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La banca dati dei Profili di Rischio di Comparto dell’ Ispesl, che raccoglie le informazioni sui rischi in ogni singola fase del ciclo produttivo di un gran numero di attività, contiene diversi documenti relativi ai vari profili di rischio nel comparto alberghiero.
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Profili di rischio per gli addetti a cure termali e piscine
Ci occupiamo oggi dei rischi presenti nelle strutture alberghiere con cure termali e piscine, ricordando che generalmente il personale addetto alle cure termali opera in condizioni microclimatiche sfavorevoli legate alle alte temperature ed all’alto tasso di umidità presente nei luoghi di lavoro di pertinenza.
Il documento Ispesl “ Cure termali e piscine”, indica che gli infortuni più frequenti in quest’ambito del comparto alberghiero sono “gli infortuni riguardanti episodi di inciampo e scivolamento, eventi questi correlati alle mansioni di portafango, fanghini e massoterapisti, legati al fatto che si trovano a lavorare in ambienti con pavimenti umidi o comunque resi scivolosi dal fango o dall’acqua termale”.
Tra gli infortuni al “secondo posto”, con frequenza uguale “troviamo cause dovute ad urti contro oggetti o parti strutturali” (eventi che riguardano soprattutto i portafango) e incidenti dovuti alla presenza di parapetti, sporgenze etc”.
Seguono poi gli infortuni “imputabili al sollevamento o spostamento di carichi, sia quelli relativi a dirette azioni da sforzo che le altre”.
Soffermiamoci sui rischi di alcune specifiche figure professionali.
Il portafango si occupa della “preparazione delle dosi di fango terapeutico che normalmente avviene con l’utilizzo lunghe zappe che raccolgono il fango caldo dalle vasche riempiendo appositi secchi”. Probabilmente questa è la “figura professionale a maggior rischio nell’albergo termale”.
I suoi principali rischi:
- “rischi di caduta nella vasca sia durante la raccolta che durante lo scarico del fango e durante il lavaggio del telo utilizzato per la fangoterapia;
- rischi da movimentazione dei carichi;
- possibile dermatite da contatto causata dal fango termale;
- rischio da elettrocuzione derivante dall’utilizzazione in ambiente umido di macchine alimentate ad energia elettrica;
- rischio di schiacciamento da pesanti parti meccaniche.
Il documento ricorda che durante le operazioni in prossimità delle vasche prive di parapetto il lavoratore deve indossare una “ imbracatura di sicurezza vincolata tramite apposito cursore ad un sistema di trattenuta” per evitare la caduta nella vasca.
Un ulteriore insidia sul luogo di lavoro è rappresentata dal pavimento “che può essere sdrucciolevole per il fango perso durante la raccolta o lo scarico e dagli inevitabili gocciolamenti che avvengono durante tutte le operazioni”.
Il lavoratore deve dunque indossare “calzature con suola antisdrucciolevole, ben calzate, evitando zoccoli o ciabatte, anche se calzature facilmente sfilabili sarebbero da preferire nell’eventualità di scivolamenti degli arti inferiori nelle vasche di fango o di acqua calda”.
E l’illuminazione deve essere adeguata in relazione agli orari anche notturni, al vapore presente, alla possibilità che i portalampade vengano urtati e rotti dalle impugnature delle zappe.
Inoltre devono essere messe in pratica precise precauzioni per la sicurezza per le vasche (recinzione, parapetto in corrispondenza dei corridoi, sistema di ancoraggio contro la caduta, …).
Un’altra attività a rischio è quella del fanghino che effettua la fangoterapia, generalmente a mani nude.
Questo lavoratore è esposto al rischio di movimentazione dei carichi, ad esempio la movimentazione dei pazienti “che deve aiutare e sorreggere duranti le varie operazioni”.
Per ridurre gli sforzi è “importante che le altezze dei piani di lavoro dei lettini e dei carrelli siano approssimativamente le stesse”.
Inoltre è presente un rischio di dermatite da contatto “legato all’uso del fango termale caldo mentre può essere considerato trascurabile il rischio biologico da contatto con il paziente, visto che durante la normale attività si limita a spalmare il fango e non effettua massaggi”.
Altre figure di cui si occupa il documento sono:
- “il massaggiatore o massoterapeuta: effettua il massaggio in genere dopo la fangoterapia usando di norma due tipi di pomata con ingredienti a basso potere allergizzante”. Per questa figura professionale si consiglia l’uso dei seguenti DPI: calzature con suola antisdrucciolo (per evitare le cadute) e guanti in lattice naturale o vinile a perdere per il rischio chimico e biologico;
- l’addetto alle cure inalatorie: controlla il paziente durante il ciclo di cure inalatorie preparandogli le sostanze per le terapie, in genere essenze vegetali;
- l’addetto alle irrigazioni vaginali: assiste le pazienti durante le fasi terapeutiche usando i guanti monouso;
- l’addetto alle inalazioni: assiste i pazienti durante le fasi terapeutiche usando i guanti monouso”;
- addetti a impianti ginnici-sportivi.
Il documento si sofferma anche sulle piscine termali e sui profili di rischio degli addetti.
Gli addetti alla piscine “sono i bagnini (assistenti bagnanti)” che controllano la sicurezza delle persone che fruiscono degli impianti natatori terapeutici, aiutano i portatori di handicap motori e gli anziani ad immergersi, mantengono la pulizia degli ambienti di pertinenza e degli specchi d’acqua, controllano e verificano o intervengono direttamente nel processo di trattamento dell’acqua termale utilizzata negli impianti, se questo non avviene con sistemi automatici, …
“Parte dei rischi cui l’assistente bagnanti è esposto possono essere ridotti o eliminati ricorrendo all’utilizzo di sistemi automatici per il trattamento dell’acqua delle piscine”.
E nel caso di clorazione manuale “va ricordato che per il travaso di soluzioni concentrate di ipoclorito di sodio si deve far uso di adeguate maschere ed occhiali protettivi. Analoghe precauzioni si devono adottare con le soluzioni di acido cloridrico”.
Il documento sottolinea che “deve essere posto in atto l’assoluto divieto di stoccare la soluzione di ipoclorito di sodio accanto a quella di acido cloridrico per il pericolo di sviluppo di cloro gassoso, in caso di contatto accidentale dei prodotti o rottura dei recipienti. Tutti i recipienti dovrebbero essere contenuti in platee di contenimento impermeabili e compatibili con i reagenti chimici conservati. Per quanto riguarda l’uso di acido cloridrico vanno usati guanti di gomma, maschera ed occhiali”.
Il bagnino - come il portafango, il fanghino e, in certi casi, il massoterapeuta - va sottoposto a sorveglianza sanitaria “per il rischio di movimentazione dei carichi e per il rischio da cloro nel caso che venga effettuata la clorazione manualmente. Va adeguatamente formato ed informato, specie sull’uso dei preparati pericolosi utilizzati per il trattamento dell’acqua e per l’utilizzo di attrezzature elettriche per la pulizia e gestione delle piscine”.
Ispesl, profili di rischio del comparto alberghiero “ Cure termali e piscine”, (formato PDF, 2.27 MB).
Tiziano Menduto
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: Sergio Morando - likes: 0 | 10/02/2011 (11:23:00) |
Salve, da aggiungere quanto scritto sopra di rischio per gli assistenti bagnanti di pericoli di scivolamento..se in piscina aggiungerei se la piscina è termale anche il rischio di inalazione respiratoria di continui vapori! è come respirare per 8 ore giornaliere acqua e in più si ci rammolisce si viene per così dire bolliti si perdono le forze insomma. L'acqua termale e vapori fanno certamente bene per un periodo di tempo se un bagnino deve lavorare per 8-10 ore giornaliere in questo ambiente secondo me è pericoloso in quanto finito di lavorare c'è da considerare anche che si deve magari guidare l'auto o moto per raggiungere la propria abitazione ed i riflessi con l'ambiente di vapore continuo termale rendono per così dire più sonnolenti di completo rilassamento non sono all'erta pertanto pericolo per se stessi e per gli altri. Penso si debba alternare la presenza continua di salvataggio delle piscine termali con uscite alternate all'aria aperta e finito il lavoro aspettare un oretta sempre all'aria aperta prima di mettersi alla guida di qualsiasi mezzo. Sergio Morando Lesegno. |