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Lavoratori laziali attenti alla sicurezza
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Sono attenti all’attività di prevenzione, si dichiarano abbastanza informati sulle tematiche della salute e diagnostica, attribuiscono una grande importanza allo stile di vita come fonte di prevenzione e come possibile concausa nell’insorgenza di malattie patologiche come il tumore.
E’ l’identikit dei lavoratori laziali emerso dall’indagine effettuata all’interno del progetto “Opportunità Salute”, avviato nel 2004 e realizzato dal Comitato Pari Opportunità (Cpo) dell’INAIL insieme ad altri Cpo.
L’indagine ha riguardato 2.754 lavoratori e lavoratrici di vari enti ed aziende laziali.
Il 66% del campione ha dichiarato di aver svolto attività rivolte alla prevenzione dei tumori e di altre patologie, con una forte differenza di comportamenti tra le lavoratrici e i lavoratori: l’80% delle donne contro il 50% degli uomini.
Per quanto riguarda invece i lavoratori che non hanno svolto nessuna pratica di prevenzione le ragioni addotte sono state le seguenti: livello di capitale sociale basso, oneri familiari, residenza in contesti lontani dalla grande città, assenza di esperienze di malattie tra i familiari, scarsa informazione e scarsa fiducia nelle attuali possibilità di diagnosi precoce e di cura dei tumori. Particolarmente diffusa nel campione preso in analisi risulta poi l’abitudine a tenersi informati in materia di salute e prevenzione (78,2% del totale). Anche se il 60% degli intervistati per informarsi utilizza per lo più la radio e la televisione.
Ma che cos’è la salute per i lavoratori laziali? Per l’82,3% del campione essa consiste in un benessere pieno, capace di coniugare mente e corpo. L’importanza degli stili di vita emerge, inoltre, anche dalla risposta alla domanda sull’insorgenza di patologie tumorali. Il 31,6% degli intervistati, infatti, ha attribuito la stessa importanza ai fattori della genetica, dell’ambiente e delle scelte individuali. Per quanto riguarda, infine, la fiducia nelle istituzioni sanitarie la figura più importante in caso di malattia rimane il medico più che la struttura attrezzata. Al medico di fiducia dichiara di rivolgersi, infatti, circa l’80% degli intervistati.
E’ l’identikit dei lavoratori laziali emerso dall’indagine effettuata all’interno del progetto “Opportunità Salute”, avviato nel 2004 e realizzato dal Comitato Pari Opportunità (Cpo) dell’INAIL insieme ad altri Cpo.
L’indagine ha riguardato 2.754 lavoratori e lavoratrici di vari enti ed aziende laziali.
Il 66% del campione ha dichiarato di aver svolto attività rivolte alla prevenzione dei tumori e di altre patologie, con una forte differenza di comportamenti tra le lavoratrici e i lavoratori: l’80% delle donne contro il 50% degli uomini.
Per quanto riguarda invece i lavoratori che non hanno svolto nessuna pratica di prevenzione le ragioni addotte sono state le seguenti: livello di capitale sociale basso, oneri familiari, residenza in contesti lontani dalla grande città, assenza di esperienze di malattie tra i familiari, scarsa informazione e scarsa fiducia nelle attuali possibilità di diagnosi precoce e di cura dei tumori. Particolarmente diffusa nel campione preso in analisi risulta poi l’abitudine a tenersi informati in materia di salute e prevenzione (78,2% del totale). Anche se il 60% degli intervistati per informarsi utilizza per lo più la radio e la televisione.
Ma che cos’è la salute per i lavoratori laziali? Per l’82,3% del campione essa consiste in un benessere pieno, capace di coniugare mente e corpo. L’importanza degli stili di vita emerge, inoltre, anche dalla risposta alla domanda sull’insorgenza di patologie tumorali. Il 31,6% degli intervistati, infatti, ha attribuito la stessa importanza ai fattori della genetica, dell’ambiente e delle scelte individuali. Per quanto riguarda, infine, la fiducia nelle istituzioni sanitarie la figura più importante in caso di malattia rimane il medico più che la struttura attrezzata. Al medico di fiducia dichiara di rivolgersi, infatti, circa l’80% degli intervistati.
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