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Ambienti confinati: l’analisi delle dinamiche infortunistiche

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Lavoratori

30/03/2012

Gli atti di un convegno Inail dedicato agli ambienti confinati e ai rischi correlati per la salute e sicurezza dei lavoratori. Focus sull’analisi post incidentale, sulla normativa e sul concetto di miglioramento continuo in base alle esperienze pregresse.

 
Bologna, 29 Mar – PuntoSicuro si è occupata in questi anni più e più volte della sicurezza negli ambienti confinati, sia per i diversi gravi infortuni mortali, avvenuti spesso con dinamiche molto simili, sia per la pubblicazione di documenti e l’emanazione di nuove normative sul tema. Ad esempio l’emanazione del Decreto del Presidente della Repubblica 14 settembre 2011, n. 177 - un regolamento relativo alle norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, a norma dell'articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 - che è entrato in vigore il 23 novembre 2011.
Normativa che, nata sulla scia dei gravi incidenti del triennio 2008 – 2010, parte proprio dalla constatazione di una carente sensibilizzazione e conoscenza delle criticità legate agli ambienti confinati, spesso associate a carenze in ambito tecnico e organizzativo.
 
Per approfondire il tema dei rischi e delle problematiche di questi particolari luoghi di lavoro è possibile consultare gli atti, pubblicati sul sito dell’ Inail, di un convegno che si è tenuto il 4 maggio 2011 – prima dunque dell’entrata in vigore del DPR 177/2011 – durante la manifestazione “ Ambiente Lavoro” di Bologna.
 

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Il convegno, organizzato dell’Inail e dal titolo “Ambienti confinati e rischi per la salute e sicurezza”, ha offerto l’occasione per un dibattito tra quanti sono impegnati a vario titolo sulla sicurezza degli ambienti confinati, sia a livello istituzionale che aziendale.
Si sono discusse le principali criticità inerenti i rischi presenti, si è parlato ad esempio della presenza di sostanze pericolose e di carenza di ossigeno e del rischio di incendio ed esplosione.
Inoltre sono state presentate soluzioni tecniche, organizzative e procedurali in grado di impedire il ripetersi di eventi drammatici quali quelli accaduti nel recente passato.
 
Rimandando un approfondimento degli altri interventi a futuri articoli di PuntoSicuro, oggi ci soffermiamo brevemente sull’intervento “ Imparare dagli errori: analisi delle dinamiche infortunistiche”, a cura del Dott. Ing. Sebastiano Spampinato (esperto in materia HSE e Prof.
a contratto presso l’Università di Messina).
 
Il relatore rimarcando che “il problema delle attività all’interno di spazi confinati è ormai cronaca dei nostri giorni”, ha ricordato le linee di indirizzo – ad esempio la guida operativa Ispesl sui rischi nell’accesso a silos, vasche e fosse biologiche, collettori fognari,depuratori e serbatoi utilizzati per lo stoccaggio e il trasporto di sostanze pericolose – e la normativa vigente alla data del convegno.
Ad esempio con riferimento all’art. 66 (“Lavori in ambienti sospetti di inquinamento”) del Decreto legislativo 81/2008 o all’articolo 7 (Identificazione e valutazione dei pericoli rilevanti) del DM 9/8/2000 (Linee guida per l'attuazione del sistema di gestione della sicurezza).
 
Il relatore sottolinea inoltre che per migliorare la prevenzione è necessario che ogni evento incidentale sia reso pubblico e ne siano analizzate le cause, per evitare che si ripetano: “per far questo l’analisi post incidentale e la divulgazione dei risultati della stessa sono uno strumento utile ed efficace”.
 
Ad esempio la Direttiva Seveso, “già nell’analisi di rischio degli impianti, ha fatto da tempo tesoro degli eventi incidentali accorsi negli impianti di tutto il mondo, obbligando i Gestori a fornire al Ministero Ambiente (tramite apposita commissione) tutte le informazioni relative all’evento, sia le cause che i rimedi studiati per evitare il ripetersi di eventi simili. Tali informazioni vengono poi pubblicate in apposita banca dati internazionale”. 
 
A questo proposito l’intervento si sofferma sull’articolo 14 della Direttiva 96/82/CE, relativo  alle informazioni che il gestore deve comunicare a seguito di un incidente rilevante.
Gli Stati membri provvedono affinché, non appena possibile dopo che si sia verificato un incidente rilevante, il gestore, utilizzando i mezzi più adeguati, sia tenuto a:
a) informare l'autorità competente;
b) comunicargli, non appena ne venga a conoscenza:
- le circostanze dell'incidente,
- le sostanze pericolose presenti;
- i dati disponibili per valutare le conseguenze dell'incidente per l'uomo e per l'ambiente e
- le misure di emergenza adottate;
c) informarlo sulle misure previste per:
- limitare gli effetti dell'incidente a medio e a lungo termine,
- evitare che esso si riproduca;
d) aggiornare le informazioni fornite, qualora da indagini più approfondite emergessero nuovi elementi che modificano.
L’articolo 19 riporta poi i necessari scambi di informazioni e informazioni sul sistema informativo.
Lo schedario e il sistema informativo contengono almeno:
- le informazioni fornite dagli Stati membri ai sensi dell'articolo 15, paragrafo 1;
- l'analisi delle cause degli incidenti;
- gli insegnamenti tratti dagli incidenti;
- le misure preventive necessarie per evitare il ripetersi degli incidenti.
 
L’autore si sofferma poi anche sull’articolo 30 ( Modelli di organizzazione e di gestione) del Decreto legislativo 81/2008 e sulle Linee Guida UNI-INAIL , dove al punto 5_3 si indica che al verificarsi di un incidente il responsabile di funzione avvia immediatamente le azioni correttive necessarie e segnala l’accaduto e l’intervento attuato al RSGI ed al RSPP.
In particolare le azioni correttive da realizzare, che devono mirare ad evitare il ripetersi degli incidenti/quasi incidenti, sono di tipo :
- tecnico;
- organizzativo;
- procedurale.
A questo proposito l’autore cita anche la norma UNI 10617:2009 (4.5.3 Incidenti, quasi incidenti, non conformità, azioni correttive e azioni preventive) e la BS ohsas 18001: 2007 (4.5.3.1 Analisi degli incidenti).
 
Dunque l’analisi post incidentale è “parte fondamentale dei SGS”: i risultati dell’analisi “diventano elementi base per le migliori tecniche, organizzative e procedurali degli impianti simili, nonché sono alla base della formazione ed addestramento del personale operativo”.
Il relatore ricorda che gli scopi sono dunque due:
- “ miglioramento continuo della sicurezza dei lavoratori nell’ambito dei SGS della stessa azienda;
- individuazione da parte di Terzi di responsabilità, ma anche di carenze normative o migliorie impiantistiche in fase di progettazione”.
 
Il relatore conclude la sua disamina sottolineando che la normativa europea prima, e quella nazionale poi, “hanno recepito il concetto di miglioramento continuo anche in base delle esperienze pregresse”. Esistono infatti banche dati “che diventano utili nel caso di analisi di rischio di tipo statistico e che, contenendo l’elenco degli eventi incidentali con le relative cause e le soluzioni adottate, sono uno strumento di verifica e di miglioramento per tutte le aziende che operano nel settore”.
Tuttavia occorre che i Gestori “adottino una procedura per l’analisi degli incidenti e quasi incidenti, pubblicandone i risultati”. La normativa “individua precise responsabilità ai Datori di Lavoro o Gestori, che non attuano i sistemi di gestione o, in ogni caso, non attuano le migliorie necessarie al ripetersi degli incidenti. Il mancato utilizzo dei modelli organizzativi può costituire aggravante in caso di incidente”. 
 
 
Gli atti del convegno:
 
- “ Ambienti confinati e rischi derivanti da sostanze e atmosfere pericolose”, Dott.ssa Liliana Frusteri, INAIL - INAIL - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (formato PDF, 405 kB);
- “ Procedure di accesso negli spazi confinati”, Ing. Luciano Di Donato, INAIL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza (formato PDF, 6.65 MB);
- “ Imparare dagli errori: analisi delle dinamiche infortunistiche”, Prof. Sebastiano Spampinato, Università di Messina (formato PDF, 54 kB);
- “ Buone prassi aziendali: il caso degli impianti di depurazione”, Ing. Luca Migliori, Gruppo Hera (formato PDF, 2.8 MB).
 
RTM


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Rispondi Autore: Ing. Luigi Fanizzi - likes: 0
28/07/2014 (22:13:15)
Come posso avere gli Atti del Convegno?

Grazie

Ing. Luigi Fanizzi

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