valutare correttezza e affidabilità dei contratti a performance energetica.
  • Il Modulo relativo alle forniture energetiche affronterà il complesso mondo della costruzione del prezzo dell’energia e le diverse tipologie di contratti energetici presenti sul mercato.
  • Il Modulo di efficientamento energetico in ambito industriale si concentrerà sulle nuove tecnologie che permettono di migliorare le performance energetica nella produzione e non solo.
  • Il modulo sui sistemi incentivanti farà conoscere i meccanismi attualmente presenti e i criteri di accesso.


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Rispondi Autore: Cristina - likes: 0
10/06/2021 (06:41:19)
Anche per le utenze domestiche c’è questa figura apparentemente nuova, le bollette sono sempre state un nodo centrale per la tanto decantata i.V.a. Esattamente come i contatori correlati ed i tabulati della registrazione dei c.d. Consumi. Il mercato libero facilità questa tanto decantata transizione e rinnovamento sociale ed economico

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