I vantaggi e la struttura del nuovo codice di prevenzione incendi
Bari, 3 Mag – Il nuovo “ Codice di prevenzione Incendi” contenuto nel Decreto del Ministero dell’Interno del 3 agosto 2015, chiamato anche “Testo Unico Antincendio” (TUA), è un “percorso progettuale prestazionale, prescrittivo e avanzato”. Prestazionale perché “fondato su una valutazione specifica, seppur semplificata, del rischio”, prescrittivo nel “definire i valori minimi delle strategie di protezione” e avanzato perché “dà una guida su come impostare un progetto basato sulla fire safety engineering accogliendo e inquadrando le principali normative europee”.
A raccontare in questi termini le nuove regole di prevenzione incendi è l’Ing. Giorgio Cucurachi (AIAS Bari e CFSE) con un intervento al convegno “Formazione, Giurisprudenza, Appalti Pubblici e Antincendio. Novità e aggiornamento tecnico-normativo” che si è tenuto a Bari il 12 settembre 2016.
Nell’intervento “Il Codice di prevenzione incendi e la Fire Safety Engineering”, che riporta anche alcuni commenti dell’Ing. Fabio Dattilo, si pone innanzitutto una domanda: serviva un testo unico antincendio?
Il relatore risponde che era necessario:
- “disporre di un testo unico in luogo di innumerevoli regole tecniche;
- semplificare;
- adottare regole meno prescrittive, più prestazionali e flessibili;
- fare in modo che le norme VVF si occupino solo di ‘antincendio’;
- prevedere la possibilità di scegliere fra diverse soluzioni;
- favorire l’utilizzo dei metodi dell’ingegneria antincendio”.
L’intervento, che vi invitiamo a leggere integralmente e che fa un utile riepilogo dei punti più rilevanti del nuovo codice di prevenzione incendi, si sofferma su vari aspetti, dalle impostazioni generali alle strategie, dalle metodologie alle regole tecniche verticali.
Ad esempio ricorda alcuni princìpi su cui si basa l’impostazione dell’allegato contenente le norme di prevenzione incendi:
- generalità: “metodologie comuni applicabili a tutte le attività;
- semplicità: sono privilegiate soluzioni semplici;
- modularità: la complessità della materia è scomposta in moduli;
- flessibilità: ricchezza di soluzioni progettuali;
- standardizzazione: secondo standard internazionali;
- inclusione: le diverse disabilità (motorie, sensoriali, cognitive, ...) temporanee o permanenti sono parte integrante della progettazione;
- contenuti basati sull'evidenza: basato sulla ricerca scientifica;
- aggiornabilità: seguendo il continuo avanzamento tecnologico”.
E ricorda che è possibile scegliere tra tre tipologie di soluzioni progettuali:
- soluzione conforme: soluzione progettuale di immediata applicazione nei casi specificati, che garantisce il raggiungimento del collegato livello di prestazione (es. ‘La distanza di protezione deve essere pari a 5 m’). Le soluzioni conformi comprendono anche soluzioni non obbligatorie, descritte con espressioni come ‘dovrebbe’, ‘dovrebbero’ o con gli avverbi ‘generalmente’ e ‘di norma’;
- soluzione alternativa: soluzione progettuale alternativa alle soluzioni conformi. Il progettista è tenuto a dimostrare il raggiungimento del collegato livello di prestazione impiegando uno dei metodi ordinari di progettazione della sicurezza antincendio (es. ‘La distanza di separazione deve essere calcolata imponendo irraggiamento massimo dal focolare verso l'obiettivo pari a 12,6 kW/m2’);
- soluzione in deroga: soluzione progettuale per la quale è richiesta l'attivazione del procedimento di deroga, così come previsto dalla normativa vigente. Il progettista è tenuto a dimostrare il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza antincendio impiegando uno dei metodi avanzati di progettazione della sicurezza antincendio”.
Si segnala poi che riguardo alle strategie il TUA considera 10 misure antincendio:
- S.1 Reazione al fuoco;
- S.2 Resistenza al fuoco;
- S.3 Compartimentazione;
- S.4 Esodo;
- S.5 G.S.A. (Gestione della sicurezza antincendio);
- S.6 Controllo dell'incendio;
- S.7 Rivelazione e allarme;
- S.8 Controllo di fumi e calore;
- S.9 Operatività antincendio;
- S.10 Sicurezza impianti.
L’intervento, che si sofferma sulle diverse misure riportando anche le specifiche novità del Codice rispetto alla normativa precedente, ricorda che il GSA è la “misura antincendio organizzativa e gestionale atta a garantire, nel tempo, un adeguato livello di sicurezza antincendio e di incendio”. E comprende: programmazione delle lavorazioni pericolose, monitoraggio continuo dei rischi e azioni per ridurli, esame della tipologia di occupanti presenti, efficienza delle misure di sicurezza, fruibilità delle vie di fuga, addestramento del personale, gestione dell’emergenza fino all’arrivo dei VVF, piani di emergenza, …
La relazione, che si sofferma anche sulle regole tecniche verticali (le disposizioni normative applicabili a una specifica attività e che “servono a caratterizzare meglio una specifica attività fornendo ulteriori indicazioni rispetto a quelle già previste dal Codice”), presenta poi i il tema dell’applicazione di principi ingegneristici, “regole e giudizi esperti basati sulla valutazione scientifica del fenomeno della combustione, degli effetti dell'incendio e del comportamento umano, finalizzati alla tutela della vita umana, protezione beni e ambiente, alla quantificazione dei rischi d’incendio e relativi effetti e alla valutazione analitica delle misure antincendio ottimali, necessarie a limitare, entro livelli prestabiliti, le conseguenze dell'incendio”.
Una metodologia di progettazione della fire safety engineering prevede:
- I FASE: analisi preliminare (Definizione del progetto, Identificazione degli obiettivi di sicurezza, Definizione delle soglie di prestazione, Individuazione scenari cluster e scenari di studio);
- II FASE: analisi quantitativa (Elaborazione soluzioni progettuali, Valutazione delle soluzioni progettuali, Selezione soluzioni più idonee).
In particolare “dopo aver stabilito lo scopo del progetto (deroga, evitare il flashover, tutela di un bene), il professionista antincendio specifica gli obiettivi di sicurezza antincendio, in relazione alle specifiche esigenze dell’attività. Con gli obiettivi si specificano qualitativamente, ad esempio: il livello di salvaguardia dell'incolumità degli occupanti; il massimo danno tollerabile all'attività; la continuità d'esercizio a seguito di un evento incidentale.
L’intervento si sofferma poi sulle soglie di prestazione, sugli scenari di incendio (“gli scenari di incendio sono moltelplici”), sul sommario tecnico e sulla relazione tecnica.
La relazione si conclude riportando i vantaggi nell’uso del TUA:
- “un vantaggio che verrà riscontrato sarà negli adeguamenti e nella progettazione che sarà molto meno dispendiosa in fase esecutiva;
- un altro vantaggio sarà che il progettista potrà mettere in gioco una vera e propria qualità progettuale distinguibile in base al proprio bagaglio di esperienza perché non più basata ad una mera conoscenza di una normativa verticale specifica;
- il progettista avrà piena coscienza e conoscenza delle necessità progettuale;
- il vincolo prescrittivo è ridotto ad un minimo prestazionale dosato in funzione della valutazione del rischio individuazione o della scelta del livello di prestazione”.
“ Il Codice di prevenzione incendi e la Fire Safety Engineering”, a cura dell’Ing. Giorgio Cucurachi (AIAS Bari e CFSE), intervento al convegno “Formazione, Giurisprudenza, Appalti Pubblici e Antincendio. Novità e aggiornamento tecnico-normativo” (formato PDF, 3.62 MB).
Leggi gli altri articoli di PuntoSicuro sulla normativa antincendio
Tiziano Menduto
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.