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Sono gestiti adeguatamente i rischi connessi alla presenza di soppalchi?

Sono gestiti adeguatamente i rischi connessi alla presenza di soppalchi?
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Linee guida e buone prassi

08/01/2024

Un documento realizzato dall’ATS Val Padana presenta linee guida per la gestione dei rischi connessi alla presenza nelle aziende di soppalchi e per assicurare la massima sicurezza tecnologicamente fattibile ma concretamente attuabile.

Mantova, 8 Gen – Gli spazi utili nelle imprese, soprattutto nel manifatturiero, sono spesso ridotti. E le imprese, se raramente riescono a “realizzare ampliamenti o nuovi stabilimenti (adiacenti o meno) per adattare le aree di lavoro al normale processo di evoluzione che caratterizza ogni impresa”, generalmente “utilizzano, il più possibile, gli spazi a loro disposizione che nella maggior parte dei casi si sviluppano in altezza”. E si arriva quindi alla “realizzazione di soppalchi metallici ovvero l’utilizzo di solai esistenti che, quindi, vengono ad assolvere una seconda funzione, inizialmente quasi mai prevista dal costruttore”.

 

In azienda “sono presenti soppalchi o solai utilizzati come magazzini? Sono gestiti correttamente e sono stati valutati tutti i rischi ad essi connessi, soprattutto per le fasi di trasporto manuali ovvero con mezzi di sollevamento”?

 

A chiederselo, e a presentare un utile strumento per la prevenzione dei rischi connessi all’uso dei soppalchi, sono delle nuove linee guida – dal titolo “Linee guida gestione soppalchi” – che vogliono “offrire spunti di valutazione e soluzioni possibili tra le più innovative che rappresentano lo ‘stato dell’arte’”.

 

 

La Linea Guida - realizzata dall’ ATS Val Padana e validata dal Gruppo di Lavoro Area Tematica “Metalmeccanica” - nasce dalla “consapevolezza dei Tecnici della Prevenzione del Servizio Pubblico (SPSAL), che sul tema della ‘ caduta dall’alto’ ancora oggi, dopo 68 anni” (dalla promulgazione del DPR 547/1955), “resta molto da fare se, al di là delle stesse norme e regolamenti, imprenditori e lavoratori, spesso, si limitano al rispetto del ‘minimo di Legge’”.

E la “Legge” – continua la premessa del documento – “non sempre è chiara ed applicabile nel caso specifico”. E dunque serve “un comune sforzo per compensare ciò che manca e dare piena applicazione allo ‘spirito’ delle Direttive Europee in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” andando “oltre” il mero rispetto del dettato normativo, “al fine di assicurare la massima sicurezza tecnologicamente fattibile ma concretamente attuabile”.

 

Questi gli argomenti affrontati nell’articolo di presentazione del documento:


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Linee guida per la gestione dei soppalchi: la normativa

Il documento ricorda che i soppalchi, “costruiti con elementi tipici delle scaffalature metalliche (profili sottili e montanti perforati in continuo) sottostanno alle norme tecniche per le costruzioni approvate con Decreto Ministeriale del 14.1.2008, integrate, per la parte sismica, dalle Ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3274 del 20.3.2003, n° 3379 del 5.11.2004, n° 3431 del 3.5.2005 e n° 3519 del 28.4.2006, oltre alle pertinenti Norme Tecniche (che ne includono la gestione)”. Norme tecniche che sono raccolte in una tabella che riprendiamo dal documento:

 

 

Gli autori ricordano che “a seconda delle destinazioni d’uso dei soppalchi, nonché delle loro caratteristiche dimensionali, le norme applicabili possono variare notevolmente”.

Ad esempio in “un’attività di vendita con magazzino di superficie maggiore di 400 m2 e come tale ricadente nell’attività n. 87 del D.M. 16.2.1982 soggetta all’obbligo di Certificato di Prevenzione Incendi” o nel caso di una “superficie molto limitata, ad esempio di 100 m2, non soggetta a tale obbligo”, le norme tecniche da seguire “sono notevolmente differenti”.

 

Inoltre:

  • -per i soppalchi “realizzati su solai in latero-cemento o C.A., le normative sono quelle specifiche per le costruzioni edili, anch’esse riferibili alla NTC 2018 (Nuove norme sismiche per il calcolo strutturale)”.
  • “una particolare tipologia di solai sono i c.d. ‘collaboranti’ realizzati, cioè, con un sistema misto lamiere grecate (appunto collaboranti) e getti in opera in calcestruzzo armato di spessori congrui alla portata definitiva, sia su strutture in latero-cemento che su strutture in acciaio che trovano anch’esse un capitolo dedicato nella NTC sopra citata (4.3.6. solette composte con lamiera grecata)”.

 

Senza dimenticare che capita anche che “solai realizzati con uno scopo ben definito, con il tempo possono subire variazioni di destinazione d’uso (non sempre oggetto di regolare denuncia autorizzativa) la cui gestione in sicurezza (accesso, carico/scarico, portata, ecc.) è lungi da venire”. Un tema, questo, “ampliamente sottostimato” e foriero di criticità se non addirittura incidenti o infortuni.

E chiaramente la caduta dall’alto è “la dinamica incidentale che rappresenta il rischio maggiore su tali manufatti, senza dimenticare che nel caso di presenza di finestrature (es. Uglass, ‘Naco’, ecc.) poste a filo pavimento, la movimentazione dei materiali potrebbe determinarne la rottura”.

 

Linee guida per la gestione dei soppalchi: le scale di accesso

Il documento – che presenta alcuni casi concreti e offre al lettore spunti di miglioramento dei livelli di sicurezza – riporta anche indicazioni in merito alle problematiche connesse alle scale di accesso e ai soppalchi su macchine e impianti.

 

Ad esempio, si indica che le scale di accesso ai soppalchi o altri piani di lavoro in quota, “rappresentano da anni una notevole criticità”. E “laddove siano presenti soppalchi metallici dotati di proprie scale a gradini appositamente progettate, realizzate e poste in opera, la normativa vigente sulla costruzione delle strutture in acciaio dovrà essere rispettata anche per tali elementi essenziali per la sicurezza dei lavoratori”.

 

Il documento segnala che gli unici consigli che l’esperienza sul campo permette di porre all’attenzione del lettore, sono quelli di “richiedere al costruttore, oltre al rispetto del rapporto ‘pedata/alzata’, l’utilizzo della miglior tecnologia in termini di materiali costituenti i piani di camminamento, pedate e ballatoi. Questi, infatti posso presentare caratteristiche di alto, medio o basso grip (aderenza, tenuta della scarpa sul piano di camminamento) tale da eliminare o ridurre la possibilità di scivolamento che, appunto in presenza di scale, è foriero di possibili danni gravi in caso di caduta. Soprattutto nel caso in cui il lavoratore porti in mano contenitori o scatole pesanti e/o ingombranti”.

 

Il documento, a questo proposito, riporta vari esempi di tipologia di piani di camminamenti “offrendo per ognuno di essi una valutazione tecnica sulla base dell’esperienza diretta”.

 

L’indice delle linee guida sulla gestione dei soppalchi

Rimandiamo alla lettura integrale del documento “Linee guida gestione soppalchi” di cui riportiamo l’indice.

 

Capitolo 1 - Introduzione: Perchè?

 

Capitolo 2 - Problema Si o problema No?

2.1 Caso 1 - Mantova - 2002

2.2 Caso 2 - Mantova - 2018

2.3 Caso 3 - Mantova - 2021

2.4 Caso 4 - Mantova - 2016

 

Capitolo 3 – Sicurezza tecnologica o procedurale?

 

Capitolo 4 - Soluzioni sì, Soluzioni no!

 

Capitolo 5 – Un’importante criticità: le scale di accesso

 

Capitolo 6 - Una possibile criticità: i soppalchi su macchine e impianti

 

Capitolo 7 - Raccomandazioni

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

ATS Val Padana, “Linee guida gestione soppalchi”, documento validato il 16 dicembre 2022 dal Gruppo di Lavoro Area Tematica “Metalmeccanica”, composto da Righi Alberto, Ortu Giuseppe, Montresor Michele, Bernardo Pasquale, Pincella Luca, Losi Giacomo, Pasquali Marco, Guarnieri Ettore e Solci Marco.

 


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