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Biometria, genetica e protezione dell’identità

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Privacy

22/05/2003

Quali rischi nell’utilizzare il corpo come “password”? Sul tema si è soffermato il Garante della privacy nella Relazione annuale.

Nei giorni scorsi il presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, Stefano Rodotà, ha presentato, davanti ai Presidenti della Repubblica e del Senato, la Relazione annuale dell’Autorità.

Tra gli aspetti affrontati nel discorso introduttivo, largo spazio è stato dato all’importanza della tutela dei dati sulla salute, biometrici e genetici.

“Il corpo, quello fisico e non quello disincarnato delle informazioni elettroniche, - afferma Rodotà - è oggi al centro di una attenzione che vuole scandagliarne ogni recesso, utilizzarne ogni possibilità. Qui l’intreccio tra elettronica, biologia e genetica ha già aperto scenari nuovi, insieme promettenti e inquietanti. Qui si gioca una partita essenziale per il futuro della protezione dei dati, la cui intensità diviene anche la condizione perché ciascuno possa godere delle grandi promesse della genetica.”

Riguardo ai dati biometrici, il Garante ha rilevato che il corpo sta diventando una password, “la fisicità prende il posto delle astratte parole chiave, impronte digitali, iride, tratti del volto, Dna.” Sempre più frequentemente viene fatto ricorso ai dati biometrici non solo per finalità di identificazione o come chiave per l’accesso a diversi servizi, ma anche come elementi per classificazioni, per controlli ulteriori rispetto al momento dell’identificazione.

Nella linea di lavoro del Gararnte su questi temi , particolare risalto viene dato al rispetto dell’identità personale, considerando in particolare i possibili “furti d’identità”, ed il rispetto dei principi di finalità e di proporzionalità. “Solo ragioni sociali molto forti, e non una semplice convenienza organizzativa o economica, possono giustificare il ricorso alla biometria, che tuttavia non deve essere utilizzata per schedature centralizzate e di massa e deve sempre essere accompagnata da adeguati strumenti di controllo affidati anche agli stessi interessati.”

Il problema della protezione dell’identità dai suoi possibili “furti”, si fa ancora più grave nel caso sia rubato materiale che consente di ottenere informazioni genetiche.

“Passato, presente e futuro, dunque, possono essere scandagliati attraverso i dati genetici.”
“Se, infatti, grandi sono le opportunità offerte dalla genetica, altrettanto grandi sono i rischi di utilizzazioni dei dati genetici che possono determinare discriminazioni nell’accesso al lavoro o al credito, nella conclusione di contratti di assicurazione vita o malattia, o attraverso forme di schedatura genetica di massa.”

Il Garante ha sottolineato inoltre il grave rischio rappresentato dall’offerta di test genetici via Internet.
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