Attenti alla correttezza delle notizie sull’intelligenza artificiale
Le notizie, apparse su molti organi di stampa, circa il fatto che ormai l’utilizzo di applicativi di intelligenza artificiale sia sotto controllo, non è vera.
Ecco come stanno le cose.
Perché un regolamento europeo diventi operativo, occorre superare un processo legislativo piuttosto articolato, nel quale il primo passo è certamente il fatto che la bozza di regolamento venga approvata dal parlamento europeo. Ma questo è solo il primo passo, perché occorre passare ad una fase successiva di negoziazione, chiamata trilogo, in cui la bozza di regolamento deve essere successivamente approvata dal consiglio dei ministri della unione europea e dalla commissione europea.
Come si vede, la faccenda è un poco più complicata e più volte, come già accadde per il regolamento generale europeo per la protezione dati personali, la bozza di regolamento approvata dal parlamento è stata sottoposta a modifiche.
Ecco la ragione per la quale, con un atteggiamento prudenziale, si può ritenere che forse entro la fine dell’anno potrebbe essere pubblicato il regolamento, approvato dai tre organismi legislativi coinvolti.
Ciò non toglie che valga la pena fin da adesso di dare un’occhiata alla bozza di regolamento approvato, che rappresenta indubbiamente la base, sulla quale verrà pubblicato il regolamento finale.
Il regolamento sull’intelligenza artificiale ha un approccio basato sul rischio, e prevede una proibizione assoluta di sviluppare applicativi di intelligenza artificiale ad alto rischio. Inoltre, il testo approvato dal parlamento proibisce l’uso di sistemi identificativi biometrici in tempo reale, argomento che ha suscitato numerose perplessità durante il dibattito parlamentare.
Altre proibizioni, già incluse nella bozza di regolamento, includono i sistemi di categorizzazione biometrica che usano elementi sensibili, come ad esempio genere, razza, religione e gli orientamenti politici. Sono anche proibite le tecnologie che usano profilature basate su sulla geo localizzazione, così come quelle basate su sistemi di riconoscimento delle emozioni, che non possono essere adottate nel luogo di lavoro, nelle scuole e nelle attività di polizia.
È inoltre proibito l’utilizzo di archivi giganteschi di volti, catturati su Internet e da sistemi di videosorveglianza, per finalità di riconoscimento facciale.
La bozza di regolamento proibisce anche l’utilizzo di sistemi che possono essere utilizzati per influenzare i voti, espressi dai cittadini europea, soprattutto da parte di società che abbiano più di 45 milioni di utenti.
Inoltre, la bozza di regolamento prevede che queste società registrino i loro sistemi in un data base europeo, prima della distribuzione sul mercato europeo. In particolare, gli ormai famosi sistemi di intelligenza artificiale di tipo generativo, come ad esempio ChatGPT, devono sempre rivelare se il contenuto dei testi è stato generato da un applicativo di intelligenza artificiale e devono aiutare l’utente a distinguere informazioni vere da informazioni farlocche.
Viene consentito ai cittadini europei di avanzare delle contestazioni sui contenuti, prodotti dal sistema intelligenza artificiale, e le organizzazioni che lo gestiscono devono fornire delle spiegazioni sulle decisioni assunte da sistemi intelligenza ad alto rischio, che possono avere impatto sui diritti fondamentali dei cittadini europei.
Inoltre, viene creato un ufficio europeo per l’intelligenza artificiale, che terrà sotto controllo il rispetto di queste disposizioni.
Il portavoce del parlamento europeo ha chiarito che si tratta di un tema oltremodo delicato, che deve bilanciare e proteggere i diritti fondamentali dei cittadini europei, consentendo agli organismi europei di stabilire degli standard di qualità, che in precedenti legislazioni europee, come ad esempio il GDPR, non erano stati indicati.
Le associazioni dei consumatori hanno dato un giudizio oltremodo positivo su questa bozza di regolamento, soprattutto per gli aspetti che fanno riferimento alla proibizione di utilizzare sistemi biometrici e discriminatori nell’elaborare testi generativi di intelligenza artificiale.
Si spera che il documento possa essere pubblicato nell’edizione definitiva quanto prima, soprattutto perché la Spagna, che a breve prende in carico la presidenza del consiglio europeo, ha già dichiarato che questo argomento sarà una priorità assoluta.
Non mancheremo di tenere informati i lettori su questi sviluppi.
Adalberto Biasiotti
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