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Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'Testo Unico: i compiti della scuola
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A cura di Vincenza Randazzo, Membro del Consiglio Direttivo Nazionale AIFOS.
In tema di sicurezza, l’obiettivo della scuola è quello di promuovere e divulgare ai “lavoratori di domani” la cultura e le azioni di prevenzione indispensabili per partecipare con responsabilità al vivere sociale e civile in coerenza con l’orientamento degli indirizzi comunitari verso la piena affermazione di tali esigenze, e con quelli assunti dal Governo e dalle Parti sociali nel documento programmatico "Carta 2000" (Ministero del Lavoro) per la sicurezza sul lavoro e successivamente dal Ministero della Pubblica Istruzione con la Circolare Ministeriale n. 122 del 19 Aprile 2000.
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È proprio la scuola, il luogo preposto ad offrire la migliore opportunità per la promozione di una vera e propria cultura della sicurezza e della prevenzione, attraverso la valorizzazione dei rispettivi contenuti al fine dell'acquisizione, da parte degli alunni, nonché prossimi datori di lavoro o lavoratori stessi, della piena consapevolezza di una problematica di ampia rilevanza sociale ed educativa, sostanziale e prioritaria delle tematiche in questione e dei conseguenti comportamenti che nella prospettiva di una futura vita lavorativa e privata, si troveranno concretamente ad applicare.
Pertanto la scuola è chiamata per assolvere ad un duplice compito:
- adottare soluzioni tecniche, organizzative, procedurali e comportamentali per eliminare o ridurre i rischi e garantire la sicurezza di tutti gli operatori scolastici e dell'utenza, al fine di mantenere e migliorare la qualità della vita;
- promuovere e divulgare la cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro mediante progetti sperimentali in ambito scolastico e nei percorsi di formazione professionale volti a favorire la conoscenza delle tematiche in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, sulla base dei relativi principi di autonomia didattica e finanziaria, in forma coordinata (per una maggiore sinergia e complementarietà) con l'ISPESL, l'INAIL e l'IPSEMA, e previa stipula di apposite convenzioni (art. 9 del d. lgs. 81/2008).
A tal fine, nell'ambito della Commissione consultiva permanente[1], saranno definite, in coerenza con gli indirizzi individuati dal Comitato[2], le attività promozionali della cultura e delle azioni di prevenzione con riguardo, in particolare, al finanziamento negli istituti scolastici, universitari e di formazione professionale finalizzate all'inserimento di specifici percorsi formativi interdisciplinari alle diverse materie scolastiche volti a favorire la conoscenza delle tematiche della salute e della sicurezza nel rispetto delle autonomie didattiche (art. 11 del d. lgs. 81/2008).
Tali attività saranno svolte nell'ambito e nei limiti delle risorse disponibili degli istituti.
Le amministrazioni centrali e le regioni e province autonome di Trento e di Bolzano, nel rispetto delle proprie competenze, concorrono alla programmazione e alla realizzazione di progetti formativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro, attraverso modalità operative da definirsi in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo n. 81 del 09 Aprile 2008.
Alla realizzazione e allo sviluppo possono altresì concorrere le parti sociali, anche mediante i fondi interprofessionali.
Vincenza Randazzo
[1] La Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro è istituita presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale ed è composta da: a) un rappresentante del Ministero del lavoro e della previdenza sociale che la presiede; b) un rappresentante del Ministero della salute; c) un rappresentante del Ministero dello sviluppo economico; d) un rappresentante del Ministero dell'interno; e) un rappresentante del Ministero della difesa; f) un rappresentante del Ministero delle infrastrutture; g) un rappresentante del Ministero dei trasporti; h) un rappresentante del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; i) un rappresentante del Ministero della solidarietà sociale; l) un rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica; m) dieci rappresentanti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, designati dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano; n) dieci esperti designati delle organizzazioni sindacali dei lavoratori comparativamente più rappresentative a livello nazionale; o) dieci esperti designati delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro, anche dell'artigianato e della piccola e media impresa, comparativamente più rappresentative a livello nazionale.
[2] Il Comitato per l'indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro è istituito presso il Ministero della Salute. Il Comitato e' presieduto dal Ministro della salute ed e' composto da: a) due rappresentanti del Ministero della salute; b) due rappresentanti del Ministero del lavoro e della previdenza sociale; c) un rappresentante del Ministero dell'interno; d) cinque rappresentanti delle regioni e province autonome di Trento e di Bolzano. Al Comitato partecipano, con funzione consultiva, un rappresentante dell'INAIL, uno dell'ISPESL e uno dell'Istituto di previdenza per il settore marittimo (IPSEMA).
Riferimenti normativi:
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Rispondi Autore: vittorio torriero - likes: 0 | 15/05/2008 (10:58) |
una semplice osservazione sull'insegnamento della sicurezza nelle scuole - ritengo che ai ragazzi sarebbe molto più utle insegnare la sicurezza nell'ambiente domestico e la sicurezza stradale - se la formazione scolastica sulla sicurezza del lavoro ottenesse nel futuro una riduzione degli infortuni del 50% avremmo 6/700 morti in meno all'anno, mentre attraverso la formazione scolastica sulla sicurezza in casa e stradale si ottenesse lo stesso 50% di riduzione dei relativi infortuni mortali avremmo, gni anno, 5/6000 decessi in meno. Oltretutto i giovani, oggi più che mai, entrano in età avanzata nel lavoro mentre da subito sono esposti ai rischi in casa e nelle strade. Cordiali saluti V.Torriero |
Rispondi Autore: Mimmo Didonna - likes: 0 | 09/06/2008 (12:10) |
Si spera che veramente, dopo 8 anni, le scuole incomincino a fare cultura della sicurezza. I segnali sono però di segno contrario. A questo scopo potrebbero essere utilizzati i Volontari della sicurezza proposti tempo fa da SPINA. Per incominciare a fare cultura della sicurezza, sarebbe opportuno che anche Punto sicuro incominci a favorire questo processo rendendo libero accesso ai documenti indicati, almeno quelli che riguardano la cultura. Mimmo DIDONNA – www.codacons.it Area tematica “Scuola Sicura” Igiene e sicurezza nelle scuole Fondatore e moderatore lista discussione: http://it.groups.yahoo.com/group/igiene_sicurezza-scuole/ E-mail: codacoba@tin.it |