Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
La colpa non e'... dell'acqua
Nel numero 329 di PuntoSicuro e' stata data notizia di un'esplosione avvenuta nei silos di un'azienda di cavi metallici per imballaggio, precisamente nell'impianto a carboni attivi che serve a filtrare i vapori dei solventi utilizzati nella fase di verniciatura.
Sulle cause dell'esplosione si e' affacciata l'ipotesi che fosse dovuta all'utilizzo dell'acqua, da parte di alcuni addetti dell'azienda, per raffreddare l'impianto.
A tale riguardo abbiamo chiesto il parere dell'Accademico ing.BT(L) Pier Paolo Pergolis, Presidente nazionale A.T.Is.A (Associazione Tecnica Ispettori Antincendio).
L'ing. Pergolis, in base ai pochi elementi che si hanno a disposizione, esclude che la causa dell'esplosione possa essere attribuibile ad una reazione con l'acqua.
Per prima cosa e' bene osservare che i filtri a carboni attivi utilizzati per filtrare i vapori della verniciatura assorbono i prodotti chimici tossici pericolosi e rilasciano un'aria quasi totalmente pura.
Quello che e' accaduto non sarebbe riconducibile ad una reazione con l'acqua, infatti per ''disintossicare i carboni attivi e i filtri dei carboni attivi si utilizza vapore acqueo. Con il vapore acqueo i carboni attivi rilasciano quanto contenuto al loro interno'' e si riattivano.
L'ing. Pergolis avanza l'ipotesi che il silos si sia surriscaldato perche' i carboni attivi erano saturi, quindi i vapori dei solventi non riuscivano piu' ad essere assorbiti e sono rimasti all'interno. Il surriscaldamento e la presenza dei vapori puo' aver portato all'esplosione. I vapori presenti forse si sono combinati con la polvere di carbone che puo' diventare esplosiva in particolari condizioni.
Tuttavia l'ing. Pergolis precisa che questa e' solo un'ipotesi e che per stabilire con precisione la causa dell'accaduto si dovrebbe infatti essere in possesso di una approfondita indagine tecnica.
Sulle cause dell'esplosione si e' affacciata l'ipotesi che fosse dovuta all'utilizzo dell'acqua, da parte di alcuni addetti dell'azienda, per raffreddare l'impianto.
A tale riguardo abbiamo chiesto il parere dell'Accademico ing.BT(L) Pier Paolo Pergolis, Presidente nazionale A.T.Is.A (Associazione Tecnica Ispettori Antincendio).
L'ing. Pergolis, in base ai pochi elementi che si hanno a disposizione, esclude che la causa dell'esplosione possa essere attribuibile ad una reazione con l'acqua.
Per prima cosa e' bene osservare che i filtri a carboni attivi utilizzati per filtrare i vapori della verniciatura assorbono i prodotti chimici tossici pericolosi e rilasciano un'aria quasi totalmente pura.
Quello che e' accaduto non sarebbe riconducibile ad una reazione con l'acqua, infatti per ''disintossicare i carboni attivi e i filtri dei carboni attivi si utilizza vapore acqueo. Con il vapore acqueo i carboni attivi rilasciano quanto contenuto al loro interno'' e si riattivano.
L'ing. Pergolis avanza l'ipotesi che il silos si sia surriscaldato perche' i carboni attivi erano saturi, quindi i vapori dei solventi non riuscivano piu' ad essere assorbiti e sono rimasti all'interno. Il surriscaldamento e la presenza dei vapori puo' aver portato all'esplosione. I vapori presenti forse si sono combinati con la polvere di carbone che puo' diventare esplosiva in particolari condizioni.
Tuttavia l'ing. Pergolis precisa che questa e' solo un'ipotesi e che per stabilire con precisione la causa dell'accaduto si dovrebbe infatti essere in possesso di una approfondita indagine tecnica.
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.