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Privacy: entro il 2002 Testo unico per il riordino del settore
Il Garante per la privacy, nella persona del presidente, Stefano Rodotà ha presentato in questi giorni il rapporto annuale sull'attività svolta per la tutela della riservatezza dei dati.
Nel 2000 le richieste presentate all'Authority sono state 19571, i ricorsi 354 e le risposte a segnalazioni e reclami hanno raggiunto quota 687, contro le 130 del 1999.
Molto resta ancora da fare, però, e Rodotà , oltre a sottolineare a Governo e Parlamento che una delega prevede l'emanazione entro il 2002 di un Testo unico per il riordino dell'intero settore, ha passato in rassegna le inandempienze registrate e le aree della Pubblica Amminstrazione non ancora regolate da un'adeguata normativa.
Sul fronte pubblico Rodotà ha richiamato indempienze relative a banche dati riguardanti riccometro, sanitometro e sistema informativo lavoro, ad aziende sanitarie locali non curanti della tutela della riservatezza dei pazienti, al mancato coinvolgimento dell'Authority nella sperimentazione della carta d'identità elettronica e alle offese alla privacy effettuate dai servizi di polizia e nell'amministrazione della giustizia.
Per quanto concerne i privati, invece, i principali problemi sono legati alle aziende che si occupano di telecomunicazioni.
"In Italia si inviano 30 milioni di sms al giorno- ha sottolineato Rodotà- e i dati di traffico conservati dalle società telefoniche, che sono ben oltre i 100 miliardi, consentono di ricostruire l'intera rete delle relazioni personali, sociali, economiche di ciascuno di noi nei passati cinque anni".
Altro argomento scottante sono i test genetici richiesti dagli assicuratori per la sottoscrizione delle polizze e dai datori di lavoro per le assunzioni; mentre gravi accuse non sono mancate per il settore del credito a proposito della raccolta dati nelle "centrali rischi".
Per regolamentare il fenomeno del trasferimento di dati personali fuori dall'Unione Europea, che, secondo il Garante, rischia di creare "paradisi dei dati, assai più agevoli da costruire degli stessi paradisi fiscali", (cfr. il numero 377 del quotidiano) l'Authority varerà a settembre uno specifico provvedimento.
L'Authority sta affrontando anche la questione relativa alla divulgazione dei contenuti riservati delle e-mail dei dipendenti. In proposito Gaetano Rasi, uno dei quattro commissari sulla privacy, ha sottolineato l'importanza di fissare accordi preventivi con i dipendenti, perché se il computer contiene qualcosa di riservato "Il datore di lavoro non può diffonderlo per il semplice fatto che transita per uno strumento di lavoro".
Nel 2000 le richieste presentate all'Authority sono state 19571, i ricorsi 354 e le risposte a segnalazioni e reclami hanno raggiunto quota 687, contro le 130 del 1999.
Molto resta ancora da fare, però, e Rodotà , oltre a sottolineare a Governo e Parlamento che una delega prevede l'emanazione entro il 2002 di un Testo unico per il riordino dell'intero settore, ha passato in rassegna le inandempienze registrate e le aree della Pubblica Amminstrazione non ancora regolate da un'adeguata normativa.
Sul fronte pubblico Rodotà ha richiamato indempienze relative a banche dati riguardanti riccometro, sanitometro e sistema informativo lavoro, ad aziende sanitarie locali non curanti della tutela della riservatezza dei pazienti, al mancato coinvolgimento dell'Authority nella sperimentazione della carta d'identità elettronica e alle offese alla privacy effettuate dai servizi di polizia e nell'amministrazione della giustizia.
Per quanto concerne i privati, invece, i principali problemi sono legati alle aziende che si occupano di telecomunicazioni.
"In Italia si inviano 30 milioni di sms al giorno- ha sottolineato Rodotà- e i dati di traffico conservati dalle società telefoniche, che sono ben oltre i 100 miliardi, consentono di ricostruire l'intera rete delle relazioni personali, sociali, economiche di ciascuno di noi nei passati cinque anni".
Altro argomento scottante sono i test genetici richiesti dagli assicuratori per la sottoscrizione delle polizze e dai datori di lavoro per le assunzioni; mentre gravi accuse non sono mancate per il settore del credito a proposito della raccolta dati nelle "centrali rischi".
Per regolamentare il fenomeno del trasferimento di dati personali fuori dall'Unione Europea, che, secondo il Garante, rischia di creare "paradisi dei dati, assai più agevoli da costruire degli stessi paradisi fiscali", (cfr. il numero 377 del quotidiano) l'Authority varerà a settembre uno specifico provvedimento.
L'Authority sta affrontando anche la questione relativa alla divulgazione dei contenuti riservati delle e-mail dei dipendenti. In proposito Gaetano Rasi, uno dei quattro commissari sulla privacy, ha sottolineato l'importanza di fissare accordi preventivi con i dipendenti, perché se il computer contiene qualcosa di riservato "Il datore di lavoro non può diffonderlo per il semplice fatto che transita per uno strumento di lavoro".
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