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Siti industriali e salute

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Industria

11/07/2006

I risultati di una indagine, condotta dal CNR, sulla mortalità in una area con siti industriali ad alto rischio.

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Nell’area di Massa e Carrara, una zona con siti industriali ad alto rischio, la mortalità generale e per numerose cause specifiche rimane più elevata rispetto al dato regionale.

Lo rileva un’indagine epidemiologica, pubblicata su Epidemiologia & Prevenzione, condotta dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa e dall’Osservatorio di epidemiologia dell’Agenzia di sanità della Toscana, relativa al periodo 1995-2000.
I dati rilevati sono stati confrontati con quelli di una precedente indagine condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sul periodo 1990-94.

“Come lo studio precedente”, osserva Fabrizio Bianchi, coordinatore della ricerca, “lo studio recente continua a registrare eccessi di mortalità prevalentemente nei maschi, indicativi soprattutto di esposizioni lavorative, mentre alcune cause risultate in eccesso anche nelle femmine sono indicative di possibili esposizioni ambientali, senza escludere il ruolo di fattori socio-economici e di stili di vita”.

L’area presa in esame è caratterizzata dalla lavorazione del marmo, dalla produzione e lavorazione del metallo, dalla fabbricazione di prodotti sia petroliferi raffinati sia chimici e dall’attività cantieristica navale.
La zona industriale apuana, inoltre, comprendeva fino alla seconda metà degli anni ottanta un importante polo chimico, la cui dismissione si è resa necessaria in seguito a una lunga serie di incidenti iniziati nel 1978 e culminati nel 1988 con due esplosioni nel reparto di produzione del pesticida Rogor 3. Dopo dieci anni dalla chiusura degli impianti ANIC-Agricoltura e Farmoplant ed in attesa del completamento delle bonifiche, lo studio conferma nell’area dei comuni di Massa e Carrara un indice di mortalità più elevato rispetto a quella dell’intera regione.

Rispetto ai decessi medi regionali, l’eccesso di mortalità maschile nell’area è di circa il 10%. Entrando in maggior dettaglio si rilevano indici di maggior mortalità maschile, rispetto alla media toscana, molto più ampi: per i tumori al fegato maggiori del 53% a Carrara e del 69% a Massa; per i tumori della laringe del 64% a Carrara e del 52% a Massa, per il tumore della pleura a Carrara del 131%.
Tra le cause non tumorali nei maschi si va dal 60-67% di maggiore mortalità per malattie dell’apparato digerente a Massa e Carrara, soprattutto dovute a cirrosi epatica, mentre le malattie dell’apparato respiratorio sono risultate in eccesso dell’11% a Carrara e del 42% a Massa.
Nelle femmine ha acquistato significatività statistica l’eccesso per il tumore al fegato (59% in più rispetto alla media regionale registrato a Massa, non significativo a Carrara). Tra le cause non tumorali femminili è confermato l’eccesso statisticamente significativo sull’intera area in particolare per la cirrosi epatica (22% in più a Carrara e 97% in più a Massa).

“Questo studio” - afferma Fabrizio Minichilli, ricercatore dell’Ifc-Cnr - “rafforza l’ipotesi di un legame tra esposizioni occupazionali e alcune cause di morte, anche se non si può escludere un contributo di esposizioni di tipo ambientale. Per la cirrosi epatica sembra ipotizzabile un legame con gli stili di vita e i fattori socio-economici. Tutti i dati confermano l’effetto negativo sulla salute umana di esposizioni occupazionali e ambientali in popolazioni residenti in aree con impianti industriali ad alto rischio”.
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