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Nuove tecnologie e privacy
Nella recente newsletter del Garante per la protezione dei dati personali, Gaetano Rasi, componente dell'autorità, ha sottolineato che 'la proliferazione delle smart card private, in particolare di quelle sanitarie, rende complicata la riduzione della questione ad un quadro omogeneo che possa tener conto anche dei profili della riservatezza e di dignità dell'individuo coinvolto'.
Giungono al nostro Ufficio – ha ricordato inoltre Rasi – notizie che alcune aziende sanitarie, al fine di rendere più agevole il rapporto dell'utenza con la struttura, avrebbero avviato forme di comunicazione via Internet di determinati accertamenti clinici. 'Per quanto le motivazioni sottostanti all'instaurazione di simili procedure sono senz'altro comprensibili e in alcuni casi assolutamente encomiabili non possiamo nasconderci i rischi connessi a tali sistemi di comunicazione. Vi sono elementi che dovrebbero indurre alla massima cautela'.
Il Segretario generale del Garante, Giovanni Buttarelli, ha ricordato il dibattito apertosi sull'opportunità di sostituire i documenti di identità cartacei con carte di identità elettroniche che possano contenere anche altro tipo di informazioni quali, ad esempio: i dati biometrici, quelli sanitari, quelli relativi alla fede religiosa professata'. 'Si tratta di dati, questi ultimi che in realtà aprono una serie di questioni riguardanti da un lato la loro effettiva utilità nell'essere inseriti nella carta di identità elettronica e la loro successiva utilità da parte di terzi, siano essi enti pubblici o strutture private e, dall'altro, gli aspetti tecnici su come effettivamente raccoglierli ed inserirli'.
'In Giappone – ha ricordato Buttarelli – è stato dimostrato che le impronte digitali, il cui inserimento sulla carta trova oggi larghi consensi non solo nel nostro Paese, ma anche in altri paesi dell'unione europea e negli Stati Uniti, sono riproducibili. Un aspetto questo che deve far riflettere sulle garanzie per una loro effettiva tutela. Cosa potrebbe accadere se qualcuno per fini illeciti le riproducesse e le utilizzasse, ad esempio, al fine di effettuare o rilasciare pratiche di una certa rilevanza quali ad esempio quelle sanitarie?'.
Giungono al nostro Ufficio – ha ricordato inoltre Rasi – notizie che alcune aziende sanitarie, al fine di rendere più agevole il rapporto dell'utenza con la struttura, avrebbero avviato forme di comunicazione via Internet di determinati accertamenti clinici. 'Per quanto le motivazioni sottostanti all'instaurazione di simili procedure sono senz'altro comprensibili e in alcuni casi assolutamente encomiabili non possiamo nasconderci i rischi connessi a tali sistemi di comunicazione. Vi sono elementi che dovrebbero indurre alla massima cautela'.
Il Segretario generale del Garante, Giovanni Buttarelli, ha ricordato il dibattito apertosi sull'opportunità di sostituire i documenti di identità cartacei con carte di identità elettroniche che possano contenere anche altro tipo di informazioni quali, ad esempio: i dati biometrici, quelli sanitari, quelli relativi alla fede religiosa professata'. 'Si tratta di dati, questi ultimi che in realtà aprono una serie di questioni riguardanti da un lato la loro effettiva utilità nell'essere inseriti nella carta di identità elettronica e la loro successiva utilità da parte di terzi, siano essi enti pubblici o strutture private e, dall'altro, gli aspetti tecnici su come effettivamente raccoglierli ed inserirli'.
'In Giappone – ha ricordato Buttarelli – è stato dimostrato che le impronte digitali, il cui inserimento sulla carta trova oggi larghi consensi non solo nel nostro Paese, ma anche in altri paesi dell'unione europea e negli Stati Uniti, sono riproducibili. Un aspetto questo che deve far riflettere sulle garanzie per una loro effettiva tutela. Cosa potrebbe accadere se qualcuno per fini illeciti le riproducesse e le utilizzasse, ad esempio, al fine di effettuare o rilasciare pratiche di una certa rilevanza quali ad esempio quelle sanitarie?'.
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