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Adeguamento in materia di sicurezza e salute sul lavoro nel programma di emersione
I datori di lavoro che intendono sanare situazioni di lavoro irregolare, applicando quanto previsto dalla legge 383/2001, oltre a regolarizzare la propria posizione in materia fiscale e contributiva devono adeguare gli insediamenti produttivi alle norme in materia di sicurezza e salute sul lavoro. (Si veda PuntoSicuro n.494).
La legge 383/2001, come modificata dalla legge 73/2002, prevede che il datore di lavoro possa scegliere tra due diverse procedure di regolarizzazione, quella automatica e quella progressiva.
Presentando la dichiarazione di emersione, il datore di lavoro avvia la procedura di regolarizzazione automatica. In materia di salute e sicurezza sul lavoro, gli insediamenti produttivi non a norma dovranno essere adeguati in base a quanto disposto dagli art.20, 21, 24 del D.Lgs. 758/94.
Questo beneficio è esteso anche alle violazioni amministrative e penali in materia ambientale che determinano solo lesione di interessi amministrativi e sono caratterizzate dalla messa in pericolo e non dal danno al bene protetto.
Nel caso di reati contravvenzionali non eliminati al momento della dichiarazione dell'emersione, alla luce di quanto previsto dagli art.20, 21, 24 del D.Lgs. 758/94, il datore di lavoro dovrà effettuare la valutazione dei rischi e redigere il relativo piano di sicurezza aziendale che dovrà essere allegato alla dichiarazione di emersione.
Nel documento non dovranno mancare il programma degli interventi di adeguamento e la descrizione delle strutture da predisporre (ad esempio la squadra antincendio).
In alternativa alla procedura di emersione automatica, il datore di lavoro può decidere di regolarizzare il lavoro nero tramite la procedura progressiva, possibilità introdotta dalla legge 73/2002.
Questa procedura consiste nella presentazione al sindaco del Comune in cui ha sede l'unità produttiva del datore di lavoro (entro il 30 settembre 2002) di un piano di emersione individuale finalizzato a regolarizzare violazioni diverse da quelle fiscali e previdenziali (sicurezza sul lavoro, impatto ambientale, edilizia e urbanistica, ecc.).
La progressiva regolarizzazione di tali violazioni deve avvenire in un tempo non superiore a 18 mesi, prorogabili a 24 mesi in caso di motivate esigenze.
Il datore di lavoro si impegna inoltre a fornire una dichiarazione di emersione dopo l'approvazione del piano da parte del sindaco.
Quando il piano è approvato, al termine della scadenza fissata, il sindaco verificherà l'adeguamento alla normativa.
Nel caso la verifica dia esito positivo la regolarizzazione è da considerarsi avvenuta.
La legge 383/2001, come modificata dalla legge 73/2002, prevede che il datore di lavoro possa scegliere tra due diverse procedure di regolarizzazione, quella automatica e quella progressiva.
Presentando la dichiarazione di emersione, il datore di lavoro avvia la procedura di regolarizzazione automatica. In materia di salute e sicurezza sul lavoro, gli insediamenti produttivi non a norma dovranno essere adeguati in base a quanto disposto dagli art.20, 21, 24 del D.Lgs. 758/94.
Questo beneficio è esteso anche alle violazioni amministrative e penali in materia ambientale che determinano solo lesione di interessi amministrativi e sono caratterizzate dalla messa in pericolo e non dal danno al bene protetto.
Nel caso di reati contravvenzionali non eliminati al momento della dichiarazione dell'emersione, alla luce di quanto previsto dagli art.20, 21, 24 del D.Lgs. 758/94, il datore di lavoro dovrà effettuare la valutazione dei rischi e redigere il relativo piano di sicurezza aziendale che dovrà essere allegato alla dichiarazione di emersione.
Nel documento non dovranno mancare il programma degli interventi di adeguamento e la descrizione delle strutture da predisporre (ad esempio la squadra antincendio).
In alternativa alla procedura di emersione automatica, il datore di lavoro può decidere di regolarizzare il lavoro nero tramite la procedura progressiva, possibilità introdotta dalla legge 73/2002.
Questa procedura consiste nella presentazione al sindaco del Comune in cui ha sede l'unità produttiva del datore di lavoro (entro il 30 settembre 2002) di un piano di emersione individuale finalizzato a regolarizzare violazioni diverse da quelle fiscali e previdenziali (sicurezza sul lavoro, impatto ambientale, edilizia e urbanistica, ecc.).
La progressiva regolarizzazione di tali violazioni deve avvenire in un tempo non superiore a 18 mesi, prorogabili a 24 mesi in caso di motivate esigenze.
Il datore di lavoro si impegna inoltre a fornire una dichiarazione di emersione dopo l'approvazione del piano da parte del sindaco.
Quando il piano è approvato, al termine della scadenza fissata, il sindaco verificherà l'adeguamento alla normativa.
Nel caso la verifica dia esito positivo la regolarizzazione è da considerarsi avvenuta.
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