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I risultati della formazione “on the job” nei cantieri Expo 2015

I risultati della formazione “on the job” nei cantieri Expo 2015

Un documento si sofferma sui percorsi di sensibilizzazione e informazione svolti con modalità di erogazione “on the job” nei cantieri di Expo 2015. Il contesto di riferimento, la metodologia utilizzata, gli obiettivi e i risultati ottenuti.

http://www.inail.it/internet_web/wcm/idc/groups/intranet/documents/document/ucm_199828.pdf 
Milano, 8 Ott – È evidente che nel caso della realizzazione dell’Esposizione Universale Milano 2015 ( Expo 2015), la complessità dell’opera, l’urgenza dettata dai tempi necessari a realizzare l’area espositiva, la grande eterogeneità della forza lavoro hanno reso necessario mettere in piedi un progetto ambizioso e complesso di formazione, caratterizzato dalla massima flessibilità operativa.
 
Per realizzare questo progetto è stato sottoscritto il 17 dicembre 2013 un importante protocollo d’intesa tra INAIL Direzione regionale Lombardia e il CPT Sicurezza in edilizia, in rappresentanza degli enti bilaterali, per la “formazione nei cantieri Expo 2015”. E la formazione è stata erogata “on the job, quando serve e dove serve” con una “intensa attività sul campo per osservare le situazioni nei cantieri e i comportamenti dei lavoratori, perfezionare le necessarie competenze professionali e sviluppare la sensibilità ai valori della sicurezza e della legalità”.

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A parlarne è un documento – elaborato da INAIL Direzione regionale per la Lombardia e CPT Milano, Lodi, Monza e Brianza - dal titolo “Expo Book”; una pubblicazione che sintetizza i risultati del progetto di formazione e assistenza tecnica nei cantieri siglato con il protocollo d’intesa.
 
Nel documento si ricorda che la formazione si è rivolta alle imprese “che hanno operato nel cantiere del sito Expo 2015 e negli altri cantieri e opere collegati, con maestranze e tecnici impegnati a realizzare la piastra espositiva che ospita l’evento universale”. Sono stati oltre 2.000 i lavoratori coinvolti nell’attività di monitoraggio comportamentale, a cui sommare i 1.400 lavoratori ai quali è stata erogata la formazioneon the job, e le oltre 600 imprese alle quali è stata garantita l’assistenza tecnica, registrando complessivamente 4.000 ore tra i vari interventi nei cantieri e attività correlate che hanno coinvolto il personale dei due Enti, per un impegno economico sostenuto congiuntamente da INAIL e da CPT che ha superato gli 850.000 euro”.
 
Il progetto utilizzato e il modello formativo sperimentato hanno consentito – come ricordato nell’intervento di Antonio Traficante (Inail), Dario Firsech e Pietro Burgarello (CPT Milano) - di “conseguire risultati positivi su più fronti: l’azione congiunta di più soggetti ha contribuito a contenere l’andamento infortunistico, soprattutto se confrontato con quello di altri cantieri milanesi di media importanza anche se non di simile complessità. Il costante impegno e la presenza in cantiere a supporto di imprese e lavoratori, hanno garantito inoltre da una parte un chiaro contributo in termini di miglioramento dello ‘stato di salute’ del cantiere e dall’altra hanno concorso all’accrescimento della consapevolezza dei valori di ‘percezione e valutazione del rischio’ dei singoli individui”.
 
Vediamo di approfondire la conoscenza della metodologia utilizzata.
 
Come già ricordato, la complessità dei cantieri relativi alla realizzazione del sito, le tipologie di opere da costruire, la limitata presenza di spazi utili alla logistica operativa e il limitato tempo a disposizione, ha portato ad “un intervento di continua assistenza, finalizzata alla prevenzione ed anche alla ricerca tecnica”.
In particolare sono state effettuate, nei cantieri Expo 2015, e in molti cantieri afferenti all’area, iniziative finalizzate all’attivazione dipercorsi di sensibilizzazione e informazione (D.Lgs. 81/2008, art. 36, c. 2) “svolti con modalità di erogazioneon the job’, adattati alle diverse situazioni rilevate in cantiere, ove è stato possibile effettuare l’analisi dettagliata del contesto operativo, quale passaggio prioritario per intervenire rispetto ai concreti bisogni formativi”. E in alcuni casi questa attività di sensibilizzazione e informazione “si è trasformata in veri e propri momenti formativi, svolti in spazi messi anche a disposizione da Expo 2015 S.p.A., ove è stato possibile dibattere su alcune tematiche specifiche di rilevanza operativa in cantiere”.
 
L’obiettivo era quello di attuare una “costante sensibilizzazione alla sicurezza, volta a favorire lo sviluppo di un’attività collegialmente utile ed efficace, in un contesto produttivo con elevata complessità organizzativa, integrando la formazione di base alla sicurezza, con la trasmissione di nozioni legate allo specifico contesto del cantiere, ai vari stadi dell’opera, alle interferenze tra imprese diverse, ecc”. E le attività sono state svolte quasi interamente sul campo con la presenza in cantiere di tecnici che hanno osservato l’organizzazione delle aree e le opere provvisionali, accompagnati da formatori che hanno monitorato i comportamenti dei lavoratori e le interazioni uomo macchina/attrezzature. In caso di comportamenti scorretti o erronee modalità di organizzazione, tecnici e formatori sono intervenuti immediatamente con una continua attività di sensibilizzazione e formazione”.
 
Solo nei casi in cui le problematiche sono state rilevate con una certa frequenza, la formazione in modalità “on the job” è stata effettuata anche in aula “con i preposti e le figure aziendali responsabili dell’organizzazione del cantiere e della sua sicurezza, per risolvere le situazioni di criticità proponendo modifiche organizzative”.
 
Inoltre si segnala che la presenza assidua in cantiere dei tecnici incaricati di seguire il progetto “ha, inoltre, contribuito ad un maggior autocontrollo delle imprese presenti e, in affiancamento alle notevoli attività di vigilanza e di consulenza delle ASL e della DTL, con le quali il confronto è stato periodico, ha indubbiamente avuto come risultato un andamento infortunistico molto minore di quanto ipotizzato all’inizio della costruzione del sito espositivo”. E tale metodologia utilizzata per l’intervento nei cantieri “sarà esportata anche in altre realtà della regione come buona pratica prevenzionale in un modello che è in via di definizione tra la Direzione Regionale dell’Inail ed il coordinamento regionale dei CPT”.
 
Questi gli obiettivi dell’attività svolta:
- “sensibilizzare gli operatori al rischio cui sono sottoposti durante il lavoro, per attivare miglioramenti alle corrette procedure e tendere così alla diminuzione degli infortuni”;
- sviluppare la consapevolezza che la “sicurezza” non è l’insieme di regole “calate dall’alto”, ma il “risultato di un processo articolato di scambio di conoscenze e competenze, attraverso una partecipazione attiva al processo di valutazione dei rischi con chi direttamente è impegnato nella mera esecuzione dei lavori”.
 
Ricordiamo infine che durante gli incontri svolti sul campo, nella metodologia “on the job”, il tecnico CPT coadiuvato da un formatore esperto e in alcuni cantieri da tecnici e medici Inail, “ha fornito consigli riguardo all’individuazione e conseguente analisi dei rischi caratteristici delle lavorazioni in atto, utili al miglioramento delle metodologie di lavoro adottate, nel rispetto delle procedure del POS, e del regolamento di cantiere, analizzato anche durante i tavoli di confronto/riunioni di coordinamento con i diversi soggetti. Contestualmente al rilievo delle condizioni di sicurezza, è stato svolto anche il monitoraggio dei comportamenti dei lavoratori, in maniera da rilevare la differenza tra quelli attuati e quelli auspicabili, anche in funzione delle competenze dei singoli. Le fasi di osservazione sono state fatte mantenendo con i lavoratori un rapporto di fiducia, allo scopo di ottenere una fattiva collaborazione con gli stessi”.
Inoltre l’interazione sul campo “ha consentito di analizzare le procedure realmente in atto raffrontandole con quelle definite a livello aziendale, valutare eventuali scostamenti e comprendere le motivazioni alla base degli stessi. In tal modo si è riusciti a individuare le diverse percezioni del rischio e modi di approccio al lavoro, variabili secondo i livelli sociali e culturali differenti che spesso influenzano i comportamenti dei lavoratori e che in alcune occasioni, determinano aspetti di ostilità verso le regole stabilite e verso coloro preposti a ottenerne il rispetto”. Il monitoraggio, svolto attraverso la definizione preliminare di “standard valutativi”, ha consentito poi di “far emergere gli indicatori utili a valutare quali atteggiamenti operativi necessitavano migliorie, ottenibili tramite interventi informativi mirati, e definire così le migliori strategie formative e i relativi contenuti, per ogni ‘caso’ oggetto di osservazione e verifica”.
 
Concludiamo sottolineando che “ilcoinvolgimento diretto dei lavoratori e il loro atteggiamento proattivo” hanno garantito una “concreta condivisione delle modalità organizzative e di svolgimento dei lavori”, anche in funzione dei vincoli temporali, dell’analisi e valutazione del rischio e delle differenze culturali.
 
 
L’indice del documento:
 
Premessa
La sicurezza dei lavoratori EXPO 2015: il contesto di riferimento
La sicurezza dei lavoratori EXPO 2015: la metodologia utilizzata
La sicurezza dei lavoratori EXPO 2015: le attività realizzate
La formazione nei cantieri EXPO: il contributo della Sovrintendenza Sanitaria Regionale Inail Lombardia
 
 
INAIL Direzione regionale per la Lombardia, CPT Milano, Lodi, Monza e Brianza, “ Expo book”, con i contributi di Antonio Traficante, Elisa De Leonardis, Adriana Macrì, Patrizia Palmieri, Tiziana Taroppio, Claudio Zanin (Inail) e Dario Firsech, Pietro Burgarello, Katia Barbirato e Gabriele Zappa (CPT), settembre 2015 (formato PDF, 15.49 MB).
 
 
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RTM
 
 
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Rispondi Autore: Henryk Webels - likes: 0
08/10/2015 (09:38:25)
Il file allegato "Expo book" non si riesce a scaricare

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