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Factsheet 91: l'educazione alla sicurezza nell'istruzione universitaria

Una relazione dell’EU-OSHA sull’importanza dell’integrazione della formazione alla SSL (salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) nell’istruzione universitaria. Le difficoltà, i fattori su cui puntare, gli esempi positivi in Europa.

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Non è la prima volta che l’Agenzia Europea per la sicurezza e salute sul lavoro (EU-OSHA) sottolinea la vulnerabilità dei giovani lavoratori nel mondo del lavoro e l’importanza di integrare l’educazione alla sicurezza lavorativa già nel percorso formativo scolastico.




Jukka Takala, direttore dell’Agenzia europea, ricorda che “non si tratta solo di insegnare a bambini e giovani a vivere e a lavorare in modo sicuro”: la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (SSL) “deve diventare realmente parte integrante della gestione e del funzionamento d'impresa, tutti i futuri dirigenti e professionisti necessitano di una formazione sui rischi inerenti al proprio ruolo e alle proprie responsabilità".
È evidente dunque l’importanza dell'integrazione della SSL nell'istruzione universitaria, integrazione che  presenta diverse problematiche:
- mancanza di personale docente universitario con esperienza e/o capacità di insegnamento attivo e partecipativo in materia di SSL;
- carenza di materiale didattico adatto al livello universitario;
- carenza di fondi per sviluppare e fornire una formazione in materia di SSL;
- difficoltà di introdurre metodi attivi di apprendimento pratico per la SSL in un ambiente dominato da metodi di apprendimento teorico.
Tuttavia non mancano esempi positivi in Europa di integrazione della SSL nell'istruzione universitaria.
 
Questi temi sono stati affrontati nel rapporto "Mainstreaming occupational safety and health into university education" (Integrazione della sicurezza e salute sul lavoro nell’istruzione universitaria) e poi riassunti in un documento informativo: “Factsheet 91: integrazione della SSL nell’istruzione universitaria: sfide e opportunità — Sintesi di un rapporto”. 

Nel documento si ricorda che i futuri ingegneri, architetti, professionisti medici e amministratori e dirigenti aziendali dovranno tenere conto degli aspetti della sicurezza e della salute sul lavoro (SSL) nella loro vita lavorativa.

Come portare la formazione sulla SSL nelle Università?
 
Alcuni fattori sembrano favorire l’incontro tra SSL e istruzione universitaria:
- “in settori in cui la normativa nazionale nel campo della SSL attribuisce specifiche responsabilità a determinati professionisti, come quelli coinvolti in progetti di ingegneria civile;
- qualora i requisiti di formazione per i tecnici della sicurezza siano specificati dalla legge e comprendano studi a livello universitario;
- qualora esista un organo accademico locale impegnato nel campo della SSL (ciò sembra più probabile nelle università tecniche);
- qualora l’autorità responsabile della SSL o l’organismo per l’assicurazione sul lavoro abbia un ruolo di formazione che potrebbe includere la fornitura di assistenza alle università;
- nei settori in cui l’università ha specifici doveri nel quadro della SSL, ad esempio quello di garantire la sicurezza degli studenti durante le sessioni in laboratorio e le attività pratiche”.

La relazione sottolinea dunque i fattori di successo, modi e strumenti per favorire l’integrazione:
- “iniziare cercando di coinvolgere alcune persone ricettive e istituzioni con cui collaborare;
- instaurare un rapporto di cooperazione; non essere prescrittivi;
- essere consapevoli delle esigenze curricolari concorrenti e delle pressioni in termini di tempo già esistenti negli studi universitari di primo grado;
- limitare l’insegnamento della SSL ad alcuni aspetti fondamentali;
- integrare le questioni della SSL nei corsi anziché proporle come materia opzionale, soprattutto in caso di limitata possibilità di moduli supplementari;
- fornire materiali didattici in materia di SSL adeguati che siano pertinenti per il settore di studio nei quali sono inseriti e per il modo in cui tale argomento viene insegnato;
- usare casi reali e trovare il modo di introdurre metodi di risoluzione dei problemi, di apprendimento attivo e così via;
- fornire assistenza agli accademici per consentire loro di usare i materiali in maniera efficace;
- sfruttare la necessità di fornire istruzioni di sicurezza per le attività pratiche quale mezzo per introdurre il messaggio di una più ampia cultura di prevenzione tra gli studenti interessati;
- fare uso dell’apprendimento in rete e delle risorse elettroniche per sostenere e integrare l’insegnamento in classe, ma anche per ampliarne la disponibilità per l’apprendimento a distanza;
- per motivare gli studenti, assicurare che lo studio della SSL contribuisca alla votazione finale o al conseguimento di un diploma riconosciuto e così via;
- scegliere il momento giusto. Un ambito professionale universitario o specifico deve essere disposto ad accettare i cambiamenti e il clima deve essere adeguato. Ad esempio, prendere in considerazione la possibilità di avviare discussioni quando si effettuano cambiamenti dei programmi di studio o delle strategie riguardanti i futuri laureati universitari;
- collaborare con le associazioni professionali riguardo ai programmi di studio a livello universitario;
- valutare la possibilità di instaurare partenariati: cooperazione tra università, istituti di ricerca, autorità responsabili della sicurezza, compagnie di assicurazione e industria”;
- promuovere e facilitare in tutto il mondo universitario una strategia in materia di SSL che unisca l’insegnamento della SSL, dell’educazione al rischio e la creazione di un ambiente di lavoro e di apprendimento sano e sicuro per tutto il personale e gli studenti e che coinvolga attivamente il personale e gli studenti nel processo”.

Il documento propone anche diversi suggerimenti:
- “istituire un archivio per condividere le risorse didattiche a livello universitario;
- nei casi in cui si insegni già in una certa misura la SSL, ad esempio per i fattori contestuali menzionati in precedenza, sfruttare questa circostanza come punto di partenza per integrare la SSL in maniera più generale in altre facoltà.;
- nei casi in cui imprese locali cooperino con le università, incoraggiarle a integrare la SSL nelle loro attività per gli studenti (conferenze, visite o tirocini di studenti);
- trarre insegnamento dalle esperienze di integrazione della SSL nell’istruzione scolastica e dalle buone prassi nella formazione di giovani lavoratori e adattarle al livello universitario;
- sfruttare il crescente uso «dell’insegnamento modulare» e creare uno specifico modulo per la SSL;
- adattare i metodi di formazione professionale e le risorse per l’uso a livello universitario;
- incoraggiare i datori di lavoro a identificare le conoscenze in materia di SSL quale fattore nelle assunzioni;
- indurre le scuole di direzione aziendale a includere la SSL e la produttività economica nei loro programmi di ricerca e di conferenze”.

Alcuni esempi di buone prassi sono riscontrabili in Europa:
- in Spagna: l’Università di Salamanca ha colto “l’opportunità di fornire alcune risorse di base nel campo della SSL per tutti gli studenti laureandi su un CD-ROM e su Internet, con il sostegno dell’amministrazione regionale”;
- nel Regno Unito: il Laboratorio per la salute e la sicurezza ha “collaborato con l’Università di Liverpool per includere elementi della SSL nel corso universitario di primo grado di ingegneria, anche attraverso l’uso di metodi di apprendimento attivo e di studi di casi reali”;
- in Germania: “esempi di facoltà interuniversitarie che operano in partenariato per riunire le conoscenze e le risorse necessarie per creare e condividere risorse di apprendimento in rete”.

Per il futuro è necessario definire una strategia per il mondo universitario, una strategia che combini la gestione della SSL per prevenire i rischi nel mondo del lavoro con le conoscenze, competenze e atteggiamenti e comportamenti sicuri tra gli studenti e il personale, ivi compresi i professori e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario.
 
EU-OSHA, “Factsheet 91: integrazione della SSL nell’istruzione universitaria: sfide e opportunità — Sintesi di un rapporto”  (formato PDF, 80 kB).


EU-OSHA, Report "Mainstreaming occupational safety and health into university education" (formato PDF, 2.88 MB).



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