Privacy d'oltreoceano

La trattativa tra USA ed Europa riguardo alla delicata questione dell'''esportazione'' di dati personali dal Vecchio continente pare proprio stia giungendo ad una soluzione.

Da ormai due anni si protrae il braccio di ferro tra le rigide regole vigenti nell'UE, che prevedono la possibilita' di ''esportare'' dati personali'' solo in Paesi con medesime tutele dell'UE, e l'autoregolamentazione voluta dagli USA, basata sul sistema ''Safe Harbor'' (porto sicuro) che prevede una adesione volontaria delle aziende.

Pare che la meglio l'abbiano avuta le aziende americane, in quanto i governi europei hanno gia' dato il via libera all'accordo sul ''Safe Harbor'' , che ora dovra' passare al vaglio del Parlamento di Strasburgo e della Commissione UE.

La soluzione pero' non soddisfa i Garanti per la privacy europei, tra i quali l'italiano Stefano Rodota' che mette in guardia: ''Ora potrebbero nascere i ''paradisi di dati personali'': ognuno con estrema facilita', servendosi delle nuove tecnologie, porta le informazioni in un Paese dove la protezione e' debole o inesistente e da quel momento in poi anche l'Europa vede cadere tutte le sue difese''.