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Conferenza Regioni: report sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro
Pubblicato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome un report sulle "attività delle Regioni per la prevenzione nei luoghi di lavoro e per il contrasto agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali" concluse o attivate nel 2010.
Il rapporto "costituisce la sintesi dell’attività che le Regioni e P.A., nel 2010, hanno realizzato in coerenza con gli obiettivi europei e nazionali, agendo nell’ambito di una consolidata e fattiva collaborazione con l’Amministrazione centrale dello Stato. I risultati sono stati significativi e concreti in termini di pianificazione e realizzazione dell’attività di prevenzione. Tutte le Regioni e P.A. hanno istituito i Comitati Regionali di Coordinamento, che costituiscono la necessaria cabina di regia interistituzionale degli interventi ed hanno corrisposto agli impegni dettati dalle norme ed assunti con i documenti di programmazione nazionali ed in particolare con il Patto per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (DPCM 17/12/2007) e con il Piano nazionale della prevenzione 2010-2012, formalizzati, in ciascun territorio, nei rispettivi Piani Regionali di Prevenzione".
Queste le attività segnalate:
- il piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2010-2012;
- la strategia degli interventi;
- i Comitati Regionali di Coordinamento;
- attività di vigilanza dei servizi delle ASL nel 2010;
- copertura del LEA– Patto per la salute;
- piano nazionale agricoltura;
- attività di contrasto agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali;
- attività di informazione, formazione, assistenza e promozione della salute;
- altre attività sanitarie;
- formazione;
- il sistema di sorveglianza sugli infortuni mortali (INFOR.MO.);
- il sistema di sorveglianza sulle malattie professionali ( MAL.PROF).
Conclusioni
“Quello che appare è il quadro di un sistema di prevenzione orientato secondo il “Patto per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” del 1° agosto 2007 che si è concretizzato con l'emanazione del D.P.C.M. 17/12/2007.
Fin dal 2007, il volume delle attività erogate ha consentito alle regioni, nel loro complesso, di
garantire a livello nazionale la copertura dei livelli essenziali di assistenza (LEA – controllo del 5% delle aziende con almeno un dipendente o assimilato).
La strategia sviluppata ha puntato non solo all'aspetto quantitativo ma anche a quello qualitativo degli interventi in termini di appropriatezza e di priorità di intervento. Lo sviluppo dei flussi informativi regionali, condivisi tra enti, a partire dai flussi in tema di infortuni e malattie professionali, ha permesso di supportare con solide basi conoscitive la pianificazione delle attività di vigilanza e formazione nell'ambito dei Comitati Regionali di Coordinamento previsti dall'art. 7 del DLgs 81/2008, ora istituiti in tutte le regioni italiane. Anche i Piani regionali di Prevenzione 2010 - 2012, seguendo gli indirizzi del Piano Nazionale di Prevenzione, fanno ampio riferimento ai dati di contesto e allo sviluppo di sistemi di monitoraggio degli interventi preventivi che devono essere prioritariamente rivolti alle situazioni di maggior rischio e secondo logiche di efficacia.
L'omogeneità, non solo quantitativa, delle prestazioni preventive è stata perseguita attraverso iniziative di formazione degli operatori delle ASL su temi particolarmente rilevanti quali sono i sistemi di sorveglianza degli infortuni mortali e delle malattie professionali, il Piano Nazionale Agricoltura e il Piano Nazionale Edilizia.
Come si è detto, la rilevazione effettuata dalle regioni non copre la totalità delle azioni svolte dai servizi di prevenzione, in particolare per quanto riguarda l'informazione e l'assistenza e la
produzione di materiali informativi per la promozione della salute e della sicurezza sul lavoro.
Per il futuro si dovrà ulteriormente ampliare il monitoraggio dei prodotti erogati dal sistema di
prevenzione nei luoghi di lavoro anche nell'ottica del Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione ( SINP di cui all'art 8 del DLgs 81/2008), proprio per il ruolo rilevante che da sempre le regioni hanno svolto sul piano dell'assistenza, della formazione e della promozione delle salute.
In un periodo di crisi economica come quello che caratterizza questi anni e quelli a venire, con
possibilità limitate di incrementare le risorse disponibili per la prevenzione, la sfida è quella di
un ulteriore sforzo di razionalizzazione sulle risorse, sul target (aziende o situazioni a maggior
rischio) e sulle metodiche di intervento (abbandono delle pratiche di intervento poco efficaci o che agiscono su un target limitato). In questo contesto le Regioni compiono un continuo sforzo organizzativo nella realizzazione di un coordinamento tra gli Enti del Sistema Regionale della Prevenzione afferenti al Comitato di Coordinamento art. 7 DLgs 81/08 – finalizzato a garantire sinergie e integrazione dei programmi di vigilanza e di promozione della salute nelle aziende del territorio.”
Il report (formato PDF).
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