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Tecnologie potenzialmente pericolose per la privacy

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Privacy

30/04/2004

Telefonia, videosorveglianza, biometria e localizzazione in primo piano. Lievitano i ricorsi al Garante. Presentata la relazione annuale dell’Autorità.

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Sempre più cittadini si rivolgono al Garante per vedere tutelati i propri diritti in materia di privacy. Diritti che applicazioni distorte e non necessarie delle possibilità offerte dalle tecnologie possono mettere in grave pericolo. “Derive tecnologiche”, così le ha definite Stefano Rodotà, presidente dell’Autorità Garante della privacy, nella sua relazione annuale presentata alla presenza del Presidente della Repubblica, dei Presidenti e Camera e Senato e, in rappresentanza del Governo, del Ministro La Loggia.

Il presidente dell’Autorità ha messo in guardia da “pericolose derive tecnologiche”. “La protezione dei dati - ha affermato Rodotà - rischia ogni giorno d’essere compressa dalla crescente offerta sul mercato di tecnologie che rendono più agevole forme generalizzate di raccolta delle informazioni.”
Tra i principi fondamentali della tutela dei dati personali, Rodotà ha dato particolare risalto al principio di “necessità”, enunciato nell’art.3 del Codice della privacy: “sistemi informativi e i programmi informatici sono configurati riducendo al minimo l’utilizzazione di dati personali e di dati identificativi, in modo da escluderne il trattamento quando le finalità perseguite nei singoli casi possono essere realizzate mediante, rispettivamente, dati anonimi od opportune modalità che permettano di identificare l’interessato solo in caso di necessità”.

Il principio di necessità diviene secondo Rodotà un ineludibile test legislativo per valutare la legittimità delle raccolte di informazioni personali.
La relazione si è soffermata in particolare sulle seguenti applicazioni tecnologiche: telecomunicazioni, videosorveglianza, utilizzo dei dati biometrici, etichette “intelligenti e localizzazione.

Il sistema delle telecomunicazioni offre agli utenti grandi opportunità, ma crea anche nuove vulnerabilità individuali e sociali. Dopo aver adottato provvedimenti sui messaggi di posta elettronica non desiderati (spamming) e sui messaggi telefonici (Sms) promozionali, il Garante sta per intervenire in tre direzioni. Quella della televisione interattiva, dove il continuo flusso di informazioni dall’utente al fornitore del servizio può consentire controlli continui sulle abitudini delle persone, ricavandone profili personali e di gruppo ed esponendo i singoli al rischio di nuovi controlli, se viene consentito ad autorità pubbliche di accedere a questi dati. Quella delle videochiamate, che possono coinvolgere una molteplicità di soggetti e richiedono, quindi, regole precise sull’utilizzazione delle immagini. Quella, infine, di un rigoroso controllo del modo in cui i diritti dell’utente vengono rispettati nell’ambito della telefonia, dove riscontriamo inadempimenti riguardanti questioni alle quali i cittadini sono assai sensibili, come le chiamate di disturbo e l’identificazione della linea chiamante.

Garante interverrà nelle prossime settimane precisando le condizioni per il suo legittimo uso della tecnologia delle radiofrequenze (Rfid), che ha portato alla creazione di “etichette intelligenti”.
Queste etichette, sostituendo i codici a barre, permetteranno di seguire i prodotti nei loro spostamenti, creando così le condizioni per controllare anche chi ha acquistato ed usa quel prodotto.
Molti impieghi della Rfid sono sicuramente utili e benefici (es. migliore gestione delle merci, possibilità di rintracciare l’origine di prodotti particolarmente delicati…). “Se, tuttavia, le etichette intelligenti non vengono disattivate nel momento in cui il prodotto passa nelle mani dell’acquirente – sottolinea il Garante - , diventa reale il rischio di una sorveglianza generalizzata di persone e comportamenti.”

Riguardo all’attività ispettiva, nel corso del 2003 si è consolidata la collaborazione con la Guardia di Finanza.
In merito al rapporto tra l’Autorità ed i cittadini, si è assistito ad un aumento dei ricorsi.
Nel 2003 il Garante ha deciso ben 775 ricorsi (erano stati 500 nel 2002), ha risposto a 4914 risposte a quesiti, segnalazioni e reclami (3689 nell’anno precedente). Elevate sono state anche le richieste di informazioni per telefono, passate da 12.800 a 38.000.
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