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Videosorglianza nelle camere ardenti: interviene il Garante
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L’installazione di sistemi di videosorveglianza deve rispettare le regole previste dalla normativa in materia di privacy (in particolare in merito al posizionamento delle telecamere, alla conservazione dei dati e alle informative) e deve essere sempre proporzionata rispetto ai fini da perseguire.
In caso contrario un impianto, anche se installato per un fine legittimo, diviene fuori legge.
E’ quanto accaduto ad un Comune toscano che, dopo alcuni episodi di danneggiamento di alcune salme, aveva deciso di installare un sistema di videosorveglianza nell’edificio all’interno del quale vengono allestite camere ardenti per la veglia dei defunti.
Il caso è stato illustrato nella newsletter settimanale dell’Autorità.
In seguito ad accertamenti, effettuati nell’ambito di un ciclo di ispezioni disposte dal Garante per verificare il rispetto delle regole in materia di videosorveglianza, hanno in realtà scoperto che erano state posizionate telecamere “camuffate” che violavano la riservatezza dei familiari dei defunti.
Le immagini venivano conservate per 15 giorni ed erano registrate da ben 32 telecamere alcune delle quali erano state installate anche all’interno delle stesse camere ardenti in modo che fossero celate alla vista del pubblico.
Il sistema di videosorveglianza non era segnalato ai cittadini mediante le informative necessarie previste dal Codice in materia di protezione dei dati personali.
Il Garante ha verificato che l’installazione non rispettava le norme sulla privacy ed ha invitato il comune ad attuare spontaneamente il “blocco” dei trattamenti svolti mediante il sistema di telecamere, in modo da prevenire un provvedimento analogo dell’Autorità.
In particolare, il Garante ha rilevato che “la misura risultava sproporzionata rispetto agli scopi che si intendevano perseguire e che gli stessi tempi di conservazione delle immagini erano eccessivi rispetto a tali scopi.”
Il comune, fa sapere il Garante, ha aderito all’invito e ha preferito sospendere esso stesso le attività di video-sorveglianza presso l’edificio, in attesa che il Garante si esprima sulla complessiva liceità dei trattamenti svolti ed applichi le eventuali sanzioni.
L’installazione di sistemi di videosorveglianza deve rispettare le regole previste dalla normativa in materia di privacy (in particolare in merito al posizionamento delle telecamere, alla conservazione dei dati e alle informative) e deve essere sempre proporzionata rispetto ai fini da perseguire.
In caso contrario un impianto, anche se installato per un fine legittimo, diviene fuori legge.
E’ quanto accaduto ad un Comune toscano che, dopo alcuni episodi di danneggiamento di alcune salme, aveva deciso di installare un sistema di videosorveglianza nell’edificio all’interno del quale vengono allestite camere ardenti per la veglia dei defunti.
Il caso è stato illustrato nella newsletter settimanale dell’Autorità.
In seguito ad accertamenti, effettuati nell’ambito di un ciclo di ispezioni disposte dal Garante per verificare il rispetto delle regole in materia di videosorveglianza, hanno in realtà scoperto che erano state posizionate telecamere “camuffate” che violavano la riservatezza dei familiari dei defunti.
Le immagini venivano conservate per 15 giorni ed erano registrate da ben 32 telecamere alcune delle quali erano state installate anche all’interno delle stesse camere ardenti in modo che fossero celate alla vista del pubblico.
Il sistema di videosorveglianza non era segnalato ai cittadini mediante le informative necessarie previste dal Codice in materia di protezione dei dati personali.
Il Garante ha verificato che l’installazione non rispettava le norme sulla privacy ed ha invitato il comune ad attuare spontaneamente il “blocco” dei trattamenti svolti mediante il sistema di telecamere, in modo da prevenire un provvedimento analogo dell’Autorità.
In particolare, il Garante ha rilevato che “la misura risultava sproporzionata rispetto agli scopi che si intendevano perseguire e che gli stessi tempi di conservazione delle immagini erano eccessivi rispetto a tali scopi.”
Il comune, fa sapere il Garante, ha aderito all’invito e ha preferito sospendere esso stesso le attività di video-sorveglianza presso l’edificio, in attesa che il Garante si esprima sulla complessiva liceità dei trattamenti svolti ed applichi le eventuali sanzioni.
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