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Serve un cambiamento culturale per assicurare sicurezza sui luoghi di lavoro
ROMA - “Nel nostro Paese manca una cultura della sicurezza che scongiuri le troppe tragedie quotidiane che vediamo ripetersi spesso con le stesse dinamiche. Promuovere la cultura della prevenzione significa andare oltre alla visione, ancora troppo diffusa, che l’adempimento all’obbligo normativo sia sufficiente per una reale tutela della sicurezza e della salute. È indispensabile stimolare un cambiamento culturale per garantire assiduamente dignità e sicurezza sui luoghi di lavoro in un mondo in rapida evoluzione e con nuove forme di aggressione alla salute”. Così il presidente dell’Inail, Franco Bettoni, in un’intervista rilasciata all’Adnkronos venerdì 30 settembre, in cui ha commentato i dati delle denunce pervenute all’Istituto da gennaio ad agosto 2022.
I dati gennaio-agosto 2022.
“Rispetto allo stesso periodo del 2021 – ha osservato il presidente – si registra un significativo aumento delle denunce di infortunio in complesso (+38,7%) e un calo di quelle mortali. Una traiettoria non rassicurante, risultato della minore incidenza dei decessi da contagio Covid a cui si contrappone un incremento dei casi tradizionali. In crescita sono anche le malattie professionali (+7,9%), un dato talvolta sottovalutato e che impone la medesima attenzione sul fronte della prevenzione e della sensibilizzazione sui rischi che corrono lavoratrici e lavoratori”.
Centrali cooperazione istituzionale, formazione e informazione.
Alla domanda su cosa occorra fare ancora di più per contrastare questo fenomeno drammatico, Bettoni ha risposto che è necessario “mettere al centro dell’azione prevenzionale la persona e il suo benessere attraverso un approccio olistico, da realizzare solo attraverso la condivisione e la leale cooperazione tra istituzioni”. Altri elementi decisivi sono formazione e informazione, “da valorizzare con un metodo efficace, basato su analisi mirata dei rischi, coinvolgimento attivo di tutti gli attori e sul valore della testimonianza delle persone con disabilità da lavoro”.
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L’Inail e il Pnrr.
Riguardo all’impegno dell’Inail, il presidente ha ribadito il sostegno alle imprese per il miglioramento dei livelli di sicurezza aziendale con strumenti come i bandi Isi, “con i quali dal 2010 a oggi sono stati stanziati circa 2,8 miliardi di euro”. Altro asset fondamentale è l’attività di formazione, che “tiene conto anche del decreto legge del 30 aprile scorso, in base al quale, per un’azione efficace di contrasto al fenomeno infortunistico nella fase di realizzazione del Pnrr, l’Istituto promuove appositi protocolli di intesa con aziende e grandi gruppi industriali con programmi straordinari di formazione rivolti a tutti i ruoli aziendali e al personale coinvolto nelle opere infrastrutturali”. Sono stati già sottoscritti accordi con Ferrovie dello Stato e Aeroporti di Roma, a breve sarà siglato quello con Autostrade per l’Italia. Sul potenziamento della connessione tra ricerca e prevenzione, Bettoni ha annunciato la prima edizione del Forum della ricerca, organizzato a Roma dall’Inail a novembre.
I prossimi obiettivi.
Rispondendo alla domanda sugli obiettivi dell’Istituto per il futuro, il presidente ha indicato tra quelli prioritari il miglioramento delle prestazioni economiche per infortunati e tecnopatici e l’ampliamento della platea degli assicurati. “Oltre tre milioni e mezzo di lavoratori non possono accedere alle prestazioni sanitarie ed economiche che eroga l’Inail in caso di infortunio o malattia professionale: ne sono ancora esclusi i medici di famiglia, i medici liberi professionisti, i commercianti titolari di impresa individuale, i volontari della protezione civile e della croce rossa, le forze armate e di polizia e i vigili del fuoco. Stiamo anche lavorando per migliorare la tutela, troppo frammentata, degli insegnanti e degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado”.
L’analisi degli infortuni su strada nell’intervista a Radio 24.
Sabato primo ottobre, nel corso di una conversazione con il programma “Container” su Radio 24, Bettoni si è soffermato specificamente sugli infortuni lavorativi nei trasporti, un settore caratterizzato da elevata incidentalità. “Nel 2021 le denunce sono state circa 48mila, con un aumento del 23,9% rispetto al 2020, e con 179 casi mortali”. Un incremento registrato purtroppo anche nei primi sette mesi del 2022. “I fattori di rischio – ha rilevato il presidente – sono riconducibili a tre categorie: veicolo, ambiente e uomo. Causa o concausa, quest’ultima, nel 92% degli incidenti stradali degli autotrasportatori, dovuti, oltre ai rischi propri della circolazione, anche a esposizione al rumore, movimentazione manuale di carichi e sostanze pericolose, inalazione di vapori e fumi”.
Con l’Albo degli autotrasportatori corsi di guida sicura.
Anche in questo comparto, per Bettoni è fondamentale “aumentare la consapevolezza tra i lavoratori dei rischi che si corrono, anche attraverso un’adeguata formazione”. In proposito, il presidente ha richiamato il protocollo siglato nel 2020 dall’Inail con l’Albo degli autotrasportatori, che prevede corsi teorici e pratici di guida sicura e la possibilità di ottenere sconti sulle tariffe assicurative.
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