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ANMIL: un appello per la sicurezza dei lavoratori
«È tempo di passare ai fatti: la prevenzione e la tutela della salute dei lavoratori hanno bisogno di un’azione mirata e determinata». Con questo commento il Presidente nazionale ANMIL Franco Bettoni sottolinea quanto è emerso in modo condiviso dai lavori della 61a Giornata nazionale dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro svoltasi lo scorso 9 ottobre.
È stata una domenica di bilanci e di riflessioni quella in cui l’ANMIL ha celebrato in tutta Italia questa giornata e che, a Roma, per la manifestazione principale ha visto la partecipazione delle massime istituzioni in materia a partire dal Ministro del lavoro Maurizio Sacconi.
Ci ha confortato e dato un forte stimolo a proseguire su questa strada la straordinaria attenzione che i media hanno riservato all’evento parlando di un fenomeno che conta 3 morti al giorno e 2.000 incidenti sul lavoro.
Un’attenzione amaramente conquistata anche a causa della tragedia che qualche giorno prima della Giornata ha colpito il nostro Paese con la morte di 4 operaie a Barletta a seguito del crollo della palazzina in cui lavoravano in nero. Un dramma, l’ennesimo, che ha suscitato sgomento e rabbia da parte di tutti e che ha reso ancora più difficile il compito dei relatori che, di fronte alla numerosa platea intervenuta alla cerimonia, hanno ribadito il proprio impegno a fare di più per il rispetto e la salvaguardia di ogni vita umana.
A partire dal Presidente del CIV dell’INAIL Franco Lotito che ha posto l'accento sulla necessità di integrare una politica di controlli e di aiutare le imprese - specie quelle piccole e piccolissime - a liberarsi dal ricatto dell'illegalità, del lavoro nero e dello sfruttamento. E sempre Lotito ha sottolineato l’importanza del potenziamento della rete sanitaria dell'Istituto sul territorio che consentirà di diventare interlocutore di prima grandezza dei Sistemi sanitari regionali, ma anche dei soggetti privati che operano sul mercato per offrire ai lavoratori infortunati e tecnopatici prestazioni di cura, di riabilitazione, di assistenza medica e di copertura assicurativa sempre più efficaci ed efficienti.
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Decisivo anche l’intervento del Direttore Generale dell’INAIL Giuseppe Lucibello che ha ribadito ancora una volta che l'ANMIL, nella sua veste di soggetto rappresentativo, si configura come interlocutore importante dell'Istituto nella costruzione di percorsi e nella individuazione delle azioni necessarie per la costante evoluzione dell'impianto di tutela delineato nel “Regolamento per l'erogazione di dispositivi tecnici e di interventi di sostegno per il reinserimento nella vita di relazione”, evidenziando la necessità di lavorare insieme per la rilevazione delle esigenze e delle aspettative degli invalidi del lavoro, nella consapevolezza che occorre fare 'rete' in un rapporto di collaborazione che consenta di superare tutte le criticità che possono ostacolare la piena attuazione del principio di solidarietà.
Invece, tra le priorità indicate dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Sacconi è emersa la necessità di una riforma costituzionale in materia di sicurezza sul lavoro, di fissare regole omogenee sul territorio a partire dalle attività ispettive che oggi sono distribuite in servizi sanitari regionali non sempre adeguati. Il Ministro ha poi spiegato che in una logica di indennizzo più adeguato bisogna rivalutare i criteri per il danno biologico, pensare a un meccanismo assicurativo più efficace come il 'bonus malus' e rafforzare il collocamento obbligatorio degli invalidi sul lavoro.
Ma i tempi sono maturi per passare dalle parole ai fatti. Per l’ANMIL, che celebra questa Giornata da 61 anni, è stato un momento di sincera emozione e di orgoglio, un momento per fare i conti con il tempo che è passato, per tirare le somme del proprio impegno quotidiano ma soprattutto per gettare le basi per il lavoro futuro. E, dati alla mano, purtroppo, c’è ancora molto da fare. In un anno circa 30.000 vittime rimangono permanentemente invalide, per un totale di 775.374 infortuni accaduti nel 2010, con una lieve diminuzione degli infortuni tra il 2009 e il 2010 soprattutto per quanto riguarda quelli ‘ in itinere’. Cifre che non tengono minimamente conto dello sconfortante numero di casi per malattie professionali: una realtà di cui si parla raramente, nonostante nel 2010 si sia verificato un incremento delle denunce del 22%, dalle 34.750 del 2009 alle 42.350 dell’anno successivo. Cifre che testimoniano la persistente gravità di un fenomeno che resta una delle principali problematiche del nostro Paese, comportando una spesa complessiva di oltre 35 miliardi di euro l’anno.
Bettoni ricorda la Giornata come un momento di grande coesione sociale nel quale è emerso il lato migliore del Paese, quello che si unisce, che si indigna e che si impegna per una causa comune. Ma ha rappresentato anche un momento di bilanci e, i numeri del fenomeno, la fredda dimensione dietro la quale si nascondono storie e dolori di migliaia di persone ogni anno, non sono affatto confortanti. Dobbiamo essere più decisi e determinati nell’azione di contrasto e dobbiamo farlo tutti insieme.
Quel che l’ANMIL chiede è un’azione determinata a far applicare le norme antinfortunistiche e un maggior impegno in termini di formazione dei lavoratori. Ma ancor più reclama che si metta fine all’ormai inadeguata e obsoleta tutela prevista per le vittime del lavoro, familiari compresi, nonostante l’INAIL nel solo 2010 abbia rendicontato un avanzo di 1,39 miliardi di euro.
A distanza di due settimane i riflettori si sono già spenti e quello che ci auguriamo è che non si riaccendano solo a causa di un’altra, preventivabile tragedia sul lavoro.
Fonte: ANMIL.
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