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Lavoratori extracomunitari più a rischio
E’ stato presentato ieri dal Direttore Regionale Inail per il Lazio il Rapporto annuale regionale relativo al 2002.
Sul territorio del Lazio sono stati denunciati 54.016 infortuni (48.706 nell’industria e servizi, 3.101 in agricoltura, 2.209 conto stato), di cui 96 mortali.
Rispetto all’anno precedente i casi di infortunio sono nel complesso diminuiti del 7,81%, ma si è registrato un aumento del 5,5% dei casi mortali (aumento di 5 casi)
Dopo Roma - con 35.086 infortuni – è Frosinone la provincia laziale con il maggior numero di sinistri denunciati (5.452), seguita da Latina (4.491).
Le attività economiche che presentano il maggior numero di infortuni sono quelle relative ai trasporti (5.481) ed alle costruzioni edili.
All’analisi degli infortuni del settore dei trasporti è dedicata la terza parte del rapporto.
Anche nel Lazio, così come riscontrato a livello nazionale, si è evidenziato un consistente aumento degli infortuni in itinere, in tutti i settori, passati da 1.996 casi nel 2001 a 2.303 casi nel 2002.
In controtendenza rispetto al dato nazionale, che rileva un andamento delle malattie professionali sostanzialmente stabile, in Lazio i casi sono passati da poco meno di un migliaio del 2001 ad oltre 1.400 del 2002, con una netta prevalenza di malattie non tabellate (oltre il 70% del totale).
Anche in Lazio le ipoacusie sono le patologie più frequenti.
Il rapporto ha evidenziato una situazione di maggiore vulnerabilità dei lavoratori extracomunitari nei confronti dei rischi di infortunio, anche in considerazione delle obiettive difficoltà nella applicazione delle norme di prevenzione, e del disagio psico-sociale di cui soffrono.
“La loro scarsa comprensione della lingua, specialmente durante i primi mesi di soggiorno in Italia, riduce o addirittura vanifica la funzione prevenzionale comunemente rivestita dalla segnaletica di sicurezza.
A ciò si aggiungono, spesso, l’inesperienza lavorativa nel settore nel quale sono stati assunti; la quasi totale ignoranza delle norme di sicurezza; l’elevato turn-over, che non favorisce certo l’acquisizione di un adeguato livello di preparazione professionale e di capacità di gestire situazioni di rischio; le eventuali situazioni di disagio psicosociale, che possono portare ad abitudini pericolose, come l’abuso di alcolici”.
Parte 1
Parte 2
Sul territorio del Lazio sono stati denunciati 54.016 infortuni (48.706 nell’industria e servizi, 3.101 in agricoltura, 2.209 conto stato), di cui 96 mortali.
Rispetto all’anno precedente i casi di infortunio sono nel complesso diminuiti del 7,81%, ma si è registrato un aumento del 5,5% dei casi mortali (aumento di 5 casi)
Dopo Roma - con 35.086 infortuni – è Frosinone la provincia laziale con il maggior numero di sinistri denunciati (5.452), seguita da Latina (4.491).
Le attività economiche che presentano il maggior numero di infortuni sono quelle relative ai trasporti (5.481) ed alle costruzioni edili.
All’analisi degli infortuni del settore dei trasporti è dedicata la terza parte del rapporto.
Anche nel Lazio, così come riscontrato a livello nazionale, si è evidenziato un consistente aumento degli infortuni in itinere, in tutti i settori, passati da 1.996 casi nel 2001 a 2.303 casi nel 2002.
In controtendenza rispetto al dato nazionale, che rileva un andamento delle malattie professionali sostanzialmente stabile, in Lazio i casi sono passati da poco meno di un migliaio del 2001 ad oltre 1.400 del 2002, con una netta prevalenza di malattie non tabellate (oltre il 70% del totale).
Anche in Lazio le ipoacusie sono le patologie più frequenti.
Il rapporto ha evidenziato una situazione di maggiore vulnerabilità dei lavoratori extracomunitari nei confronti dei rischi di infortunio, anche in considerazione delle obiettive difficoltà nella applicazione delle norme di prevenzione, e del disagio psico-sociale di cui soffrono.
“La loro scarsa comprensione della lingua, specialmente durante i primi mesi di soggiorno in Italia, riduce o addirittura vanifica la funzione prevenzionale comunemente rivestita dalla segnaletica di sicurezza.
A ciò si aggiungono, spesso, l’inesperienza lavorativa nel settore nel quale sono stati assunti; la quasi totale ignoranza delle norme di sicurezza; l’elevato turn-over, che non favorisce certo l’acquisizione di un adeguato livello di preparazione professionale e di capacità di gestire situazioni di rischio; le eventuali situazioni di disagio psicosociale, che possono portare ad abitudini pericolose, come l’abuso di alcolici”.
Parte 1
Parte 2
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