
Formazione primo soccorso: la presenza del medico durante la prova pratica

1. Premessa
La formazione degli addetti al primo soccorso in azienda rappresenta un obbligo imprescindibile per tutelare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, come stabilito dall’articolo 45 del D.lgs. n. 81/2008. Questo articolo costituisce la base normativa per l’organizzazione e la gestione delle attività di primo soccorso, prevedendo disposizioni precise in merito:
Art. 45. Primo soccorso
- Il datore di lavoro, tenendo conto della natura della attività e delle dimensioni dell'azienda o della unità produttiva, sentito il medico competente ove nominato, prende i provvedimenti necessari in materia di primo soccorso e di assistenza medica di emergenza, tenendo conto delle altre eventuali persone presenti sui luoghi di lavoro e stabilendo i necessari rapporti con i servizi esterni, anche per il trasporto dei lavoratori infortunati.
- Le caratteristiche minime delle attrezzature di primo soccorso, i requisiti del personale addetto e la sua formazione, individuati in relazione alla natura dell'attività, al numero dei lavoratori occupati ed ai fattori di rischio sono individuati dal decreto ministeriale 15 luglio 2003, n. 388 e dai successivi decreti ministeriali di adeguamento acquisito il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.
Queste disposizioni stabiliscono un quadro normativo chiaro e dettagliato per i datori di lavoro, sottolineando la necessità di implementare misure concrete per garantire un sistema di primo soccorsoefficace. Il datore di lavoro deve non solo valutare attentamente la natura dell’attività svolta e i rischi specifici correlati, ma anche collaborare con il medico competente (laddove previsto) per predisporre interventi adeguati.
Il comma 1 ribadisce l’importanza di stabilire un collegamento diretto con i servizi esterni di emergenza, garantendo che eventuali infortuni siano gestiti tempestivamente e con il supporto necessario. Questo aspetto è cruciale non solo per i lavoratori, ma anche per tutte le persone presenti sui luoghi di lavoro, come clienti, fornitori o appaltatori.
Il comma 2 pone l’accento sull’importanza delle caratteristiche minime delle attrezzature e dei requisiti formativi del personale. Questi elementi vengono delineati dal Decreto Ministeriale n. 388/2003, che funge da riferimento primario per l’implementazione di misure standardizzate e adeguate alle diverse tipologie di rischio. Questo decreto stabilisce sia i contenuti della formazione pratica e teorica sia i requisiti tecnici delle dotazioni, garantendo una preparazione completa e conforme alle normative vigenti.
Inoltre, la norma prevede che eventuali aggiornamenti o adeguamenti delle disposizioni siano effettuati acquisendo il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. Questo garantisce una costante evoluzione delle regole in funzione delle nuove necessità e tecnologie, mantenendo elevati gli standard di sicurezza.
In sintesi, l’articolo 45 del D.Lgs. n. 81/2008 e il Decreto Ministeriale n. 388/2003 non solo delineano le responsabilità del datore di lavoro, ma offrono anche un quadro normativo integrato che mira a proteggere la salute e la sicurezza di tutti coloro che operano all’interno di un contesto lavorativo.
2. Il Decreto Ministeriale n. 388 e la formazione degli addetti al primo soccorso
L’articolo 3, comma 2, del Decreto Ministeriale n. 388 specifica:
“La formazione dei lavoratori designati è svolta da personale medico, in collaborazione, ove possibile, con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale. Nello svolgimento della parte pratica della formazione il medico può avvalersi della collaborazione di personale infermieristico o di altro personale specializzato.”
Questa disposizione sottolinea la centralità della figura medica nel processo formativo degli addetti al primo soccorso, ponendo particolare enfasi sulla parte pratica. Il personale medico è incaricato di garantire che le esercitazioni siano condotte con la massima competenza, assicurando che i partecipanti acquisiscano le competenze necessarie per affrontare situazioni di emergenza.
La norma stabilisce inoltre che, sebbene il medico possa avvalersi del supporto di personale infermieristico o di altri specialisti, tale collaborazione è limitata al ruolo di supporto e non sostituisce la presenza attiva del medico. Questo aspetto è fondamentale per assicurare che l’addestramento pratico venga condotto con la supervisione diretta di un professionista qualificato, capace di intervenire prontamente per correggere errori o fornire chiarimenti tecnici.
La collaborazione con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale, laddove possibile, rappresenta un valore aggiunto significativo. Questo approccio consente di integrare nella formazione le procedure operative e i protocolli utilizzati dai servizi di emergenza, migliorando la preparazione degli addetti al primo soccorso. Tali sinergie contribuiscono a simulare scenari realistici, aumentando l’efficacia dell’apprendimento pratico.
Infine, l’articolo evidenzia che il personale infermieristico e gli altri specialisti possono occuparsi di attività tecniche, come l’addestramento all’uso del defibrillatore automatico esterno (DAE) o la gestione delle attrezzature, ma sempre sotto la supervisione e la responsabilità del medico. Questa impostazione garantisce un livello di formazione adeguato agli standard previsti dalla normativa, riducendo al minimo i margini di errore e assicurando che gli addetti siano adeguatamente preparati per affrontare le emergenze nei luoghi di lavoro.
3. L'importanza della parte pratica
La formazione pratica degli addetti al primo soccorso riveste un ruolo essenziale per assicurare che le conoscenze teoriche acquisite vengano tradotte in competenze operative efficaci. Essa consente ai partecipanti di apprendere e affinare abilità fondamentali attraverso l’esecuzione diretta di manovre salvavita e tecniche di gestione delle emergenze. Tra le competenze principali che vengono sviluppate vi sono:
- Rianimazione cardio-polmonare (RCP): una tecnica salvavita critica per mantenere la circolazione sanguigna e il flusso di ossigeno verso gli organi vitali in caso di arresto cardiaco. Durante la formazione pratica, i partecipanti imparano a riconoscere i segnali di emergenza e ad applicare compressioni toraciche e ventilazioni in modo corretto ed efficace.
- Utilizzo del defibrillatore automatico esterno (DAE): il DAE è uno strumento indispensabile per trattare l’arresto cardiaco improvviso. La formazione pratica permette ai lavoratori di familiarizzare con il dispositivo, comprendere le sue istruzioni vocali e visuali e utilizzarlo in sicurezza, minimizzando i tempi di intervento.
- Gestione di emergenze mediche: situazioni come traumi, emorragie, ustioni o avvelenamenti richiedono una risposta rapida e appropriata. La formazione pratica offre l’opportunità di simulare scenari reali e imparare tecniche come l’immobilizzazione degli arti, il controllo delle emorragie e la somministrazione di primo soccorso per ferite gravi.
La presenza del medico durante queste sessioni di addestramento è fondamentale per diversi motivi:
- Garanzia di qualità: Il medico supervisiona direttamente le esercitazioni, assicurandosi che le manovre siano eseguite correttamente e in linea con le migliori pratiche sanitarie.
- Feedback immediato: Attraverso la correzione in tempo reale di eventuali errori, i partecipanti possono migliorare rapidamente le loro competenze. Questo feedback è particolarmente prezioso per acquisire sicurezza e precisione nelle manovre.
- Simulazione di scenari complessi: Con il supporto del medico, è possibile ricreare situazioni di emergenza complesse, permettendo ai lavoratori di sperimentare la gestione di eventi critici sotto pressione, in un ambiente controllato.
- Integrazione con i protocolli sanitari: La formazione pratica supervisionata da un medico garantisce che le tecniche insegnate siano aggiornate e conformi ai protocolli sanitari e alle linee guida vigenti, come quelle del Servizio Sanitario Nazionale.
- Preparazione psicologica: Affrontare un’emergenza sanitaria richiede anche una preparazione mentale. Il medico può fornire consigli utili su come mantenere la calma e prendere decisioni rapide ed efficaci in situazioni di stress.
Questa parte del percorso formativo non si limita al semplice addestramento tecnico, ma contribuisce a costruire la fiducia dei partecipanti, fornendo loro le competenze necessarie per agire prontamente e con sicurezza in caso di emergenze reali. Una formazione pratica ben strutturata, accompagnata dalla guida esperta di un medico, può fare la differenza tra un intervento efficace e il rischio di aggravare la situazione in contesti critici.
4. La posizione dell’INAIL
Nel documento tecnico del 2012, l’INAIL chiarisce:
“Quando si afferma che 'il personale medico può avvalersi della collaborazione del personale infermieristico nello svolgimento della parte pratica' è evidente che il legislatore ha considerato la difficoltà del solo medico ad effettuare un addestramento sul campo di tutti i lavoratori coinvolti. Tuttavia, tale collaborazione è finalizzata a supportare il medico, non a sostituirlo. La co-presenza del medico e del personale infermieristico presuppone una formazione in presenza e non a distanza” (INAIL Settore Ricerca, Dipartimento di Medicina del Lavoro, Primo Soccorso: Requisiti e Formazione degli Addetti – Nota tecnica di Papaleo Bruno, Cangiano Giovanna, Sara Calicchia, 2 agosto 2012).
Questo chiarimento rafforza il concetto che la responsabilità formativa è esclusivamente del medico, il quale può delegare attività operative solo sotto la propria supervisione diretta.
5. Vantaggi della supervisione medica
La normativa e la nota tecnica INAIL convergono sull’importanza della supervisione medica durante la formazione pratica, evidenziando i seguenti benefici:
- Supervisione e sicurezza: Il medico monitora le esercitazioni, intervenendo prontamente in caso di errori o situazioni rischiose.
- Garanzia di qualità: La presenza del medico assicura un trasferimento delle competenze pratiche in linea con gli standard sanitari più aggiornati.
- Feedback immediato: Il medico è in grado di correggere direttamente i partecipanti, migliorandone l’apprendimento.
6. Implicazioni per le aziende
Le aziende sono obbligate a organizzare la formazione in conformità alla normativa vigente. Ciò implica:
- Coinvolgere personale medico qualificato nella formazione;
- Garantire la presenza del medico durante le sessioni pratiche, anche se supportate da personale infermieristico;
- Pianificare le esercitazioni in ambienti idonei e sicuri.
7. Conclusioni
La formazione degli addetti al primo soccorso è un pilastro fondamentale per la sicurezza sul lavoro. La presenza obbligatoria del medico durante la parte pratica, come ribadito dal Decreto Ministeriale n. 388 e dal documento tecnico INAIL 2012, è un elemento chiave per garantire un apprendimento efficace e sicuro. Per le aziende, questo non rappresenta solo un obbligo normativo, ma anche un investimento nella salute e nel benessere dei dipendenti. Una formazione ben strutturata e supervisionata può fare la differenza nella gestione delle emergenze, prevenendo conseguenze gravi e salvando vite.
Rolando Dubini, penalista Foro di Milano, cassazionista
Scarica la normativa di riferimento:

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Rispondi Autore: Damiano dr. Carmine ![]() | 24/02/2025 (07:57:09) |
Buongiorno, avv. Dubini non ha sufficientemente enfatizzato la norma (DM 388) laddove stabilisce che "la formazione dei lavoratori designati è svolta da personale medico..". Ciò significa che, anche la parte teorica, è svolta da personale medico... al contrario di quanto avviene da più di un decennio... a nessuno verrebbe in mente di insegnare la parte teorica di ginecologia, otorinolaringoiatria, cardiologia, chirurgia, odontoiatria, oculistica, ecc ecc da un geometra, ancorché abbia seguito un corso accelerato sulla medicina d'urgenza.... detta Primo soccorso aziendale, ancorché per laici... senza offendere i geometri che ben conoscono i triangoli ("del fuoco") e quanto serve per far stare in piedi le case, oppure gli ingegneri che sanno bene come far stare in piedi i ponti. Cordiali saluti. |
Rispondi Autore: Alessandro ![]() | 24/02/2025 (09:10:56) |
Come per tutti i discorsi in termini di professionalità, anche qui si apre un abisso. Sinceramente preferisco come docente un infermiere attivo nell'emergenza/urgenza che un medico generalista che non ha mai realmente effettuato interventi in urgenza e che conosce bene solo la teoria. Più volte mi sono scontrato con medici che durante la formazione per addetti alle emergenze, chiedevano l'applicazione di protocolli oramai superati da anni. |
Rispondi Autore: Elisa ![]() | 24/02/2025 (09:46:31) |
La legge come spesse accade dice una cosa mentre le condizioni reali sono ben diverse; io collaboro da anni come RSPP e come organizzatrice di corsi di primo soccorso con studi medici ma nessun medico competente ha tempo per effettuare la formazione del primo soccorso che viene svolta unicamente (quando questo accade) da medici appena laureati che non sono formatori e che non ambiscono nemmeno a diventarlo. A mio avviso, per passare le nozioni di base del primo soccorso ai lavoratori sarebbe molto più utile avere come docente una persona minimamente formata sui temi da trasmettere (e non ci vuole una laurea in medicina per conoscere la base dell'apparato respiratorio, dell'apparato cardiocircolatorio e del sistema nervoso ) ma che svolga con passione il suo ruolo di formatore! Solo così possiamo pensare che i partecipanti siano coinvolti, che siano soddisfatti del corso svolto e che sappiano entrare in azione in caso di emergenza ! |
Rispondi Autore: Davide ![]() | 24/02/2025 (15:30:54) |
E per quanto concerne il modulo di aggiornamento triennale? il DM 388/2003 dice che "la formazione dei lavoratori designati andra' ripetuta con cadenza triennale almeno per quanto attiene alla capacita' di intervento pratico"; in questo caso la collaborazione del personale infermieristico è limitata al ruolo di supporto oppure può sostituire in toto la presenza attiva del medico, visto che si tratta di "refresh" rispetto a quanto già appreso 3 anni prima da parte di un Medico?? Ergo, un infermiere può svolgere l'attività di docente per un corso di aggiornamento di primo soccorso e firmarne l'attestato in completa autonomia? |
Rispondi Autore: Sara ![]() | 25/02/2025 (07:49:08) |
Un decreto di oltre 20 anni fa che non tiene conto (per ovvi motivi) nè di come si sia evoluto il panorama della formazione nè tantomeno del fatto che oggi trovare un medico (che non sia un pensionato od un neolaureato) disposto a formare per 12-16 ore dei lavoratori sulle prassi di primo soccorso è praticamente un’utopia. |