Medico competente: check list calzature di protezione
Una proposta di questionari o schede raccolta dati dedicati alla Medicina del Lavoro e alla pratica quotidiana del Medico Competente. Una proposta di materiali che vorrebbe innescare un percorso virtuoso con confronti, scambio di esperienze, anche discussione, purché costruttiva, tra i Medici Competenti
I LAVORATORI E LE CALZATURE DI PROTEZIONE
Uno dei problemi più costanti e sentiti dai lavoratori è rappresentato dall’uso delle calzature di protezione, chiaramente nelle attività ove queste sono prescritte.
Tale obbligo è sempre più fatto osservare, allargandone la prescrizione anche ai lavoratori che normalmente non sarebbero obbligati (impiegati tecnici, commerciali, ecc…) ed anche ai lavoratori occasionali (magari con l’uso di puntali di protezione, disagevoli, ma ottimali per un breve uso), quanto presenti o di passaggio nei luoghi di lavoro.
L’offerta tecnica e commerciale delle calzature di protezione è diventata nel tempo sempre più cospicua e “calzante” per le diverse esigenze, differenziando i gradi di protezione con applicazioni specifiche: puntali in alluminio o policarbonato, la non perforabilità della suola con solette adatte e senza lamiere in acciaio interposte, materiali più leggere e preformanti e anche, ma non ultimo, più gradevoli alla vista per modelli molto simili ormai alle calzature sportive di uso comune.
La normativa italiana e l’INAIL, come Ente assicurativo delle attività lavorative, esigono il rispetto dell’obbligo in modo molto stringente, comprendendo nelle responsabilità per eventuali infortuni occorsi in carenza dei DPI, anche i preposti/Dirigenti per “mancata sorveglianza” all’uso da parte dei lavoratori.
E’ questa un’anomalia italiana rispetto agli altri Paesi della Comunità Europea, ove gli Organi di Vigilanza ed il Sistema Assicurativo Privato, unico possibile, riconoscono la fornitura adeguata, la segnaletica apposta e la formazione seguita prove esimenti da qualsiasi responsabilità di terzi, accollando alla libera scelta, e quindi alle responsabilità dirette del lavoratore, qualsiasi conseguenza.
In quest’ottica appare quindi molto importante ottenere qualche dato in più dai lavoratori e raccogliere, nei limiti del possibile e di uno scambio corretto di informazioni; l’accettazione dell’ausilio e la compliance nell’uso dello stesso.
I due questionari proposti sono stati da me creati diversi anni fa (ed ora aggiornati) iniziando un’attività informativa e formativa oltreché la creazione e fornitura di plantari o, meglio, di “AMPLICETTORI”, solette molto sottili e non invasive che rendono l’ida di “camminare sulla propria impronta”, come in riva al mare.
Questo sempre necessariamente con la collaborazione di Specialisti podologi ed iniziando dai casi “problematici e/o congeniti”, per arrivare poi ad allargare la procedura di assegnazione anche a lavorator che avranno problemi di posture particolare o lavorassero in situazioni particolari.
I risultati furono ottimali ed ancor oggi, a più di 10 anni, quasi la metà dei lavoratori formati e dotati del dispositivo, continuano l’uso delle solette ANCHE nelle calzature extra lavorative; è questo particolare molto importante per la necessità del nostro cervello, e di conseguenza della nostra colonna vertebrale, di riconoscere la postura più adatta a costituzione personale, attività svolta e stile di vita di ogni soggetto.
E’ sicuramente una proposta “in più” rispetto alle normalità di comportamento nelle Aziende, ma… Se non si comincia a provare…!!
Luigi Dal Cason
Medico competente ed ergonomo
Questionario gradimento utilizzo solette/plantari in dpi (formato pdf)
Questionario uso scarpe antinfortunistiche(formato pdf)
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