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Gli infortuni sul lavoro e le irregolarità e illegalità contrattuali

Gli infortuni sul lavoro e le irregolarità e illegalità contrattuali

Una informativa del Ministro del Lavoro alla Camera dei Deputati si sofferma sulle cause degli infortuni, sulle novità del decreto-legge 146/2021 e sul rapporto tra infortuni sul lavoro e le situazioni di irregolarità e di illegalità contrattuale.

Brescia, 24 Gen – Sottolineando che “sul lavoro e di lavoro si continua a morire nei cantieri edili, nelle fabbriche, nei campi, nei magazzini”, in questi mesi il Governo “ha inteso muoversi con interventi di carattere strutturale e organico, che hanno riportato al centro dell’azione il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, anche cercando di invertire quel senso di rassegnazione, talvolta di accettazione fatalistica che spesso si è registrato in occasione delle morti sul lavoro. Si è trattato di un intervento, che si è sostanziato sia nella modifica e integrazione del tessuto normativo esistente in materia di vigilanza, sia in azioni per un più efficace coordinamento dei livelli istituzionali coinvolti, al fine di evitare la dispersione e la duplicazione delle competenze tra una pluralità di soggetti spesso non dialoganti fra loro”.

E c’è sicuramente “bisogno di tempo, affinché l’intervento operato con il decreto-legge fiscale, da poco convertito in legge, possa dispiegare concretamente i suoi effetti ed essere sottoposto a valutazione”.

 

A ricordare le motivazioni e gli obiettivi del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146 che, insieme alla legge di conversione n. 215 del 17 dicembre 2021, ha modificato sensibilmente il Decreto Legislativo n° 81 del 9 aprile 2008, è il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali in una Informativa che è stata presentata all’Assemblea della Camera dei Deputati il 22 dicembre 2021.

 

Proprio in relazione all’importanza della comprensione delle strategie e delle politiche connesse alle recenti modifiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro, presentiamo oggi l’informativa soffermandoci sui seguenti argomenti:


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Il crollo della gru a Torino e le cause degli infortuni

L’informativa urgente, avvenuta dopo il gravissimo infortunio a Torino causato dal crollo di una gru e che ha portato alla morte di diversi lavoratori e al coinvolgimento anche di alcuni passanti, non poteva che partire dall’infortunio e dai dati relativi agli infortuni.

 

La vicenda di Torino, indica il Ministro, è “emblematica di un modello che purtroppo si riproduce troppo spesso, caratterizzato da una parte da un’articolata catena di subappalti e, dall’altra, da una evidente disaggregazione contrattuale che determina la coesistenza di più contratti collettivi all’interno dello stesso cantiere”. E si indica che “non è una bizzarria sollevare questa questione come ricerca di una omogeneità astratta. Ogni contratto prevede una formazione specifica per un rischio specifico”.

Inoltre a ciò si aggiunge “un fenomeno sempre più frequente di dinamiche competitive tra le categorie delle stesse organizzazioni sindacali che si riflettono in previsioni contrattuali collettive non sempre coerenti. Se a tutto questo si aggiunge anche il fenomeno dei contratti pirata, con implicazioni normative diverse, noi comprendiamo quale è la base di quelle che continuiamo a chiamare secondo me ingiustamente morti bianche perché ormai le responsabilità e le cause le conosciamo”.

 

Si ricorda poi che l’analisi congiunta dei dati di Inail e INL (Ispettorato Nazionale Lavoro) “ci presenta un quadro molto severo”.

Ad esempio si ricorda che, per quanto riguarda gli infortuni mortali, “i dati dei primi 10 mesi dimostrano come il 2021 si stia presentando come un anno particolarmente critico sul fronte delle morti sul lavoro non collegate all’epidemia, soprattutto alla luce dei più numerosi incidenti plurimi denunciati all’Istituto”.

 

Il rapporto tra infortuni e irregolarità e illegalità contrattuali

Si indica poi che “sotto il profilo degli interventi di vigilanza eseguiti dall’inizio del corrente anno fino al 16 dicembre 2021, si registra un volume di accessi pari a 61.995. Nel dettaglio, dall’inizio del 2021 sono stati avviati: 49.467 controlli in materia lavoristica, di legislazione sociale (circa 80% del totale); 12.528 controlli in materia di salute e sicurezza sul lavoro (circa il 20% del totale). L’incremento delle ispezioni rispetto all’anno 2020 è di oltre il 30%, passando dal numero di 15.923 a 20.803 fino al novembre 2021”.

Inoltre nello specifico ambito della vigilanza in materia di salute e sicurezza, “le irregolarità maggiori sono state riscontrate nel settore edilizia, corrispondenti a circa il 68% rispetto al totale delle violazioni accertate in materia prevenzionistica”.

 

Si indica poi che relativamente al settore edile, l’INL ha “promosso una campagna ispettiva straordinaria, in concomitanza con la ripresa dei cantieri dopo la pausa estiva, al fine di intensificare i controlli sia sotto il profilo della prevenzione, sia sotto il profilo del rispetto delle norme a tutela dei rapporti di lavoro, in un’ottica onnicomprensiva per la quale l’osservanza di ciascuno dei due aspetti è funzionale ad un sistema generale di rispetto delle corrette condizioni di lavoro a salvaguardia dei lavoratori. Il 75% delle irregolarità accertate riguarda proprio la materia della salute e sicurezza sul lavoro. Peraltro, merita attenzione la percentuale di irregolarità riscontrata all’esito di questa vigilanza speciale in corso: da essa risulta che oltre 9 imprese edili su 10 non sono regolari”.

 

Più in generale, dai dati incrociati di Inail, INL e Istat, risulta che “l’incidenza degli infortuni sul lavoro è connessa alle situazioni di irregolarità e di illegalità contrattuale. I dati evidenziano, infatti, che il numero maggiore di infortuni, si verifica in imprese di piccole dimensioni che svolgono attività prevalentemente in appalto, e in settori di attività caratterizzati da contenuti professionali non particolarmente elevati. È quindi ipotizzabile che parte degli infortuni sul lavoro sia legata anche alla dinamica del ciclo produttivo, a specifiche condizioni contrattuali e, più in generale, a una scarsa diffusione della cultura della sicurezza”.

Dunque il tema della sicurezza “non può essere disgiunto da quello della regolare costituzione dei rapporti di lavoro, che rappresenta la precondizione necessaria e ineludibile di un lavoro sicuro e dignitoso”.

 

Il decreto-legge 146/2021 e le modifiche al decreto legislativo 81/2008

L’informativa del Ministro ha poi parlato del DL 146/2021, con il quale, innanzitutto, “è stato ampliato il sistema di controllo, con l’estensione delle competenze dell’Ispettorato del lavoro dai cantieri edili a tutti i settori. Abbiamo conferito all’INL lo stesso perimetro di competenze che spetta ai servizi ispettivi delle Asl in materia di vigilanza sulla salute e sicurezza, alle quali, però, nulla è stato sottratto. Per quanto attiene infine al potenziamento degli organici, il raddoppio, quanto meno, delle forze ispettive in campo, grazie al citato decreto-legge, rappresenta un deciso rafforzamento della capacità di azione istituzionale di contrasto alla violazione delle norme di prevenzione e protezione”.

Si evidenzia poi che sta “proseguendo il suo iter la procedura concorsuale finalizzata all’assunzione di nuovi ispettori del lavoro, con la recente approvazione delle graduatorie che consentiranno di incrementare, entro febbraio 2022, la dotazione organica dell’INL con 431 funzionari amministrativi e 900 ispettori ordinari. A questi andranno, poi, a sommarsi ulteriori 1249 unità di personale (di cui 1174 ispettori tecnici, 50 funzionari statistici e 25 funzionari informatici)”.

 

È stato poi “rivitalizzato lo strumento della sospensione dell’attività imprenditoriale per motivi di salute e sicurezza sul lavoro, che si aggiunge allo strumento esistente della prescrizione, attraverso il quale si impongono specifiche misure atte a far cessare il pericolo per la sicurezza o per la salute dei lavoratori durante lo svolgimento della mansione”. E con la recente conversione “è stata anche prevista, ai fini della sospensione per lavoro irregolare, l’ipotesi di personale occupato come lavoratori autonomi occasionali in assenza delle condizioni richieste dalla normativa”.

 

Un altro fondamentale intervento, contenuto nel richiamato decreto, “ha riguardato la qualità degli interventi ispettivi. Attraverso l’attivazione – finalmente dopo oltre 13 anni dal testo unico 81/2008 - del Sistema informativo nazionale (SINP), abbiamo realizzato un maggiore scambio di informazioni tra l'Inail, l'Ispettorato, l'Inps e le Asl in tempo reale. In tal modo il Sistema fornirà dati condivisi anche con lo scopo di programmare e valutare le attività di controllo. Un’apposita sezione del Sistema informativo sarà dedicata alle sanzioni irrogate nell’ambito della vigilanza, allo scopo di ricostruire la storia e l’evoluzione sotto il profilo della sicurezza delle imprese sottoposte a verifiche.”

 

Si indica poi che “un gruppo di lavoro, in collaborazione con l’Ispettorato e INAIL, è attivo presso il Ministero per dare tempestivo seguito all’adozione dei decreti previsti dal d.l. 146/21. Al tempo stesso abbiamo verificato che numerosi dei decreti attuativi del d.lgs 81/2008, ben 26, per di più di contenuto tecnico, non sono stati adottati e il medesimo gruppo sta operando una ricognizione per verificarne l’attualità e colmare le lacune esistenti”.

 

Non meno importanti – continua il Ministro – “sono anche alcuni aspetti promozionali contenuti nel decreto-legge, volti a incentivare la formazione di qualità in materia di sicurezza” e la “previsione dell’equiparazione del datore di lavoro ai dirigenti e ai preposti, nell’obbligo di ricevere una formazione adeguata e specifica e un aggiornamento periodico in base ai compiti svolti in materia di salute e sicurezza del lavoro”.

 

La certificazione delle imprese e la promozione della sicurezza

È inoltre intenzione del Ministero risolvere - attraverso l’avvio di percorsi mirati – “il tema della certificazione delle imprese e della qualificazione del datore di lavoro in materia di sicurezza.

Ritengo necessario e auspicabile avviare un serrato dialogo con le parti sociali che dia attuazione alle previsioni del decreto legislativo n. 81 del 2008 (art. 27, comma 1-bis), in merito ad un sistema di qualificazione delle imprese, che consenta di valorizzare e premiare i modelli organizzativi e gestionali più virtuosi adottati dai datori di lavoro, che siano effettivamente in grado di produrre effetti positivi in termini di prevenzione e riduzione degli infortuni”.

 

Si segnala che con il decreto ministeriale n. 143 del 2021 si è realizzato “uno strumento importante proprio per il settore edile (il c.d. Durc di congruità), attraverso l’introduzione di un sistema di verifica della congruità dell'incidenza della manodopera impiegata nella realizzazione di lavori edili, sia pubblici che privati. Ciò allo scopo di realizzare un’azione di contrasto dei fenomeni di dumping contrattuale e di promuovere l’emersione del lavoro irregolare. Con questo sistema, che è entrato in vigore dal 1° di novembre, l'impresa che non denuncia un numero minimo di lavoratori appunto congruo non può ottenere il DURC e quindi partecipare ad appalti pubblici, né beneficiare dei vari incentivi (compreso il 110%)”.

 

Per rafforzare il quadro della vigilanza nel settore edile, è poi “opportuno valorizzare il ruolo e le funzioni dei professionisti responsabili della sicurezza sul lavoro, anche attraverso il riconoscimento di compensi adeguati, che tengano conto della responsabilità che questo tipo di attività implica. Un intervento del genere, con il pieno coinvolgimento degli ordini professionali, consentirebbe di valorizzare al massimo queste funzioni, anche con riguardo alle piccole realtà lavorative”.

 

Si indica poi che nel solco di un rafforzamento del legame tra regolarità dei rapporti di lavoro e prevenzione anti infortunistica, “si inseriscono il protocollo sui riders e la costituzione della task force nel settore logistica e trasporto merci, sottoscritti allo scopo di individuare tempestivamente e contrastare i comportamenti illegali in entrambe i settori. Nonché di scongiurare il pericolo di un abbassamento degli standard di legalità complessiva nell’esecuzione della prestazione, suscettibile di ripercuotersi negativamente sui livelli di sicurezza”. E in riferimento al settore della logistica “sono stati resi noti i primi risultati dell’attività operativa della task force ‘Settore logistico e trasporto merci’, costituita dal Ministro del Lavoro nell’ambito del Tavolo sul settore istituito nello scorso mese di luglio. Da ultimo nella giornata del 20 dicembre, u.s. sono state sottoposte a verifica complessivamente 90 aziende, la metà delle quali è già risultata irregolare al momento del primo accesso”.

 

Sul piano istituzionale – continua l’informativa – “occorre mettere inoltre a punto il potenziamento della c.d. ‘cabina di regia’ e dei vari organismi interistituzionali preposti dal testo unico 81 del 2008 (artt. 5 e 7) alle politiche di programmazione e di coordinamento sia a livello nazionale, sia a livello decentrato (art. 5, 6 e 7). Allo scopo sarebbe opportuno dotare il Comitato di indirizzo, di cui all’art. 5, di una struttura stabile, che si occupi sistematicamente dello svolgimento di tali importanti compiti e, alla fine, predisponga un rapporto annuale con cui investe il Parlamento dell’azione svolta su questa materia centrale per la civiltà del nostro Paese”.

 

Si intende poi proseguire e incentivare la “promozione della cultura della sicurezza nelle imprese”: le azioni future “dovranno essere maggiormente orientate allo sviluppo di una formazione diffusa e alla crescita di una cultura della legalità, che integri il principio costituzionale di libertà di impresa con il fondamentale e prioritario rispetto della sicurezza, della libertà e della dignità umana, valorizzando quanto più possibile il principio della responsabilità sociale di impresa”.

Con questo obiettivo nel mese di gennaio sarà avviata “una campagna interministeriale di comunicazione finalizzata a richiamare l’attenzione sull’importanza della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

 

Il Ministro ricorda poi che se noi registriamo sui giornali le morti che avvengono sui cantieri e nelle fabbriche, non vanno invece sui giornali “le morti dovute a malattie di carattere professionale”, ed è urgente “implementare la normativa che riguarda la tutela, per esempio, di una vera e propria tragedia italiana che è quella dell’amianto”.

 

In definitiva, a partire dai dati, emerge una valutazione: “che gli incidenti non avvengono ovunque nella stessa misura. Avvengono di più quando il lavoro è precario, quando il lavoro è frammentato e questo pone due ordini di questioni. Una è quella del subappalto”, l’altra “è la questione dell’omogeneità dell’attività contrattuale, che implica tutta una serie di questioni, sia sul fronte della rappresentanza, sia sul fronte delle regole attraverso le quali si perviene alla contrattazione e alla definizione della congruità dei contratti rispetto alle attività svolte”.

 

In questo senso – si conclude l’informativa del Ministro – “intervenire urgentemente, anche alla luce di una ripresa che è così tumultuosa, sul tema della precarietà del lavoro” è “un modo anche di affrontare il tema della sicurezza. Oggi abbiamo una tipologia contrattuale eccessivamente frammentata dobbiamo rimetterci le mani per consentire di dare soprattutto alle nuove generazioni una prospettiva diversa, di lavoro più sicuro”. 

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Informativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulla sicurezza sui luoghi di lavoro”, Camera dei Deputati – mercoledì 22 dicembre 2021 (formato PDF, 582 kB).

 

 

Scarica la normativa di riferimento:

 

Testo del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146 (Gazzetta Ufficiale 21 ottobre 2021, n. 252), coordinato con la legge di conversione 17 dicembre 2021, n. 215 recante “Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili”.

 


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Rispondi Autore: Carmelo Catanoso - likes: 0
24/01/2022 (07:57:16)
Sarei curioso di conoscere con quali criteri è stato costituito il Gruppo di Lavoro citato dal ministro.
In altre parole sarebbe utile sapere, riguardo i componenti, chi sono, cosa hanno fatto nel mondo del lavoro reale e con chi l'hanno fatto, quali risultati hanno raggiunto, ecc.

Questo perché ho il vago sospetto che, invece di attingere competenze anche dal mondo del lavoro e cioè a soggetti che la sicurezza la vivono "dal di dentro" delle aziende, si sia attinto solo a soggetti che, nella migliore delle ipotesi, sono stati visitatori occasionali degli ambienti di lavoro che hanno fatto di tutto per farsi notare a livello centrale, profeti dell'integralismo repressivo, professionisti della rappresentanza, personaggi che la sicurezza sul lavoro la conoscono solo dall'interno dei corridoi ministeriali in cui hanno speso la vita professionale e così via.

Se le cose stessero così, non aspettiamoci nulla di nuovo che la solita minestrina riscaldata somministrata da questi soggetti.
Del resto basta vedere la confusione fatta, ad esempio, nello scrivere il comma sull'aggiornamento dei Preposti, dove si è dimostrata l'incapacità di scrivere un periodo con un soggetto, un predicato e un complemento oggetto che avesse un senso compiuto tendo conto di ciò che è già in essere (Accordi SR) riguardo la formaziobe

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