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Attenzione alle allergie alimentari

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Industria alimentare

25/05/2004

Quando una banale torta alle nocciole può tramutarsi in un pericoloso killer: morta in Valtellina una bambina di 11 anni. Come agire per portare soccorso.


Shock anafilattico mortale per una ragazzina a Sondalo, in provincia di Sondrio.

Una bambina di 11 anni sabato pomeriggio si è sentita male dopo aver mangiato un dolce contenente nocciole, alimento al quale, secondo le informazioni raccolte, sarebbe stata allergica.
L’intervento del personale del 118, giunto velocemente sul posto, non è stato sufficiente a salvarla.

Ma come si manifesta e come si può intervenire in caso di “shock anafilattico”?
Lo “shock anafilattico” è una reazione allergica grave, generalmente scatenate da cibi ma anche da farmaci o punture d'insetti.
Si manifesta con il rigonfiamento della gola, della lingua e della trachea. Questo rigonfiamento porta in pochi minuti all’impossibilità per la persona a respirare autonomamente.
Il blocco del passaggio dell'aria ne causa il soffocamento.
È indispensabile chiamare nel più breve tempo possibile il personale sanitario del 118 e distendere la persona a terra. Ora inclinate dolcemente la testa all’indietro per permettere un miglior passaggio dell’aria nella trachea e ascoltate con l’orecchio vicino alla bocca della persona se sentite il respiro. Se possibile, aggiornate continuamente i soccorsi sulla situazione del respiro.

Se non arrivano in tempo i soccorsi, bisogna prepararsi ad eseguire una respirazione artificiale.
Infatti, se non sono disponibili specifici farmaci anti-shock (che tutte le persone soggette a queste allergie dovrebbero sempre portare con se), non è possibile bloccare la reazione allergica.

Quindi, se il respiro cessa, iniziate la respirazione artificiale appoggiando la vostra bocca a quella della persona e insufflando aria per un paio di secondi e per due volte di seguito controllando se vedete il torace sollevarsi.
Poi ricontrollate il respiro e, se necessario, continuate fino all’arrivo dei soccorsi.

Probabilmente, se al momento della crisi allergica della ragazza, ci fosse stata una persona preparata ad eseguire queste semplici regole forse l’epilogo sarebbe stato diverso.
La formazione al primo soccorso dovrebbe essere un bagaglio di conoscenze di tutti i cittadini.
Bene ha fatto, quindi, il nostro legislatore, ha ribadire e a specificare l’obbligo della formazione in tutti i luoghi di lavoro: un lavoratore preparato è anche un cittadino soccorritore.

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