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La prevenzione dei disturbi agli arti superiori

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Linee guida e buone prassi

07/01/2009

Disponibile in rete le linee guida per la prevenzione dei disturbi degli arti superiori nel comparto del mobile imbottito e dell’attività di cucito: valutazione del rischio, prevenzione, formazione dei lavoratori, sorveglianza sanitaria.

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L’Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (UOPSAL) del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Forlì ha prodotto un documento con l’obiettivo di “promuovere il miglioramento della salute dei lavoratori del comparto mobile imbottito con specifico riferimento al rischio sovraccarico biomeccanico degli arti superiori (individuazione, valutazione e gestione del rischio ergonomico)”.
Si tratta delle “Linee Guida di comparto per la prevenzione dei disturbi degli arti superiori” che, in una prospettiva di prevenzione di tali patologie, “affronta il tema della valutazione del rischio specificando il percorso che il datore di lavoro può seguire al fine di individuare tutte le misure di prevenzione”.
Inoltre queste linee guida forniscono “i risultati delle valutazioni per singola lavorazione e cercano di indicare gli interventi mirati alla riduzione e contenimento del rischio in oggetto”.


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Come indicato nelle Linee Guida, il comparto del mobile imbottito presente nel territorio di Forlì “è costituito in prevalenza da aziende a carattere artigianale o comunque di dimensioni medio-piccole, che impiegano circa 2.000 lavoratori prevalentemente di sesso femminile”.
Alcuni dei rischi principali sono di tipo ergonomico, ad esempio rischi dovuti:
- alla postura;
- all’uso di “strumenti vibranti (pistola fissachiodi, taglierina, ecc..)”.
E le lavorazioni che espongono maggiormente a questi rischi sono il cucito di pelle e tessuto, la tappezzeria, il taglio manuale, e l’insaccaggio cuscini, tutte ampiamente trattate nel documento.
 
Riguardo alle conseguenze fisiche di queste attività, ad esempio “disturbi e/o patologie a carico dei sistemi ed apparati osteoarticolare, muscolotendineo, nervoso e vascolare”, le prime segnalazioni di questo comparto sono giunte (relativamente al territorio di Forlì) nel 2003 e “da allora si è riscontrato un trend in aumento”: questo il motivo della necessità di “coinvolgere e guidare le aziende” nel percorso da intraprendere nella gestione delle patologie da sovraccarico dell’arto superiore (CTD).
 
Nel documento si affrontano diversi temi:
- valutazione del rischio;
- individuazione delle misure di prevenzione;
- formazione/informazione dei lavoratori;
 
Vediamo a titolo di esempio le indicazioni di prevenzione per una delle lavorazioni considerata a rischio: l’attività di cucito.
 
Il lavoro alla macchina da cucire comporta diversi fattori di rischio:  
- fatica fisica per gli “innumerevoli spostamenti del rivestimento del divano in lavorazione”, fatica spesso sottovalutata;
posture inadeguate: gli “strumenti di lavoro sono raramente ergonomici”, ad esempio “i banchi di lavoro si trovano ad un'altezza errata, lo spazio per la gambe è insufficiente, le sedie non sono regolabili”. Inoltre gli “addetti alla cucitura tendono a lavorare in una postura fissa caratterizzata dal costante atteggiamento di flessione del tronco”;
- il mantenimento delle braccia semisollevate, “soprattutto nella lavorazione delle impunture”;  
- i ritmi di lavoro “talvolta sostenuti con elevata ripetitività con tempi di recupero, a volte, inadeguati”;
- “l’alto tasso di azioni richiedenti sforzo fisico e/o torsioni del tronco;  
- il livello inadeguato di formazione per quanto riguarda i compiti e la sicurezza del lavoro;  
- i fattori ambientali, come la presenza di vibrazioni o condizioni inadeguate di microclima e illuminazione”.
 
Riguardo alle misure di prevenzione a livello tecnico il documento consiglia di:
- prevedere una postazione di lavoro “ergonomica” in possesso dei requisiti idonei (tavolo di lavoro di ampiezza tale da consentire idoneo appoggio del prodotto in lavorazione, regolabilità in altezza del piano di lavoro, “bordi in elastomero al fine di impedire la compressione dei tessuti degli arti e del tronco”);
- “apposita sedia ergonomica regolabile in altezza, con lo schienale inclinabile e dotato di supporto lombare regolabile: le sedute previste per le postazioni VDT possono essere considerate adatte anche per questo tipo di lavorazione”;
- apposita linea elettrica di illuminazione;
- uno spazio idoneo al di sotto del piano di lavoro, “anche in relazione all’uso del pedale”.
 
Le misure organizzative consigliate invece prevedono:
- “una rotazione degli operatori nell’esecuzione delle varie fasi del cucito (inizio, chiusura, impuntura, applicazione particolari, applicazione cerniere lampo, ecc…): per tale lavorazione non è proponibile come misura di riduzione del rischio la turnazione in altre lavorazioni, vista la specifica professionalità delle addette al cucito”;
- un “rallentamento del ritmo di lavoro che può essere ottenuto con la riduzione della frequenza delle azioni e/o con l’inserimento di pause”: un rallentamento che può favorire la riduzione del rischio;
- “l’inserimento di adeguate pause (o periodo di recupero) finalizzate al recupero del sovraccarico biomeccanico dei gruppi muscolari”.
 
Si ricorda che nella considerazione della distribuzione dei tempi di recupero “non vanno considerate le ore prima della pausa mensa e prima dell’ora di fine turno” e nel periodo di recupero deve essere “presente una sostanziale inattività di uno o più gruppi muscolari altrimenti coinvolti nello svolgimento di precedenti attività lavorative”.
 
Alla fine del documento sono presenti anche diversi allegati che possono essere utili alle aziende:
- allegato 1 “Segnalatori di rischio”;
- allegato 2 Possibili obiezioni e domande;
- allegato 3 Check List OSHA;
- allegato 4 Check List OCRA;
- allegato 5 Modulo formazione rischio CTD
- allegato 6 “Le metodiche per la valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico del rachide”;
- allegato 7 SCHEDA NIOSH.
 
 
La produzione del mobile imbottito: Linee Guida di comparto per la prevenzione dei disturbi degli arti superiori”, UOPSAL di Forlì, a cura della Dott.ssa M. Alessandra Caso, del Dott. Lamberto Veneri e dell’A.S. Marilena Ravaioli (formato PDF, 499 kB).
 
 
Tiziano Menduto



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Rispondi Autore: Galli Sebastian - likes: 0
25/09/2013 (20:44:42)
salve, questo articulo mi ha risolto qualche dubbio, ma nos riesco ad asessorarmi riguard al insaccaggio a mano, quanti kili di toleranza giornagliera sono accetatti per gli lavoratori turnisti?, a me mi abligano a insaccare dai 7.500 Kg ai 10.000 Kg. potette aiutarmi? grazie

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