Interrogazioni parlamentari sulla FAD (Formazione a Distanza)
La questione dell'esclusione della FAD dalle metodologie didattiche, oltre che essere scandalosa è anche lesiva della libertà personale e del diritto allo studio.
Ormai è un susseguirsi di interrogazioni in parlamento su questo argomento e partiamo dal numero di oggi per dare evidenza a questa questione, taciuta da tutti i media nazionali.
Sul numero di oggi parliamo di FAD per la formazione universitaria mentre sul prossimo numero parleremo di FAD negli ambiti della sicurezza.
“Puntare sulla Formazione a Distanza per allargare il diritto allo studio”.
Americo Porfidia, parlamentare di Italia dei Valori e segretario provinciale di Idv Caserta, si schiera dalla parte degli studenti e delle famiglie che non possono permettersi di pagare gli studi e aggiornamenti fuori sede.
Dal parlamentare Porfidia anche una interrogazione al Ministro Mussi per l’università e la ricerca per sapere quali siano gli strumenti da mettere in campo e quali siano le indicazioni da poter sottoporre agli atenei affinché attivino corsi di FAD.
“Partendo dal presupposto afferma l’on. Porfidia- che l’istruzione è un diritto fondamentale che deve essere tutelato e garantito a tutti i cittadini italiani, ai quali vanno riconosciute pari opportunità di potervi accedere, non possiamo non preoccuparci di quanti vivono una condizione di disagio economica, dovuta anche dal caro vita. Sebbene si continua a focalizzare l’attenzione su possibili interventi a sostegno del meridione, la emorragia di giovani verso le città del centro e del nord Italia, in cerca di lavoro o per studiare nelle varie università, resta uno dei motivi principali del suo impoverimento economico e culturale”. ”I costi per uno studente fuori sede sono sempre più proibitivi ed è per questa ragione che - spiega Porfidia - sfruttando i progressi scientifici soprattutto nel campo della comunicazione a nostra disposizione, abbiamo il dovere di estendere le risorse fino a ieri impensabili”. “La formazione a distanza rappresenta - conclude Porfidia - la possibilità di poter usufruire della formazione sia essa universitaria o di aggiornamento lavorativo senza lasciare la propria casa, i propri paesi d’origine. Con lo sviluppo ed il sostegno della formazione a distanza e nella consapevolezza che alcuni insegnamenti non possono prescindere dalla presenza fisica dello studente e, dunque, da un approccio diretto, a trovar soluzione non sarebbe solo una questione tecnica ma anche e soprattutto un problema di effettiva capacità democratica del nostro sistema: tutti i cittadini italiani avrebbero cioè, le stesse opportunità di crescita senza che questa sia vincolata al bilancio familiare o personale.
Luigi Matteo Meroni, direttore di PuntoSicuro
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