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Tutela degli studenti impegnati nelle attivita' di laboratorio
In seguito ad un infortunio accaduto ad uno studente di un istituto professionale di Cremona durante l'attivita' di laboratorio, la quarta sezione penale della Corte di Cassazione, con la sentenza 526, ha confermato la condanna nei confronti del preside dell'istituto, a 1 milione e 200mila lire di multa, ''per colpa e violazione di norme di prevenzione infortunistica''.
La sentenza si basa sul principio che la legge equipara lo studente a un lavoratore durante le attivita' di laboratorio; e' dovere del capo di istituto, pertanto, attuare tutte le misure per la sicurezza sul lavoro.
Nel caso di inadempienza, il preside e' perseguibile come qualsiasi altro datore di lavoro.
Riguardo al risarcimento la Suprema Corte ha stabilito che lo studente infortunato, come l'operaio, deve essere risarcito applicando le ''misure antinfortunistiche''.
La sentenza si basa sul principio che la legge equipara lo studente a un lavoratore durante le attivita' di laboratorio; e' dovere del capo di istituto, pertanto, attuare tutte le misure per la sicurezza sul lavoro.
Nel caso di inadempienza, il preside e' perseguibile come qualsiasi altro datore di lavoro.
Riguardo al risarcimento la Suprema Corte ha stabilito che lo studente infortunato, come l'operaio, deve essere risarcito applicando le ''misure antinfortunistiche''.
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