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L’Europa contro lo spamming
Erkki Liikanen, commissario europeo per le Imprese e la Società dell'informazione, ha annunciato i programmi della Commissione per far fronte alla proliferazione dello "spamming", i messaggi commerciali di posta elettronica non richiesti.
Secondo il Commissario europeo, lo spamming “ha raggiunto livelli tali da rappresentare un grave ostacolo per lo sviluppo del commercio elettronico e della società dell'informazione. Sia le imprese che i privati cittadini dedicano sempre più tempo e denaro alla ripulitura delle loro mailbox elettroniche.”
Una indagine realizzata negli Stati dell’Unione stima che la perdita di produttività è in totale per le imprese dell'Unione pari a 2,5 miliardi di euro per il 2002. Si prevede inoltre che, entro la fine di quest'estate, lo spamming rappresenterà oltre il 50% del traffico mondiale di posta elettronica. “Questo fenomeno rischia di vanificare i principali vantaggi di servizi quali la posta elettronica e gli SMS.” – afferma il commissario.
Per fronteggiare il fenomeno, lo scorso anno l’Unione europea sul piano normativo ha adottatola la direttiva 2002/58/CE sulla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche, in base alla quale entro il mese di ottobre 2003 gli Stati membri sono tenuti a recepire disposizioni antispamming nell'ordinamento nazionale.
La linea che è prevalsa è quella dell’opt-in, cioè il divieto di inviare messaggi commerciali via e-mail e SMS senza il consenso dell’utente.
Per raggiungere risultati è necessario il contributo degli Stati membri, dell'industria e dei consumatori.
Il Commissario ha illustrato poi misure che riguardano l'applicazione delle norme da parte della pubblica autorità, la cooperazione con l'industria (filtri, codici di condotta), la sensibilizzazione dei consumatori (e dell'industria) e la cooperazione internazionale bilaterale e multilaterale.
La Commissione collaborerà con le autorità nazionali garanti della protezione dei dati.
Nel prossimo ottobre si terrà un di seminario, principalmente destinato agli Stati membri, alle imprese e alle associazioni di consumatori, che si prefigge di definire una serie di azioni in merito alle quali raccogliere l'adesione e l'impegno degli Stati membri e delle parti interessate.
Il commissario Liikanen ha posto in evidenza la necessità di "una risposta mondiale ad un problema di portata mondiale."
Gran parte dello spamming ha origine al di fuori dell'UE, quindi la cooperazione internazionale è ritenuta un elemento cardine dell'azione della Commissione, che si è detta disposta ad ospitare, all'inizio del 2004, un seminario dei paesi OCSE dedicato allo spamming.
Secondo il Commissario europeo, lo spamming “ha raggiunto livelli tali da rappresentare un grave ostacolo per lo sviluppo del commercio elettronico e della società dell'informazione. Sia le imprese che i privati cittadini dedicano sempre più tempo e denaro alla ripulitura delle loro mailbox elettroniche.”
Una indagine realizzata negli Stati dell’Unione stima che la perdita di produttività è in totale per le imprese dell'Unione pari a 2,5 miliardi di euro per il 2002. Si prevede inoltre che, entro la fine di quest'estate, lo spamming rappresenterà oltre il 50% del traffico mondiale di posta elettronica. “Questo fenomeno rischia di vanificare i principali vantaggi di servizi quali la posta elettronica e gli SMS.” – afferma il commissario.
Per fronteggiare il fenomeno, lo scorso anno l’Unione europea sul piano normativo ha adottatola la direttiva 2002/58/CE sulla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche, in base alla quale entro il mese di ottobre 2003 gli Stati membri sono tenuti a recepire disposizioni antispamming nell'ordinamento nazionale.
La linea che è prevalsa è quella dell’opt-in, cioè il divieto di inviare messaggi commerciali via e-mail e SMS senza il consenso dell’utente.
Per raggiungere risultati è necessario il contributo degli Stati membri, dell'industria e dei consumatori.
Il Commissario ha illustrato poi misure che riguardano l'applicazione delle norme da parte della pubblica autorità, la cooperazione con l'industria (filtri, codici di condotta), la sensibilizzazione dei consumatori (e dell'industria) e la cooperazione internazionale bilaterale e multilaterale.
La Commissione collaborerà con le autorità nazionali garanti della protezione dei dati.
Nel prossimo ottobre si terrà un di seminario, principalmente destinato agli Stati membri, alle imprese e alle associazioni di consumatori, che si prefigge di definire una serie di azioni in merito alle quali raccogliere l'adesione e l'impegno degli Stati membri e delle parti interessate.
Il commissario Liikanen ha posto in evidenza la necessità di "una risposta mondiale ad un problema di portata mondiale."
Gran parte dello spamming ha origine al di fuori dell'UE, quindi la cooperazione internazionale è ritenuta un elemento cardine dell'azione della Commissione, che si è detta disposta ad ospitare, all'inizio del 2004, un seminario dei paesi OCSE dedicato allo spamming.
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