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Lavoratori con disabilità: come attivare il reinserimento lavorativo?

Lavoratori con disabilità: come attivare il reinserimento lavorativo?
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Medico competente

02/03/2023

Un documento prodotto da Cgil Piemonte si sofferma sul reinserimento lavorativo. Il reinserimento e l'integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro. Come realizzarli e attivarli nei luoghi di lavoro.

Torino, 2 Mar – Come ricordato nell’articolo “ Gli interventi finalizzati al reinserimento e all’integrazione lavorativa”, per una reale tutela dei lavoratori nei luoghi di lavoro è necessario anche favorire il reinserimento e l'integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro acquisita a seguito di infortunio o malattia professionale. E il reinserimento è, dunque, la possibilità per i lavoratori che hanno avuto un infortunio o sono affetti da una malattia professionale di mantenere il proprio posto di lavoro.

 

A ricordare cosa sia il reinserimento lavorativo è stato un recente convegno che si è tenuto il 16 dicembre 2022 a Torino e che ha presentato anche i contenuti di una breve pieghevole della Cgil Piemonte che vuole essere per RLS, componenti delle RSU/RSA, lavoratori e lavoratrici un “utile strumento di conoscenza di un’opportunità normativa che garantisce il reinserimento lavorativo a seguito di infortunio e/o di malattia professionale”.

 

L’articolo di presentazione del pieghevole si sofferma sui seguenti argomenti:



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Cosa è il reinserimento lavorativo e l’accomodamento ragionevole

Il pieghevole – dal titolo “Reinserimento lavorativo” – ricorda dunque che, come indicato in apertura di articolo, il reinserimento lavorativo delle persone con disabilità da lavoro è la possibilità per le lavoratrici e i lavoratori, assicurati all’Inail e che abbiano “subito un infortunio o che siano affetti da una malattia professionale (con conseguenti menomazioni), “di non essere licenziati ma di mantenere il proprio posto di lavoro”.

 

 

Prioritariamente – continua il documento – “deve essere consentito lo svolgimento della stessa mansione ma può anche succedere che si possa essere assegnati ad una mansione diversa rispetto a quella a cui si era adibiti prima di infortunarsi o ammalarsi”.

 

In che modo è possibile operare il reinserimento? Con “l’adeguamento del posto di lavoro alla nuova condizione personale che garantisca la prosecuzione dell’attività lavorativa attraverso progetti personalizzati mirati”.

 

Ed infatti, come segnalato anche nell’articolo “ Lavoratori disabili e misure di accomodamento ragionevole”, le persone con disabilità “vantano un diritto soggettivo agli accomodamenti ragionevoli che può essere fatto valere in sede di contestazione, nel caso di licenziamento, nei confronti dei datori di lavoro che non abbiano adottato i provvedimenti appropriati”.

 

Come operare il reinserimento lavorativo dei lavoratori

Il pieghevole riporta anche indicazioni pratiche per il reinserimento.

 

Il reinserimento lavorativo può essere realizzato:

  • con interventi formativi di riqualificazione professionale. Esempio:
    • “addestramento utilizzo postazioni
    • tutoraggio per svolgimento stessa mansione
    • tutoraggio per riqualificazione professionale funzionale all’adibizione ad altra mansione
  • con progetti per il superamento e per l’abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi di lavoro. Esempio:
    • inserimento rampe
    • adeguamento percorsi orizzontali
    • modifica locale ascensore
    • modifica servizi igienici
  • con interventi di adeguamento e di adattamento delle postazioni di lavoro:
    • arredi
    • strumenti
    • ausili
    • strumenti di interfaccia macchina-utente
    • veicoli costituenti strumenti di lavoro”.

 

Reinserimento lavorativo: come attivarlo?

Il documento risponde poi ad altre domande.

 

Chi decide se una lavoratrice o un lavoratore può continuare a svolgere l’attività lavorativa? 

 

Si indica che “lo decide il Medico Competente (nominato dal datore di lavoro in tutte le aziende) che può esprimere giudizi che possono essere di:

  • idoneità parziale temporanea
  • idoneità parziale permanente
  • prescrizioni o limitazioni
  • inidoneità temporanea
  • inidoneità permanente”.

 

Si indica poi che sono attribuite all’Inail “le competenze in materia di reinserimento e di integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro” e che, per essere attivati, i vari interventi “possono essere individuati nell’ambito di:

  • un progetto di reinserimento lavorativo personalizzato (Prlp) elaborato dall’équipe della Sede locale Inail (competente per domicilio della lavoratrice o lavoratore) con il coinvolgimento della lavoratrice o del lavoratore e del datore di lavoro
  • un progetto di reinserimento lavorativo personalizzato proposto dal datore di lavoro, condiviso dal lavoratore e valutato dall’equipe Inail (competente per domicilio della lavoratrice o del lavoratore)”.

E, infine, l’attivazione del progetto può essere chiesta da:

  • il datore di lavoro
  • la lavoratrice o il lavoratore che richiede all’Inail di attivarsi
  • l’Inail sollecitando e stimolando il datore di lavoro a partecipare al progetto”. 

 

Rimandiamo alla lettura integrale del documento che si sofferma anche sull’entità dei finanziamenti dei progetti da parte dell’Inail e sulle normative correlate.

 

Concludiamo rimandando alla lettura anche degli articoli:

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Cgil Piemonte, Inca Piemonte, “ Reinserimento lavorativo”, edizione novembre 2023 (Formato PDF, 812 kB).

 



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Rispondi Autore: Giuseppe Leocata - likes: 0
03/03/2023 (18:57:48)
Spett. Redazione Punto Sicuro,
sono un medico del lavoro venuto 40 anni fa a Milano quando c’era la classe operaia, allora molti dei medici che non volevano fare gli ospedalieri sceglievano la medicina del lavoro o la psichiatria (c’era Franco Basaglia).
Ho letto con molto interesse l’articolo, bello, complesso e articolato. Vi porgerei, così, qualche cortese commento.
Oggi sono in aumento sia gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali come anche le morti sul lavoro e tutti dovremmo porci qualche domanda e agire di conseguenza e insieme in proposito.
E’ senzaltro utile occuparsi di reinserimento lavorativo di persone che hanno subito infortuni e/o che hanno contratto malattie professionali ma nella realtà quotidiana del mondo delle imprese vi sono molte più persone che invecchiano e continuano a lavorare e molte persone con invalidità civile per problematiche fisiche, sensoriali e /o psichiche; anche a queste bisogna pensare sia in termini di reinserimento, mantenimento al lavoro, accompagnamento all’abbandono del lavoro con delle tutele sia di accomodamenti ragionevoli.
Infatti, e in modo opportuno, negli articoli collegati si affrontano molto bene e attentamente le problematiche delle emergenze nei luoghi di lavoro per soggetti con disabilità.
In questa sezione si sarebbe potuto fare cenno anche al ‘tutor per l’emergenza’ (figura volontaristica, in grado di svolgere il ruolo e operativa) come anello di congiunzione tra il lavoratore con disabilità e l’addetto alle emergenze (figura gestionale che non può occuparsi direttamente di ogni singolo caso), così come proposto da Giorgio Sclip (del resto da Voi citato) – già qualche anno fa’.
Apprezzabile anche il contributo della brava dr.ssa Guardavilla, in merito alla problematica e che avrei completato con altri aspetti correlati sempre alla possibilità di reintegro o mantenimento al lavoro dei disabili e con altri riferimenti normativi che coinvolgono la figura del medico competente in rete con altre figure gestionali interne ed esterne all’impresa.
Sarebbe stato utile affrontare, in relazione alla delicata tematica, anche il discorso su ‘Disability’ e ‘Diversity Management’. Questo ruolo dovrebbe diventare sempre più cruciale nella gestione della problematica della ‘disabilità’ e della ‘diversità’ in azienda e nelle relazioni tra le diverse figure coinvolte nella problematica: interne (Lavoratori con Disabilità, medico competente, RSPP, RRLLS, Datore di Lavoro, Servizio Risorse Umane, Colleghi di Lavoro della persona con disabilità) ed esterne all’azienda (INPS e Commissioni Invalidi, Inail, Istituzioni per l’avviamento lavorativo mirato ex L.68/99, organizzazioni sindacali e patronati).
Disponibile per eventuale confronto e chiarimenti, porgo cordiali saluti e auguro buon lavoro.

Rispondi Autore: adriano - likes: 0
26/07/2023 (21:08:21)
Oh 60 anni a Ottobre un invalidità motoria del 46 %..son dal 2013 che non lavoro o la 5•elementari che possibita di reinserimento lavorativo??

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