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Piu' tutela per i lavoratori esposti a campi elettromagnetici
La Commissione europea si è felicitata con il Consiglio europeo per l’accordo, raggiunto nei giorni scorsi, sulla legislazione che mira alla protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori esposti ai campi e alle onde elettromagnetiche.
La legislazione impone ai datori di lavoro di valutare i rischi per i dipendenti derivanti dai campi elettromagnetici emessi, per esempio, dalla produzione di energia, dalle antenne radio e TV, dalle antenne di telefonia mobile, dalle installazioni radar o dai forni utilizzati nelle industrie metallurgiche.
La direttiva indica gli aspetti che devono essere considerati nella valutazione dei rischi, per esempio certi effetti diretti ed indiretti come l’interferenza con pacemaker o la combustione di oggetti infiammabili.
“I dati scientifici di cui disponiamo - ha affermato il Commissario europeo Anna Diamantopoulou – mostrano che una eccessiva esposizione a campi elettromagnetici può avere gravi conseguenze per la salute dei lavoratori”.
La direttiva prevede misure di protezione che mirano a proteggere la salute dei lavoratori, in particolare contro le correnti elettriche indotte nel corpo, l’assorbimento di energia termica prodotta dai campi elettromagnetici.
La direttiva fissa valori massimali di esposizione e stabilisce i valore ai quali i datori di lavoro devono adottare misure di prevenzione.
In base ai risultati della valutazione il datore di lavoro può essere tenuto ad elaborare un piano di azione che comporti misure tecniche ed organizzative finalizzate a ridurre i valori osservati e ad affiggere segnali di avvertimento nelle zone in cui i valori dei campi elettromagnetici siano troppo elevati.
I datori di lavoro dovranno fornire una adeguata informazione e formazione ai lavoratori esposti al rischio.
Altre disposizioni riguardano i luoghi di lavoro esposti al pubblico.
La proposta si applica a tutti i settori di attività, ma riguarda anzitutto i lavoratori esposti a un rischio elevato di irradiazione.
Tra questi figurano i lavoratori delle industrie pesanti, come l’acciaio o il trattamento metallurgico.
I rischi possono riguardare anche coloro che trascorrono gran parte delle ore lavorative in prossimità di installazioni di diffusione radio e TV, d’istallazioni radar e di telefonia mobile, e anche le cassiere esposte per lunghi periodi ai dispositivi antifurto utilizzati nei magazzini.
La legislazione impone ai datori di lavoro di valutare i rischi per i dipendenti derivanti dai campi elettromagnetici emessi, per esempio, dalla produzione di energia, dalle antenne radio e TV, dalle antenne di telefonia mobile, dalle installazioni radar o dai forni utilizzati nelle industrie metallurgiche.
La direttiva indica gli aspetti che devono essere considerati nella valutazione dei rischi, per esempio certi effetti diretti ed indiretti come l’interferenza con pacemaker o la combustione di oggetti infiammabili.
“I dati scientifici di cui disponiamo - ha affermato il Commissario europeo Anna Diamantopoulou – mostrano che una eccessiva esposizione a campi elettromagnetici può avere gravi conseguenze per la salute dei lavoratori”.
La direttiva prevede misure di protezione che mirano a proteggere la salute dei lavoratori, in particolare contro le correnti elettriche indotte nel corpo, l’assorbimento di energia termica prodotta dai campi elettromagnetici.
La direttiva fissa valori massimali di esposizione e stabilisce i valore ai quali i datori di lavoro devono adottare misure di prevenzione.
In base ai risultati della valutazione il datore di lavoro può essere tenuto ad elaborare un piano di azione che comporti misure tecniche ed organizzative finalizzate a ridurre i valori osservati e ad affiggere segnali di avvertimento nelle zone in cui i valori dei campi elettromagnetici siano troppo elevati.
I datori di lavoro dovranno fornire una adeguata informazione e formazione ai lavoratori esposti al rischio.
Altre disposizioni riguardano i luoghi di lavoro esposti al pubblico.
La proposta si applica a tutti i settori di attività, ma riguarda anzitutto i lavoratori esposti a un rischio elevato di irradiazione.
Tra questi figurano i lavoratori delle industrie pesanti, come l’acciaio o il trattamento metallurgico.
I rischi possono riguardare anche coloro che trascorrono gran parte delle ore lavorative in prossimità di installazioni di diffusione radio e TV, d’istallazioni radar e di telefonia mobile, e anche le cassiere esposte per lunghi periodi ai dispositivi antifurto utilizzati nei magazzini.
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