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Prevenzione incendi: le sostanze estinguenti

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Prevenzione incendi

06/06/2012

L’aggiornamento di un documento Inail sulla formazione antincendio offre materiali informativi sulla normativa e sulla prevenzione incendi. Le sostanze estinguenti: acqua, schiume, polveri estinguenti, anidride carbonica e idrocarburi florurati.

 
Roma, 6 Giu – L’Inail ha recentemente pubblicato la seconda edizione aggiornata di un documento su cui PuntoSicuro si soffermato in passato per dare precise indicazioni normative e migliorare la prevenzione degli incendi.
Il documento in questione, dal titolo “ Formazione antincendio”, offre infatti un’ampia panoramica sia dell’evoluzione nel tempo della normativa antincendio, sia delle modalità di prevenzione e valutazione del rischio incendio, sia delle procedure da adottare in caso d’incendio con particolare riferimento al Decreto del Ministro dell’interno del 10 marzo 1998, in attesa dei decreti attuativi indicati dal Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
 
Infatti il Decreto legislativo 81/2008 all’articolo 46 (Prevenzione incendi) recita che fino all’adozione dei decreti di cui al comma 3 (sempre dell’art. 46, ndr) continuano ad applicarsi i criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro di cui al decreto del Ministro dell’interno in data 10 marzo 1998.
 

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Il documento, a cura del Dott. Ing. Raffaele Sabatino (Responsabile del SPP – Ricerca INAIL) con la collaborazione del Dott. Ing. Massimo Giuffrida (Dipartimento Tecnologie di Sicurezza – Ricerca INAIL), si apre con l’evoluzione della normativa antincendio dalla pubblicazione del DPR 27 aprile 1955 n. 547 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro” al nuovo Regolamento per la disciplina dei procedimenti di Prevenzione Incendi, il DPR 1 agosto 2011 n. 151.
 
Rimandando eventuali approfondimenti di questa nuova edizione a futuri articoli, ci soffermiamo oggi sulle sostanze estinguenti, cioè quei “prodotti naturali o artificiali, allo stato solido, liquido o gassoso, che hanno la caratteristica di poter estinguere un incendio”.
Dopo essersi soffermato sulla scelta dell’estinguente da adottare in un determinato luogo di lavoro, anche in relazione alle diverse “classi di fuoco”, il documento si sofferma sulle singole sostanze.
 
Acqua
È “storicamente la sostanza estinguente più diffusa in quanto risulta assai efficace, economica e facilmente reperibile. L’acqua trova impiego tramite: idranti, naspi, attacchi di mandata per autopompa dei VV.F., impianti automatici e/o manuali di estinzione incendi ed in alcuni casi anche negli estintori.
 
Se l’acqua “è l’estinguente ideale per lo spegnimento di fuochi di classe ‘A’ (fuochi da solidi) e può essere impiegata, con alcune precauzioni, anche per fuochi di classe ‘B’ (fuochi da liquidi), è assolutamente da evitare su:
- fuochi di classe ‘D’ (metalli), perché potrebbe provocare reazioni esplosive;
- sostanze chimiche reattive in presenza di acqua, come il cloro, il fluoro, ecc.;
- apparecchiature elettriche in tensione, in quanto essendo l’acqua un ottimo conduttore di elettricità, potrebbe produrre fenomeni di folgorazione per l’utilizzatore”.
L’acqua “non è adatta nemmeno per fuochi di classe ‘C’ (fuochi da gas), fatta eccezione per gli impianti ad acqua atomizzata”.
 
Schiume
Le schiume sono “agenti estinguenti composti da una soluzione in acqua di liquido schiumogeno (detta soluzione schiumogena) con l’aggiunta di additivi che le impartiscono resistenza meccanica e resistenza al fuoco”. In questo caso l’azione estinguente “avviene essenzialmente per soffocamento, in quanto esse si frappongono tra il combustibile e il comburente (l’ossigeno), a cui si aggiunge un modesto apporto di raffreddamento del rogo, dovuto all’evaporazione dell’acqua presente nella schiuma”.
Le schiume “sono ottimi estinguenti per i fuochi di classe ‘A’ e ‘B’ (fuochi da materiali solidi e liquidi)”, ma sono “assolutamente da evitare per i fuochi di classe ‘D’ (fuochi da metalli) e naturalmente su quelli di apparecchiature elettriche in tensione”.
 
Il documento ricorda che le schiume possono essere utilizzate “mediante l’applicazione diretta sui roghi, tramite estintori portatili o carrellati ovvero mediante cannoni fissi e mobilio anche tramite impianti fissi di spegnimento automatico d’incendio (come ad esempio per serbatoi di idrocarburi di medio-grandi dimensioni)”.
 
Polveri estinguenti
Le polveri estinguenti, costituite da miscele di sostanze chimiche combinate insieme, si dividono in polveri chimiche e polveri speciali e le polveri chimiche a loro volta si dividono in “polveri normali” e “polveri polivalenti”:
-polveri chimiche normali (o monovalenti): “costituite principalmente da bicarbonato di sodio e composti di potassio, sono ottimi estinguenti per fuochi di classe ‘B’ e ‘C’ (fuochi da liquidi e da gas), nonché per fuochi da apparecchiature elettriche in tensione”;
-polveri chimiche polivalenti: “costituite generalmente da solfato di ammonio e di potassio, ovvero da fosfato di ammonio, invece, sono utilizzabili per i fuochi di classe “A”, ‘B’ e ‘C’ (fuochi da solidi, da liquidi e da gas), nonché per fuochi da apparecchiature elettriche in tensione”.
Le polveri chimiche, proiettate verso il rogo sotto pressione di gas inerti (generalmente CO2 o azoto), “venendo in contatto con il calore delle fiamme, si decompongono ed arrestano, con i prodotti della decomposizione, le reazioni dei gas combustibili con il comburente (l’ossigeno)”.
 
Infine le polveri speciali, “costituite da grafite, cloruro di sodio anidro, carbonato di sodio anidro e sabbia secca, risultano idonee per i fuochi di classe ‘D’ (fuochi da metalli), agiscono sul rogo come coprenti, cioè separando il combustibile (il metallo) dal comburente (l’ossigeno)”.
 
Anidride carbonica
È “uno degli estinguenti più diffusi nei luoghi di lavoro in quanto è un gas non tossico, non corrosivo, che non lascia residui. La sua azione estinguente si sviluppa principalmente per soffocamento (in quanto nel passaggio dallo stato liquido a quello aeriforme, sottrae ossigeno alla combustione), e solo in parte minore per raffreddamento”.
L’anidride carbonica risulta un “ottimo estinguente per fuochi di classe ‘B’ e ‘C’ (fuochi da liquidi e gas) e per fuochi da apparecchiature elettriche in tensione”. Può essere impiegata anche su fuochi di classe ‘A’ (fuochi da solidi).
 
In particolare “l’utilizzo dell’anidride carbonica negli impianti fissi di spegnimento automatico appositamente progettati è assai efficace in quanto, il CO2, essendo un estinguente gassoso, riesce a raggiungere siti dove altri estinguenti non possono arrivare” e il suo intervento di scarica non danneggia i materiali o le apparecchiature.
Tuttavia “l’anidride carbonica quando utilizzata nell’antincendio di locali ove vi è presenza, anche saltuaria, di persone può essere molto pericolosa, in quanto il suo intervento, sottraendo ossigeno dall’aria, può provocare seri problemi di respirazione. Pertanto, ove risultino installati impianti antincendio a CO2, è necessario prevedere opportuni sistemi di segnalazione acustici e/o ottici, che informino, con congruo anticipo, le persone eventualmente presenti di abbandonare i locali prima dell’intervento di scarica dell’estinguente”.
 
Agenti estinguenti alternativi agli idrocarburi alogenati o halon
Il documento ricorda che gli idrocarburi alogenati o halon (abbreviazione di Halogenated Hydrocarbon) “sono stati a lungo utilizzati negli impianti fissi di estinzione incendi ove era necessaria la presenza di un estinguente gassoso”, ma sono stati ritirati dal mercato per la capacità di impoverire lo strato di ozono stratosferico (DM 10 febbraio 1996 n. 56 e s.m.i.).
Tuttavia, “anche per poter utilizzare i numerosi impianti già installati (come ad esempio quelli posti a protezione antincendio di archivi, magazzini, depositi, centri elaborazione dati, biblioteche musei, locali tecnici di aeromobili, ecc.)” si è sentita la necessità di “sperimentare estinguenti alternativi aventi i medesimi pregi, ma senza la descritta problematica legata all’ozono”.
Sono dunque stati introdotti nel mercato numerosi tipi di idrocarburi florurati, “che pur disponendo delle caratteristiche di estinzione similari a quelle dell’halon, risultano conformi a quanto prescritto dal DM 10 febbraio 1996”.
 
Concludiamo ricordando che gli idrocarburi alogenati, impiegati principalmente negli impianti fissi di estinzione incendi, “sono idonei per lo spegnimento di fuochi di classe ‘A’, ‘B’ e ‘C’ (fuochi da solidi, liquidi e gas) e per fuochi da apparecchiature elettriche in tensione”.
Anche per questi estinguenti ed analogamente per quelli a CO2, c’è la necessità di “predisporre l’installazione di idonei dispositivi di allarme, che segnalino alle persone presenti, l’imminente scarica dell’estinguente”.
       
 
 
Inail, Settore Ricerca Certificazione e Verifica, Servizio Prevenzione e Protezione, “ Formazione antincendio”, a cura del Dott. Ing. Raffaele Sabatino (Responsabile del SPP – Ricerca INAIL) con la collaborazione del Dott. Ing. Massimo Giuffrida (Dipartimento Tecnologie di Sicurezza – Ricerca INAIL), edizione aggiornata al febbraio 2012  (formato PDF, 4.64 MB).
 
 
 

 


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Rispondi Autore: Alessandro Magni - likes: 0
06/06/2012 (09:37:27)
Vorrei sapere i nomi di chi ha l'incoscienza e l'ignoranza (nel senso di non conoscenza) di scrivere che "si può usare l'acqua, con precauzioni, su fuochi di classe B" o che "la CO2 si può usare su fuochi di classe A". Ma chiedere un parere a un tecnico antincendio o ai VVF è troppo difficile per l'INAIL ?
Rispondi Autore: Davide Degrassi - likes: 0
06/06/2012 (10:10:06)
Sono d'accordo con Magni, quelle affermazioni sono da incoscienti e rincaro la dose: sono stufo di sentire anche fonti autorevoli continuare a sostenere che acqua e schiuma non si possono utilizzare su apparecchi sotto tensione; già il DPR 547 più di 50 anni fa all'art. 35 diceva "[...] l'acqua, a meno che non si tratti di acqua nebulizzata, e le altre sostanze conduttrici non devono essere usate in prossimità di conduttori, macchine e apparecchi elettrici sotto tensione [...]", A MENO CHE NON SI TRATTI DI ACQUA NEBULIZZATA!
Ormai sono anni che si trovano in commercio estintori a schiuma a getto nebulizzato omologati per essere utilizzati su apparecchiature elettriche fino a 1000V ad un metro di distanza. Tra l'altro hanno classi di spegnimento tra le più elevate, recentemente sono usciti 43A 233B. Del resto non è un mistero che questi estintori siano i più utilizzati in Europa, solo in Italia amiamo incondizionatamente la polvere...
Rispondi Autore: MASSIMO ZUCCHIATTI - likes: 0
06/06/2012 (11:05:09)
cari Magni e Degrassi...gli estintori a polvere già costruiti si devono smaltire...o vendere... ! Una domanda avete mai avuto esperienze con l'IFEX 3000 ?
Rispondi Autore: Davide Degrassi - likes: 0
06/06/2012 (11:20:14)
Caro Zucchiatti,
io lavoro per una ditta di manutenzioni antincendio e posso garantirle che gli estintori che vendo sono stati prodotti quest'anno, il che significa che continuiamo a produrli nonostante tutto e di certo non sono riserve di magazzino di anni passati.
In secondo luogo il DM del 7 gennaio 2005, art. 11 c. 2 dice "Gli estintori portatili d'incendio, approvati di tipo ai sensi del decreto del Ministro dell'interno del 20 dicembre 1982, potranno essere utilizzati per diciotto anni, decorrenti dalla data di produzione punzonata su ciascun esemplare prodotto" il che significa che i vecchi estintori DEVONO essere smaltiti e quindi sostituiti; dove possibile (80% buono dei casi), sarebbe auspicabile sostituirli con estinguenti più adatti e se non altro meno dannosi rispetto alla polvere come ad esempio la schiuma che risponde in pieno ai requisiti minimi previsti dal DM 10 Marzo 1998.
Rispondi Autore: MASSIMO ZUCCHIATTI - likes: 0
06/06/2012 (11:34:17)
sI SONO D'ACCORDO DI PENSARE AD ALTRI ESTINGUENTI e non solo alla Polvere almeno per gran parte delle attività presidiate dove un incendio dovrebbe venire individuato all'inizio .
Cosa pensa Lei degli estintori ad acqua nebulizzata ? Io li consiglio vivamente per tenerli in casa, in ufficio, nelle scuole, negli alberghi o negli ospedali visto che l'utilizzo di polvere causa danni ed intossicazioni non indifferenti .
Rispondi Autore: Davide Degrassi - likes: 0
06/06/2012 (16:22:45)
Gli estintori ad acqua nebulizzata li consiglierei ovunque salvo rari casi di incompatibilità tra possibili combustibili in gioco ed estinguente in questione.
Bisogna però fare i conti a volte anche con alcune normative specifiche, per esempio nelle strutture sanitarie pubbliche e private non c'è molta scelta sul tipo di estinguente visto che il DM del 18 Settembre 2002 impone estintori da minimo 6 kg con classi di spegnimento minima 34A 144B C...
Rispondi Autore: MASSIMO ZUCCHIATTI - likes: 0
06/06/2012 (16:55:18)
Giusto ! Visto che siamo in discussione e chiunque può apportare nuove esperienze e saperi, cosa pensa del consiglio di tenere comunque a portata di mano anche 1/2 kg di bicarbonato di sodio che in piccoli incendi (inizio di piccole fiamme) di stoffe, , presine, cestini può essere molto utile , economicissimo e con 3...4 manciate personalmente ho spento (per prova) fuochi non tanto piccoli. Per ultimo un Suo gradito parere sulla Bomboletta Spray "SPEGNIFUOCO SUPER ANGEL" (non sono venditore nè rappresentante ma solo consulente progettista) Grazie per le Sue risposte.
Rispondi Autore: Raffaele Sabatino - likes: 0
11/06/2012 (16:28:49)
Gentili Sigg.ri Alessandro Magni e Davide Degrassi, laddove intendeste ritrovare un momento di maggiore serenità, evitando di distribuire inopportune ed avventate patenti di "incoscienza" e di "ignoranza", peraltro irrispettose del lavoro altrui, potreste osservare che: un estintore idrico, nella versione ad acqua nebulizzata o additivata, è notoriamente adatto anche per incendi di classe B e la CO2 è un estinguente particolarmente indicato per l’estinzione di materiali pregiati quali documenti, quadri, oggetti d’arte ecc., che possono essere, invece, danneggiati dall’impiego di altre sostanze estinguenti. Inoltre invito il Sig. Degrassi a consultare il manuale alla pagina 21, prima di affermare ciò che non è. Buon lavoro a tutti.
Rispondi Autore: MASSIMO ZUCCHIATTI - likes: 0
12/06/2012 (08:00:15)
Condivido il sig. Raffaele Sabatino per quanto dice in merito alle opere d'arte (l'arte e la cultura viene quasi sempre...dimenticata...anche dagli estintori).
E' uno spunto che sembra banale ma invece importante (la rovina di un'opera d'arte per un uso sconsiderato di un estintore sarebbe micidiale !!).
E' un consiglio da proporre ai MUSEI visto che negli stessi si trovano per lo più estintori a polvere (una volta esisteva l'HALON che secondo me andava benissimo per le opere d'arte). Penso però che al di là di quadri o alcune opere d'arte anche un estintore ad acqua nebulizzata non crei molto danno. Sarebbe interessante fornire una "tabella" indicativa del tipo di estintore da utilizzare senza fermarsi alla semplice suddivisione del tipo di fuoco (A B C D F...chissà perchè hanno saltato la "E"...)ma pensando anche al tipo di attività, materiali depositati o presenti, persone (pensate l'uso di un estintore a polvere in una scuola...fa più danni di un piccolo incendio - visto che a volte è stato utilizzato proprio per "sospendere" le lezioni per qualche giorno). Spero che tanti portino nuove idee (a proposito cosa ne pensate del BICARBONATO DI SODIO per piccoli incendi...)Grazie
Rispondi Autore: CLAUDIO ARADORI - likes: 0
23/11/2013 (17:41:34)
Gli estintori a polvere , tra l'altro i più diffusi non solo possono provocare diversi danni , ma sono tra gli estintori tra i più difficile da usare per le persone comuni , sicuramente meglio quelli ad acqua omologati anche per gli impianti sotto tensione .
Rispondi Autore: AIROLDI Tarcisio - likes: 0
28/10/2015 (08:20:35)
Non dice cosa contengono le bombolette antincendio diffuse in moltissime case.
Posso usarla nel prato contro le talpe?
Se contengono CO2 mi vanno bene!

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