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Attività in smart working e sicurezza: come gestire le emergenze?

Attività in smart working e sicurezza: come gestire le emergenze?
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Prevenzione incendi

15/11/2022

Le linee di indirizzo CNI sulla gestione dei rischi nel lavoro agile riportano indicazioni sulle criticità della gestione delle emergenze. Le attività in coworking, le attività presso l’abitazione, il lavoro in solitario e gli strumenti di comunicazione.

Roma, 15 Nov – Quando un’attività lavorativa è svolta presso locali dotati di piani di emergenza “i lavoratori hanno a disposizione le informazioni per l’individuazione delle vie di uscita, la corretta lettura della segnaletica, la conoscenza delle modalità d’uso dell’ impianto di allarme incendio e in particolare delle ubicazioni dei pulsanti di allarme di emergenza (qualora presenti), dell’ubicazione degli impianti di spegnimento, e dei nominativi degli addetti antincendio ed evacuazione del sito”. Riguardo poi a particolari eventi naturali - come inondazioni, allagamenti, terremoti - occorre poi “riferirsi ed eseguire se non presente, il Piano Generale di Protezione Civile di pertinenza”.

 

Cosa accade invece nel lavoro agile per quanto riguarda le emergenze?

 

A fornire alcune informazioni sul tema delicato della gestione delle emergenze nel lavoro agile è il documento “ Linee di indirizzo per la gestione dei rischi in modalità smart working” elaborato nel 2021 dal Consiglio Nazionale Ingegneri ( CNI) e dal nostro giornale più volte utilizzato per approfondimenti su rischi e criticità nelle attività in smart working.

 

L’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:


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Lavoro agile e gestione delle emergenze: le attività in coworking

Il documento - curato da Gaetano Fede, da Stefano Bergagnin e dal Gruppo Tematico Temporaneo “Smart working e lavori in solitudine” del CNI – sottolinea che in caso di attività in smart working, qualora il lavoratore operi presso locali comuni, come ad esempio nelle attività in coworking, le informazioni correlate alla eventuale gestione di un’emergenza “devono essere fornite dal Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale, sulla scorta di quanto indicato dal locatore di tali locali”.

 

Gli autori forniscono alcune regole generali che, comunque, “vanno sempre adottate dai lavoratori per la limitazione del rischio incendio, qualora in condizioni di smart working si operi direttamente da luoghi aziendali o privati condivisi:

  • uso circoscritto di materiali infiammabili, combustibili e di fonti di calore;
  • vie di fuga di emergenza e procedure di intervento proporzionati al grado di rischio incendio presente;
  • rispetto delle norme di sicurezza degli impianti e dei locali con presenza gas;
  • predisposizione e mantenimento in efficienza di impianti, compresi quelli di estinzione incendi.
  • dare l’allarme a voce qualora non disponibili pulsanti di allarme;
  • intervenire solo se nominati addetti antincendio o se sicuri di essere in grado di farlo senza mettere a rischio la propria incolumità, utilizzando le attrezzature antincendio a disposizione;
  • verificare preventivamente chi deve contattare immediatamente l’intervento dei Vigili del Fuoco, che dovrà accogliere il loro arrivo e fornire le prime indicazioni sull’emergenza.

 

Lavoro agile e gestione delle emergenze: le attività presso l’abitazione

Il problema è che molte di queste informazioni, salvo diverse indicazioni normative che non sono disponibili nella norma specifica di legge (legge 22 maggio 2017, n. 81), a meno di futuri aggiornamenti, “non si applicano nel caso in cui il lavoratore in modalità smart working svolga la sua mansione presso la propria abitazione”.

 

A questo proposito sono proposti alcuni comportamenti che sono “da adottare in ogni caso in caso di incendio, quindi durante lo svolgimento delle mansioni smart working presso abitazioni o altri locali non aziendali”:

  • “mantenere la calma;
  • togliere tensione ai dispositivi elettrici ed elettronici in uso;
  • assicurarsi di conoscere le vie di esodo e di avere a disposizione una sicura via di fuga;
  • non usare acqua su apparecchiature elettriche;
  • nel caso l’incendio raggiunga dimensioni tali da non riuscire a spegnerlo senza mettere a rischio la propria incolumità, abbandonare immediatamente il locale o l’intera area;
  • in presenza di fumo camminare chinati respirando il meno possibile e proteggere la bocca e il naso con un fazzoletto preferibilmente bagnato;
  • raggiungere un punto di raccolta, senza usare l’ascensore;
  • non allontanarsi dal punto di raccolta prima dell’arrivo dei soccorsi”.

 

Lavoro agile e gestione delle emergenze: lavoro in solitario e comunicazione

Dunque è importante che tutte queste informazioni “vengano comunque trasmesse al lavoratore in modalità di lavoro agile da parte dell’azienda al fine di sensibilizzarlo sul corretto comportamento da adottare per limitare una tipologia di rischio comunque presente in ogni ambito, sia lavorativo che privato”.

 

Il documento si sofferma poi sullo svolgimento di attività di lavoro in solitario e in situazioni in cui si dovesse rivelare difficoltosa la richiesta esterna di assistenza.

 

In questo caso è necessario che “il luogo di lavoro sia sì idoneo alle caratteristiche della mansione, ma che abbia anche i requisiti di ragionevolezza e prudenza idonei”.

 

In particolare – continua il documento - gli strumenti di comunicazione “devono essere scelti con attenzione e diligenza, mediante la disponibilità a fornire a chi opera in queste modalità lavorative, per esempio:

  • “Telefoni cellulari GSM che abbiano un pulsante di emergenza e un sistema che possa registrare la perdita di verticalità e/o l’assenza di movimento. In caso di allarme (manuale e/o automatico) il dispositivo compone, anche automaticamente, una serie di numeri in sequenza pre-programmati e può inviare SMS riguardanti la tipologia dell’allarme e la relativa localizzazione;
  • Telecomandi radio: dedicati esclusivamente al tema allarme (senza fonia);
  • Dispositivi radio portatili che consentano la comunicazione vocale (ad esempio tipo Walkie Talkie)”.

 

Nel capitolo dedicato alla “Criticità della gestione delle emergenze” il documento CNI conclude indicando che tra le procedure da adottare per tutti i lavoratori che svolgono le loro mansioni secondo le varie tipologie oggetto del documento – il documento si sofferma su varie forme di lavoro a distanza – “si consiglia di trasmettere informazioni al fine di non lavorare in luoghi all’aperto durante le giornate ventose e con condizioni climatiche avverse, in particolare per il personale affetto da allergie, previo coinvolgimento a tal proposito anche del Medico Competente aziendale”.  

 

Rimandiamo, infine, alla lettura integrale del documento che al di là della gestione delle emergenze si sofferma su molte altre criticità e rischi connessi al lavoro agile con riferimento a:

  • ergonomia;
  • rumore;
  • sostanze pericolose;
  • rischio incendio;
  • sindrome da visione al computer;
  • esposizione a campi elettromagnetici;
  • microclima
  • rischi psicosociali;
  • sicurezza delle informazioni.

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Consiglio Nazionale degli Ingegneri, “Linee di indirizzo per la gestione dei rischi in modalità smart working”, a cura dell’Ing. Gaetano Fede (Consigliere CNI coordinatore GdL Sicurezza), dell’Ing. Stefano Bergagnin (GdL Sicurezza CNI) e del Gruppo Tematico Temporaneo “Smart working e lavori in solitudine” del CNI, versione maggio 2021.

 

 

Scarica la normativa di riferimento:

Legge 22 maggio 2017, n. 81 - Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato.

 

 

 

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