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Il rischio di sovraccarico biomeccanico nella lavorazione delle pelli
Roma, 28 Sett – Non sono pochi i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori impegnati nelle attività conciarie, ma quando ci si sofferma sulle attività di concia spesso si parla per lo più delle malattie professionali correlate ai pericoli degli agenti chimici e delle polveri.
Tuttavia non mancano anche altri rischi di varia natura e, tra questi, bisogna sottolineare anche quelli correlati al sovraccarico biomeccanico degli arti superiori.
Per conoscerli meglio, ci soffermiamo su alcune schede contenute nel primo volume della monografia Inail dal titolo “ Schede di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nei comparti della piccola industria, dell’artigianato e dell’agricoltura”.
Segnalando che PuntoSicuro si è già soffermato in passato sulle schede relative ai rischi ergonomici nella fabbricazione di articoli in pelle (articoli da viaggio, borse, pelletteria, selleria,...), ricordiamo che le schede di tale monografia “non rappresentano uno strumento ‘fai da te”’ per la valutazione del rischio da sovraccarico”. Non solo i dati contenuti nelle schede “non possono sostituire l’osservazione diretta delle lavorazioni svolte e la consultazione dei lavoratori sulle prassi di lavoro”, ma i valori riportati nelle schede (ad esempio i punteggi previsti dalla Checklist OCRA) sono “validi se riferiti esclusivamente alle condizioni lavorative descritte nelle schede stesse”.
Riportiamo brevemente quanto segnalato in sei diverse schede relative a diverse tipologie di lavorazioni della pelle.
Scheda 31 - Preparazione e concia del cuoio e pelle - preparazione e tintura di pellicce: addetto alla catena aerea
Il compito prevede il “prelievo delle pelli da panche e/o bancali con entrambe le mani e la sistemazione delle stesse sulla catena aerea”. In particolare “le pelli lavorate sono di vitelli o vitellini interi o a metà, di peso compreso tra i 600 e i 700 g, nel 60-70% dei casi; la rimanente parte arriva a pesare al massimo 1 kg. Le pelli vengono appese umide alla catena aerea, per cui il loro peso è conseguentemente più elevato”.
Per tale attività si rileva un rischio elevato per l’arto sin e dx da 6h di lavoro in poi (rischio medio già dopo 4h di lavoro).
Per la riduzione del rischio è possibile “agire sui tempi di adibizione alla mansione, prevedendo una adeguata rotazione dei compiti (in questo caso in azienda vengono svolti vari compiti) e una corretta gestione delle pause”. Inoltre “occorre prevedere delle pedane su cui possa posizionarsi l’addetto con le pelli, al fine di caricare queste ultime sulla catena aerea, per minimizzare il più possibile il mantenimento di posture estreme. Attualmente questo compito comporta il posizionamento delle braccia sopra l’altezza della testa”.
Scheda 32 - Preparazione e concia del cuoio e pelle - preparazione e tintura di pellicce: finitura pelli - messa al vento a rullo caldo
In questo caso l’addetto “preleva una pelle da un bancale con entrambe le mani, la solleva per distenderla con i gomiti all’altezza delle spalle e si china sul rullo per posizionarcela sopra e distenderla con le mani aperte. Il rullo trascina la pelle e la sospinge fuori; l’addetto la afferra, la estrae, la solleva, la ruota e la posiziona nuovamente sulla macchina”. La finitura mediante messa al vento a rullo caldo “ha la triplice funzione di asciugare, ripianare e satinare tutti i tipi di pelle” e il fattore critico dell’operazione consiste principalmente nel “posizionamento della pelle lavorata sulla ‘sella, che comporta il mantenimento delle braccia senza appoggio ad altezza delle spalle o quasi (in dipendenza dell’altezza dell’operatore)”.
Anche per tale attività si rileva un rischio elevato per l’arto sin e dx da 6h di lavoro in poi (con rischio medio già dopo 4h di lavoro).
Riguardo alla prevenzione, per ridurre la criticità del posizionamento della pelle lavorata sulla “sella”, “la cui altezza aumenta con il numero di pelli via via depositate, potrebbero essere utilizzati dei bancali ad altezza variabile, soluzione già attuata in alcune aziende”.
Senza dimenticare che si può agire su pause, tempi di recupero e cambio di mansione, per ridurre il rischio a carico di entrambi gli arti da entità elevata a media.
Scheda 33 - Preparazione e concia del cuoio e pelle - preparazione e tintura di pellicce: addetto follonatura
Il compito prevede due fasi: “la prima di carico del bottale, la seconda di scarico dal bottale delle pelli follonate. In entrambi i casi il ciclo di lavoro è molto breve e ripetitivo”. In particolare la follonatura “è un’azione di rifinitura delle pelli effettuata per ammorbidirle”. Le pelli lavorate – nell’azienda osservata – “sono di vitelli o vitellini interi o a metà, di peso compreso tra i 600 e i 700 g, nel 60-70% dei casi; la rimanente parte arriva a pesare al massimo 1 kg. Il compito si esegue in piedi”.
Per tale attività si rileva un rischio molto più basso: un rischio lieve da 6h di lavoro in poi.
Per la riduzione del rischio è possibile “agire sui tempi di adibizione alla mansione, prevedendo una adeguata rotazione dei compiti” e una corretta gestione delle pause”. Inoltre “per la riduzione dell’esposizione a sovraccarico biomeccanico, l’imboccatura del bottale a follonare deve essere posizionata ad un’altezza il più possibile compatibile con quella dell’operatore, per ridurre, come nel caso in esame, il mantenimento prolungato di posture incongrue soprattutto a carico delle spalle”.
Scheda 34 - Preparazione e concia del cuoio e pelle - preparazione e tintura di pellicce: addetto palissonatura
La palissonatura è un’azione di rifinitura delle pelli effettuata al fine di ammorbidirle e in questo caso il compito prevede “il prelievo delle pelli da panche e/o bancali con entrambe le mani e l’accompagnamento delle stesse fino all’ingresso della macchina”.
Per tale attività si rileva un rischio ancora più basso: un rischio molto lieveper l’arto sin e dx da 6h di lavoro in poi.
E “con un tempo di recupero idoneo questa mansione è caratterizzata da un rischio accettabile”, anche se c’è da considerare che le pelli in questo caso non hanno pesi eccessivi.
Scheda 35 - Preparazione e concia del cuoio e pelle - preparazione e tintura di pellicce: verniciatura per tamponatura manuale delle pelli
In questo compito la pelle “è presa da spalliere e messa sul tavolo. Delle pezze di tessuto vengono ‘appallottolate’ nella mano, imbevute di vernice in un contenitore a lato ed usate come tamponi per verniciare o lucidare la pelle o meglio le ‘spuntature’ ovverosia i rilievi della pelle. La verniciatura/lucidatura avviene con movimenti continui, da sinistra a destra, interrotti solo per impregnare nuovamente il tampone. La pelle viene fatta scorrere sul tavolo, man mano che si procede con l’operazione di tamponatura, con l’altra mano o con entrambe le mani. Infine la pelle viene posizionata su spalliere”.
Con l’uso dell’arto dx per la “tamponatura” si viene ad avere in questo compito osservato un rischio elevato per il solo arto dx da 6h di lavoro in poi e un rischio medio per l’arto sin dopo 6h di lavoro.
Per la riduzione del rischio, “oltre all’eventuale automazione del compito ed all’alternanza su più compiti, si può procedere dotando gli operatori di tamponi con impugnatura ergonomica”. Inoltre la mansione può essere intervallata “da altre mansioni complementari, dal caricamento del colore al controllo visivo di qualità delle pelli, interrompendo così l’adibizione continua”.
Scheda 36 - Preparazione e concia del cuoio e pelle - preparazione e tintura di pellicce: verniciatura manuale a spruzzo delle pelli
Concludiamo con un secondo compito connesso alla verniciatura, In questo caso si ha prelievo delle pelli da spalliere con entrambe le mani. La pelle viene posta su un tavolo con sopra una mascherina per decorazione. Si vernicia con una pistola a spruzzo, con movimenti da sinistra a destra. Si possono effettuare due tipi di verniciatura a spruzzo: a fascia o sull’intera pelle. Si effettuano più passaggi su una stessa parte (o fascia) da verniciare. Le pelli lunghe vengono fatte scorrere tre volte sotto la mascherina per essere verniciate. A fine verniciatura si alza la mascherina, si preleva la pelle con due mani e la si posiziona su spalliere”.
Anche in questo caso l’arto dx è il più sollecitato è si ha un rischio elevato per il solo arto dx già da 4h di lavoro in poi e un rischio medio per l’arto sin dopo 6h di lavoro.
Per la riduzione del rischio, “oltre all’eventuale automazione del compito ed all’alternanza su più compiti, si può procedere alleggerendo il peso delle mascherine (oltre che metalliche si possono avere in materiali plastici). Si può predisporre una postazione di appoggio consona per la pistola a spruzzo all’altezza del braccio, per evitare di impegnare troppo l’arto”.
Contarp Inail, “ Schede di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nei comparti della piccola industria, dell’artigianato e dell’agricoltura”, edizione 2012, pubblicazione realizzata da Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (Contarp) di Direzione Regionale Marche, Direzione Regionale Liguria, Direzione Regionale Toscana; Autori: Ugo Caselli, Chiara Breschi, Raffaella Compagnoni, Marina Mameli, Eleonora Mastrominico, Daniela Sarto con la collaborazione di Silvia Mochi (formato PDF, 3.67 MB).
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RTM
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