I principali rischi lavorativi nella produzione del mobile imbottito
Bologna, 27 Feb – Sono diversi i rischi lavorativi per le aziende di produzione del mobile imbottito che spesso sono aziende di tipo artigianale, di dimensioni medio-piccole e con una prevalenza, a parte alcune lavorazioni (come tappezzeria e gestione del magazzino) di addetti di sesso femminile. In questo comparto alcune attività lavorative, quali il cucito e la tappezzeria, “sono ancora affidate prevalentemente alla capacità professionale dei lavoratori e non consentono particolari automazioni”. Ed è proprio questa caratteristica che favorisce “l’insorgenza di patologie a carico dell’arto superiore per l’esposizione al rischio professione di movimenti ripetuti e sovraccarico biomeccanico”.
A ricordarlo e a permetterci di presentare oggi alcuni rischi degli operatori del comparto del mobile imbottito, è un documento che affronta la sicurezza nel comparto della lavorazione del legno correlato al progetto multimediale Impresa Sicura, un progetto elaborato da EBER, EBAM, Regione Marche, Regione Emilia-Romagna e Inail e validato dalla Commissione Consultiva come buona prassi nella seduta del 27 novembre 2013.
Nella parte del documento “ImpresaSicura_Lavorazione del Legno” dedicato al mobile imbottito, ci si sofferma innanzitutto sul ciclo tecnologico del comparto, anche se raramente le attività sono tutte presenti nelle varie aziende. In ogni caso la maggior parte delle aziende produttrici del mobile imbottito (“poltronifici”) sono “impegnate nella fase di preparazione del fusto, di lavorazione del rivestimento, movimentazione e stoccaggio: la produzione vera e propria del fusto (in legno o ferro) e del semilavorato in poliuretano espanso sono svolte prevalentemente da aziende specializzate complementari”.
Riprendiamo dal documento lo schema di flusso rappresentativo del processo produttivo.
Mobile imbottito: rischi di sovraccarico e movimentazione
Il documento si sofferma sui principali rischi del comparto: infortunistico, sovraccarico dell’arto superiore, movimentazione manuale dei carichi, rumore, vibrazioni, agenti chimici e videoterminali.
Ad esempio con riferimento al rischio infortunistico si indica che in questo comparto “non è particolarmente elevato anche se l’uso di macchine è molto diffuso e alcune di queste sono potenzialmente pericolose”. Inoltre nelle aziende che:
- “effettuano la lavorazione anche del fusto e del poliuretano il rischio aumenta a causa dell’utilizzo di macchine pericolose quali seghe circolari e a nastro, pialle a filo e toupie, foratrici e taglierine;
- “effettuano la realizzazione e il montaggio del rivestimento (pelle e/o stoffa) i rischi sono principalmente dovuti all’utilizzo di attrezzature manuali o utensili quali taglierine, pistole fissachiodi, cutter e di macchine quali cucitrici”.
Vanno poi anche ricordati gli infortuni “nel campo della movimentazione di carichi a mano, come per esempio uno schiacciamento della mano o una distorsione muscolare (al rachide, alle braccia, alle spalle) legati a una movimentazione errata”.
In ogni caso “le cause più importanti degli infortuni relativi alla movimentazione manuale sono diverse e comprendono ad esempio:
- ritmi di lavoro sostenuti;
- percorsi di trasporto con pericoli di inciampo;
- fasi di lavoro non sufficientemente organizzate;
- carichi troppo pesanti o non pratici da afferrare;
- impiego di persone non adatte;
- formazione, informazione e addestramento carenti o non eseguiti;
- cattive abitudini”.
Uno dei principali rischi lavorativi a cui sono esposti i lavoratori impiegati in questo settore produttivo è invece quello da sovraccarico biomeccanico da movimenti e/o sforzi ripetuti degli arti superiori. Si indica che “i compiti lavorativi, il ritmo di lavoro, l’uso di forza, le posture della mano e del braccio scorrette, l’utilizzo di strumenti vibranti e la disposizione degli arredi condizionano e favoriscono almeno per tre mansioni (cucitura, tappezzeria e insaccaggio cuscini) questo tipo di rischio occupazionale”.
Un altro rischio rilevante nel comparto è quello correlato al rischio da sovraccarico del rachide dovuto a movimentazione manuale dei carichi (MMC).
In particolare nella produzione del mobile imbottito, “le operazioni che comportano movimentazione manuale dei carichi ricorrono frequentemente soprattutto per i lavoratori addetti alla tappezzeria, al magazzino ed allo stoccaggio delle materie prime (fusti, tessuto, pelle, ecc.) e del prodotto. Le operazioni di montaggio del rivestimento, in tappezzeria, richiedono ripetuti riposizionamenti e sollevamenti del fusto in legno o metallo con sollecitazioni a carico delle spalle e del rachide dorso-lombare. Le operazioni nel reparto magazzino richiedono il sollevamento anche manuale del prodotto finito per il suo temporaneo stoccaggio in attesa della spedizione”.
Si sottolinea che nel caso in cui la movimentazione manuale sia inevitabile, il datore di lavoro “è obbligato a:
- valutare il rischio sia nella fase iniziale dell’attività che, successivamente, con una periodicità atta a consentirgli di individuare l’eventuale insorgenza di nuove situazioni di pericolo;
- decidere le azioni correttive per ridurre il rischio;
- dotare di attrezzature tecniche il posto di lavoro;
- informare ed addestrare i lavoratori circa i metodi di lavoro sicuro;
- vigilare che i lavoratori interessati si attengano alle procedure stabilite ed utilizzino i mezzi di protezione a loro forniti”.
Mobile imbottito: rischio rumore e vibrazioni
Un altro rischio di cui tener conto è quello relativo al rumore, dove “comunemente si intende per rumore un suono che provoca una sensazione sgradevole, fastidiosa o intollerabile. Il suono è una perturbazione meccanica che si propaga in un mezzo elastico (gas, liquido, solido) e che è in grado di eccitare il senso dell’udito”.
Nel documento, che vi invitiamo a visualizzare integralmente, è riportata una tabella sintetica di alcune attrezzature di lavoro con i relativi valori di esposizione.
Bisogna poi tener conto anche del rischio vibrazioni. Le vibrazioni “rappresentano l’effetto di una sollecitazione meccanica che induce, in un corpo solido, oscillazioni periodiche intorno ad una posizione d’equilibrio”.
Si ricorda che il D.Lgs. 81/2008 (articolo 200) definisce:
a) “vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio: le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al sistema mano braccio nell’uomo, comportano un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari;
b) vibrazioni trasmesse al corpo intero: le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al corpo intero, comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare lombalgie e traumi del rachide”.
Anche in questo caso è presente una tabella sintetica di alcune attrezzature di lavoro con i valori di esposizione.
Mobile imbottito: agenti chimici e videoterminali
si segnala che la presenza e l’impiego degli agenti chimici quali collanti, diluenti, polveri e inquinanti aerodispersi di varia granulometria “espongono i lavoratori ai seguenti rischi professionali:
- incendi: molti composti sono infatti volatili e facilmente infiammabili;
- irritazioni e causticazioni: molti composti come acidi e basi possiedono un potere lesivo più o meno marcato sui tessuti con cui vengono a contatto;
- intossicazioni acute: possono avvenire per inalazione, ingestione, contatto cutaneo di alte dosi;
- intossicazioni croniche: possono insorgere in conseguenza a esposizioni prolungate anche a dosi relativamente basse”.
In particolare nel comparto l’esposizione ad agenti chimici “si verifica:
- Nella realizzazione dei “fusti” (telai in legno per divani): “tale lavorazione comporta esposizione a polveri di legno duro; il legno prevalentemente utilizzato è rappresentato da faggio, pioppo, abete, pino, truciolare, faesite e multistrati. La diffusione della polvere è funzione dell’organizzazione del lavoro, della presenza e dell’efficienza di funzionamento di sistemi di captazione, delle abilità personali dei lavoratori, della tipologia d’essenze lavorate, delle modalità di pulizia, sostituzione e svuotamento dei filtri dei macchinari. Alla polvere di legno è attribuito un effetto irritante e sensibilizzante a carico della pelle e del sistema respiratorio. Non tutti i tipi di legno sono uguali e, tra le innumerevoli differenze che li caratterizzano, ce n’è una rilevante anche per la legge: i cosiddetti legni duri possono dar luogo a polveri potenzialmente cancerogene;
- Nelle attività di messa in bianco e di preincollaggio per l’applicazione di mastice e colle, i cui principali componenti sono rappresentati dal N-Esano, Cicloesano, Acetone, Nafta, Toluene, Xilene, N-Eptano, ecc;
- Nelle piccole operazioni di incollaggio (riprese) che occasionalmente si effettuano sui semilavorati (fusti);
- Nelle eventuali colorazioni e rifiniture dei bordi dei cuscini o dei rivestimenti finiti;
- Nelle operazioni di ‘svolgimento’ dei rotoli di tessuto, taglio della pelle e/o tessuto e lavorazione con la tagliaecuci. In tali attività si può determinare la diffusione nell’ambiente di lavoro delle polveri eventualmente presenti sul tessuto e sulla pelle: si tratta di polveri delle fibre che costituiscono le stoffe, ma anche delle sostanze chimiche utilizzate nelle precedenti operazioni di finissaggio (antipiega, coloranti, ecc.)”.
Riguardo poi ai videoterminali (VDT) si segnala che il loro utilizzo, “sia negli uffici sia nella produzione dove ci sono macchine a controllo numerico munite di monitor, può determinare una serie di problematiche tipiche, quali la fatica visiva e i disturbi muscolo-scheletrici”. E questi disturbi in generale “derivano da un’inadeguata progettazione dei posti e delle modalità di lavoro. Essi possono essere prevenuti non solo con l’applicazione di principi ergonomici, ma anche con comportamenti adeguati da parte degli utilizzatori”.
Le schede riepilogative dei rischi
Concludiamo segnalando che il documento riporta poi varie schede riepilogative dei rischi per la salute nelle fasi del ciclo produttivo del “mobile imbottito”. Ogni scheda, oltre ad elencare i vari rischi, indica “ciò che è necessario fare per quanto riguarda la Sorveglianza Sanitaria e suggerisce gli indispensabili DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) per evitare infortuni e malattie professionali”.
Le schede riguardano le seguenti attività:
- attività di insaccaggio (questa attività consiste nell’insaccare i cuscini sia in gommapiuma che in piuma);
- attività di messa in bianco (consiste nell’applicare sul fusto in legno un adesivo/collante sul quale viene poi attaccato il poliuretano);
- attività della scelta e segno della pelle (consiste nel selezionare la pelle, scartando quella con difetti, e nel posizionamento delle dime sul pezzo da tagliare e conseguente disegno della sagoma);
- attività di taglio manuale della pelle e del tessuto fodere (consiste nel tagliare i materiali con la taglierina manuale. per il tessuto e le fodere la fase di taglio è, nella gran parte delle aziende, automatizzata);
- attività di cucito;
- attività di tappezzeria (consiste nel rivestimento del fusto con pelli o tessuto, il rivestimento e la fodera vengono sistemati e puntati con la pistola fissachiodi. Questa attività può prevedere anche la cinghiatura e il montaggio di reti metalliche).
RTM
Vai al sito da cui è tratto l'articolo:
Il sito “ Impresa Sicura”: l’accesso via internet è gratuito e avviene tramite registrazione al sito.
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.