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Archiviazione video nel cloud: soluzione attraente, ma…

Archiviazione video nel cloud: soluzione attraente, ma…
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Privacy

18/12/2019

Lo spazio crescente richiesto dalle registrazioni video può rendere attraente la archiviazione nel cloud. Questa soluzione tuttavia deve essere studiata attentamente, per i numerosi rischi ad essa connessi.

La crescita esponenziale degli impianti di videosorveglianza, l’utilizzo di telecamere ad alta risoluzione e il costante allungamento dei tempi di conservazione dell’immagini registrate fanno sì che per molte aziende possa essere attraente la possibilità di archiviare le registrazioni nel cloud, invece che in costosi dispositivi di memoria, installati presso l’impianto stesso.

 

A questo punto si presentano due soluzioni:

  • archiviazione nel cloud,
  • archiviazione nel cloud ibrido.

 

Quest’ultima soluzione, come noto, prevede che il gestore del cloud mette a disposizione delle partizioni dedicate a singoli clienti, che possono gestire con criteri di maggiore affidabilità e sicurezza l’archiviazione dei dati personali, come appunto sono le videoregistrazioni, nel cloud.

 

Un altro vantaggio legato alla archiviazione cloud è la relativa facilità di accesso da parte di più utenti autorizzati, ad esempio distribuiti sul territorio nazionale.

 

Ciò non toglie che questa soluzione debba essere attentamente studiata sotto vari aspetti, per essere certi che essa sia pienamente conforme alle vigenti esigenze affidabilità e di protezione dei dati personali.

 

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Il primo elemento da prendere considerazione riguarda le modalità di gestione ed amministrazione dell’immagini archiviate nel cloud.

Oggi sono disponibili dei sistemi assai evoluti che permettono di gestire con sufficiente flessibilità e affidabilità questi dati, mettendo sotto controllo le potenziali vulnerabilità.

 

Un altro aspetto fondamentale riguarda il rispetto dei requisiti legali, connessi all’archiviazione dei dati. È evidente che i dati devono essere custoditi in server che si trovino all’interno dell’unione europea ed occorre ottenere specifica garanzia da parte del gestore del cloud; questa garanzia è più facilmente offerto se il cloud è ibrido, mentre può essere più difficile da ottenere in altri casi.

È bene ricordare che un altro requisito fondamentale delle registrazioni video è legato alla determinazione del tempo di conservazione ed alla successiva cancellazione.

Ad oggi, almeno in Italia, è ancora in vigore il provvedimento dell’autorità Garante, che imponeva di determinare comunque, con adeguata motivazione, la durata di archiviazione, che comunque non può superare i sette giorni, salvo espressa autorizzazione.

 

Il fatto che un titolare del trattamento possa decidere autonomamente la durata di archiviazione non esime certamente il titolare dall’individuare adeguate motivazioni.

 

Ricordo che anni addietro ebbi occasione di offrire assistenza ad una rete ferroviaria regionale, che aveva installato delle telecamere, che tenevano sotto controllo la strada ferrata, in corrispondenza di passaggi a livello. È evidente che la archiviazione delle immagini catturate da queste telecamere poteva essere valutata in manciate di minuti od un’ora al massimo, perché se non vi erano ostacoli fra le sbarre del passaggio a livello ed il treno era transitato senza problemi, l’immagine non aveva più motivo di essere custodita.

 

Raggiunto il termine di conservazione, bisogna essere in grado di cancellare, meglio se in forma automatica, le immagini registrate; in questo caso, l’utilizzo di un cloud ibrido è indubbiamente una soluzione che facilita una corretta e tempestiva cancellazione.

 

Un altro punto da tenere in considerazione riguarda la connessione fra agli impianti video sorveglianza ed i dispositivi di archiviazione nel cloud. Una protezione criptografica del tipo end-to-end rappresenta indubbiamente la soluzione più affidabile, soprattutto se vengono utilizzati applicativi critpografici a bassa latenza.

 

Infine, l’ultimo aspetto che deve essere preso in considerazione riguarda le garanzie che può offrire il gestore del servizio cloud. A questo proposito, ricordo che esiste una specifica normativa:

ISO/IEC 27018: 2014 – Security techniques – code of practice for protection of personal identifiable information (PII) in public clouds acting as PII processors ,

che prende proprio in considerazione questi aspetti.

 

La scelta di un gestore, certificato in conformità questa norma, rappresenta indubbiamente una scelta ottimale per il titolare, che non potrà mai essere accusato, in caso nascano problemi, di aver effettuato una scelta non congrua con la regola d’arte.

 

Dopo aver esaminato tutti questi aspetti, opportunamente documentati, il titolare potrà con piena serenità archiviare le immagini video nel cloud!

 

Adalberto Biasiotti

 



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