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I problemi sorgono anche laddove si debbano normare nuove tecnologie i cui effetti non sono ancora noti in tutti i loro aspetti, oppure concetti non ancora pienamente sviluppati. Nel caso della prima edizione della DIN SPEC (relazione tecnica) 67600 “Illuminazione biologicamente efficace – Raccomandazioni per la progettazione”, p. es., vi era il problema che non esistevano ancora nozioni scientifiche sufficientemente fondate sugli effetti non visivi della luce e quindi non era possibile definire raccomandazioni dettagliate per la progettazione. Anche in questo caso, inoltre, si andava a tangere la prevenzione sul lavoro aziendale.Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Vision Zero con o contro la normazione
Pubblichiamo un articolo tratto dalla rivista pubblicata dal KAN (Commissione per la sicurezza sul lavoro e la standardizzazione Tedesco) che presenta "Vision Zero" . Sebbene alcuni riferimenti siano specifici alla legislazione tedesca, i consigli di KAN offrono preziose linee guida per la gestione dei rischi sul lavoro.
Vision Zero con o contro la normazione
La Regola d’oro 5 di Vision Zero riguarda un aspetto cruciale della normazione, che con le sue indicazioni per la progettazione, i requisiti di sicurezza e le procedure di prova, aiuta a ridurre i pericoli, a organizzare efficacemente i sistemi, a progettare macchine e altri mezzi di lavoro in modo sicuro e a testarli in maniera affidabile. Le norme possono anche sostenere la Regola d’oro 2 definendo procedure di prova standardizzate. Queste ultime aiutano i datori di lavoro ad adempiere all’obbligo di identificare e valutare i pericoli presenti sul luogo di lavoro (p. es. vibrazioni) per poi adottare misure di protezione adeguate.
Limiti di Vision Zero e normazione
La Regola d’oro 4 stabilisce che le organizzazioni devono garantire la salute e la sicurezza attraverso una buona organizzazione. La norma ISO 45001 tratta aspetti quali la responsabilità e la funzione di modello del top management, la comunicazione delle misure di prevenzione e la codeterminazione dei rappresentanti dei lavoratori. Questo documento può quindi contribuire alla sicurezza dei luoghi di lavoro e alla prevenzione di malattie e infortuni associati al lavoro. Tuttavia, tocca anche aspetti della prevenzione aziendale che in realtà non rientrano nella sfera di competenza della normazione e devono essere regolamentati a livello nazionale. Nel frattempo il comitato di normazione competente – l’ISO TC 283 per la gestione della prevenzione – ha messo a punto altre norme tra cui l’ISO 45002 sulla gestione della prevenzione nelle piccole e medie imprese, l’ISO 45003 sulla salute mentale sul posto di lavoro e progetti di normazione sugli indicatori relativi alla prevenzione. Queste e altre norme in materia di gestione hanno confermato i timori degli attori tedeschi del settore prevenzione che la norma ISO 45001 non sia che il preludio di ulteriori attività di normazione nel settore della prevenzione aziendale.
Le norme in materia di servizi godono dell’espresso sostegno della Commissione europea e degli organismi di normazione. Il loro scopo è rendere i servizi più facilmente comparabili e agevolare il commercio transfrontaliero. La salute e la sicurezza dei fornitori di servizi sono raramente l’aspetto principale di tali norme, ma sono considerate un criterio di qualità di un servizio anche laddove questo aspetto sia soggetto ad altre norme e regolamenti. Le contraddizioni possono far sì che gli utenti adempiano alla sola norma trascurando invece requisiti legali vincolanti.
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Le norme in materia di servizi godono dell’espresso sostegno della Commissione europea e degli organismi di normazione. Il loro scopo è rendere i servizi più facilmente comparabili e agevolare il commercio transfrontaliero. La salute e la sicurezza dei fornitori di servizi sono raramente l’aspetto principale di tali norme, ma sono considerate un criterio di qualità di un servizio anche laddove questo aspetto sia soggetto ad altre norme e regolamenti. Le contraddizioni possono far sì che gli utenti adempiano alla sola norma trascurando invece requisiti legali vincolanti.
Anche i requisiti in materia di qualifica rilevanti per la sicurezza e che i fornitori di servizi sono chiamati a soddisfare vengono ripetutamente trattati nelle norme, p. es. nell’ambito della costruzione di binari, della manipolazione sicura di sostanze chimiche e biologiche da parte dei disinfestatori o del lavoro dei tatuatori. Tutti questi aspetti rientrano nella prevenzione sul lavoro aziendale, il che porta a chiedersi se il compito della normazione sia davvero questo.
I problemi sorgono anche laddove si debbano normare nuove tecnologie i cui effetti non sono ancora noti in tutti i loro aspetti, oppure concetti non ancora pienamente sviluppati. Nel caso della prima edizione della DIN SPEC (relazione tecnica) 67600 “Illuminazione biologicamente efficace – Raccomandazioni per la progettazione”, p. es., vi era il problema che non esistevano ancora nozioni scientifiche sufficientemente fondate sugli effetti non visivi della luce e quindi non era possibile definire raccomandazioni dettagliate per la progettazione. Anche in questo caso, inoltre, si andava a tangere la prevenzione sul lavoro aziendale.
Le norme contribuiscono in modo più efficace alla Vision Zero quando si concentrano sulla definizione di requisiti verificabili per macchinari, mezzi di lavoro e luoghi di lavoro sicuri. In altri ambiti il settore della prevenzione dovrebbe riconoscere che i limiti della normazione dovrebbero collocarsi là dove essa non offre alcun valore aggiunto, riprende concetti non pienamente sviluppati, impone requisiti eccessivi in materia di gestione o di altro tipo oppure viola le competenze delle autorità di regolamentazione nazionali o internazionali.
VISION ZERO 7 Golden Rules – for zero accidents and healthy work A guide for employers and managers (pdf, 2,9 MB)
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Rispondi Autore: alberto monteverdi - likes: 0 | 18/09/2024 (16:55:03) |
La visione della normazione da parte dell'autrice è sorprendentemente ristretta: vorrebbe confinarla nel campo dei requisiti verificabili senza sconfinamenti nel campo delle misure di prevenzione (sconfinamenti addirittura "temuti"). Considerando che la prevenzione è basata sul comportamento e che esso confluisce nei cosiddetti "sistemi di gestione", l'autrice sembra trascurare l'importanza e gli enormi benefici di precedenti sistemi di gestione: per la qualità, per la tutela dell'ambiente... Risibile infine (almeno in Italia), il rischio che gli operatori adempiano alla sola norma tecnica trascurando i requisiti legali vincolanti! |