Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Crea PDF

Quando l’apparenza inganna

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Industria chimica, farmaceutica

21/06/2005

Degradazione non è sinonimo di biodegradazione. Il caso dei sacchetti di plastica degradabili in 36 mesi promossi da una catena di supermercati.

Pubblicità

Un sacchetto di plastica completamente degradabile in 36 mesi non sempre è garanzia di tutela dell’ambiente; il consumatore non deve essere tratto in inganno da messaggi devianti.

Lo sostiene Legambiente che con il Movimento Difesa del Cittadino ha deciso di ricorrere alla commissione Antitrust, ritenendo non trasparente la pubblicità dei nuovi sacchetti per la spesa in plastica degradabile realizzati dalla Coop.
 

Secondo le associazioni il messaggio che viene presentato al consumatore non chiarifica la differenza che esiste tra degradazione e biodegradazione. “Secondo Coop – affermano Legambiente e MDC - i sacchetti contengono un esclusivo additivo innocuo per l’ambiente che garantisce la completa biodegradazione entro 36 mesi. Ma perché non si fa riferimento alla norma armonizzata UNI EN13432 che regola le caratteristiche che devono avere gli imballaggi biodegradabili ai sensi della legge Ronchi.

Il polietilene frammentabile, come quello dei sacchetti distribuiti da COOP, che, lo ricordiamo, si degradano in 36 mesi grazie all’aggiunta di metalli, viene giudicato “pericoloso per l’ambiente e la salute” dall’IBAW, Associazione europea dei ricercatori e produttori di biodegradabili ”.
 

Altro rilievo sulla trasparenza del messaggio riguarda la possibilità di utilizzare i sacchetti per raccolta differenziata ed il compostaggio. Secondo legambiente il messaggio pubblicitario contiene al riguardo “affermazioni confuse”, con le quali  Coop lascerebbe intendere che i sacchi in PE addittivato possano essere utilizzati per la raccolta differenziata dei rifiuti. “Questo è un messaggio molto grave e pericoloso  - afferma legambiente - che ci spinge a chiedere al Ministero dell’Ambiente un immediato intervento affinché questi prodotti, a meno che non si dimostri che rispettano i requisiti indicati dalla UNI EN 13432, vengano esplicitamente vietati nella raccolta differenziata della frazione organica in accordo con le intenzioni della Legge Ronchi e della Direttiva Europea sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio (94/62/EC).”

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Pubblica un commento

Ad oggi, nessun commento è ancora stato inserito.

Pubblica un commento

Banca Dati di PuntoSicuro


Altri articoli sullo stesso argomento:


Forum di PuntoSicuro Entra

FORUM di PuntoSicuro

Quesiti o discussioni? Proponili nel FORUM!