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I rischi ergonomici nelle lavorazioni conciarie
Santa Croce sull’Arno, 23 Nov – Le patologie muscolo-scheletriche sono una delle principali cause di denuncia di malattia professionale nel comparto conciario e per approfondire questo tema, in relazione ad alcune ricerche relative al comparto in questione e alle possibile misure di prevenzione applicabili, torniamo ad occuparci degli atti del convegno “ Sicurezza e salute nelle concerie”.
Durante il convegno - tenuto il 29 settembre 2011 e organizzato dal Dipartimento Prevenzione dell’ Ausl 11 Empoli in collaborazione con associazioni imprenditoriali, sindacali e con il Comune di Santa Croce sull'Arno – un intervento ha affrontato proprio gli aspetti e i rischi ergonomici correlati al comparto conciario.
In “ Rischi ergonomici in alcune lavorazioni conciarie. Valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico e stato di salute dei lavoratori in un campione di aziende del settore scarnatura-spaccatura”, a cura di Luciano Arena (Medico UOS Lavoro e Salute Asl 11 Empoli), si sottolinea che nelle patologie muscolo-scheletriche correlate alle attività lavorative l’elemento determinante tra gli agenti causali è sempre ilsovraccarico biomeccanico connesso ad attività che “comportino posture fisse e/o movimenti ripetitivi, movimentazione manuale dei carichi, scarse o inadeguate pause compensatorie”.
Riguardo al comparto conciario il rischio ergonomico è considerato in particolare in relazione alla scarnatura e spaccatura delle pelli:
- “la scarnatura è un’operazione meccanica di asportazione dal derma del materiale organico in eccesso (tessuto connettivo, grasso, ecc.). Le pelli in trippa vengono fatte passare attraverso i rulli e il cilindro a lame elicoidali della macchina scarnatrice;
- “con la spaccatura viene regolato lo spessore delle pelli: queste vengono tagliate orizzontalmente per ottenere una parte superiore detta fiore e, se la pelle è sufficientemente spessa, uno strato inferiore, detto crosta”.
La relazione si sofferma proprio su un progetto di ricerca che è partito dall’ipotesi che “le lavorazioni di scarnatura e spaccatura potessero costituire un rischio di affezioni muscoloscheletrico per il rachide e l’arto superiore”. A questo proposito in un campione d’aziende, “sia a ciclo completo sia aziende contoterziste, si è effettuata una valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico e verificato lo stato di salute dei lavoratori”
Ricordando che “nelle diverse realtà produttive i fattori che contribuiscono a determinare un rischio sono molto variabili”, il relatore espone il significato di alcuni indicatori:
- “gli indici di rischio sia di sollevamento (IS) che per la movimentazione frequente (OCRA) sono collocati in 5 fasce di rischio crescente”;
- per soglia anamnestica positiva nell’ultimo anno si intende: dolore o fastidio pressoché tutti i giorni (più della metà dell’anno) o dolore (non fastidio) ad episodi secondo uno schema riportato nelle diapositive dell’intervento.
Dopo aver parlato degli indicatori, la relazione si sofferma sui risultati della valutazione - che vi invitiamo a visionare direttamente nel documento agli atti – in relazione a varie postazioni:
- postazione con 2 operatori e pelli prelevate da terra: “il 1° preleva e porge da terra; il 2° scarna e ruota la pelle per completare la scarnatura; la pelle scarnata viene allontanata mediante uno scivolo”. Ad esempio in questo caso sono evidenziate fase di rischio elevato, in funzione del peso della pelle, nell’azione del porgere;
- postazione con 2 operatori e pelli da contenitore: “il 1° operatore preleva la pelle da un altezza di 70 cm e > 90° rispetto la macchina e porge; il 2° scarna la pelle e la dispone su un carrello con un angolo di ca 100°”. In questo i rischi più elevati sono relativi all’attività del secondo operatore;
- postazione con 2 operatori e macchina in alto: “1° op preleva da terra e porge, il rullo è posto a cm 160 dal suolo”;
- postazione con 2 operatori e contenitore pelli a 90°: “1° op preleva da un contenitore posto a 90° rispetto alla macchina; 2° op scarna ruotando e disponendo le pelli su un carrello a 90°”;
- 3 operatori prelievo da terra ad una mano: “1° operatore con una pinza allarga la pelle a terra; 2° e 3° operatore prelevano da terra con una mano la pelle, la posizionano sul rullo, la scarnano ruotandola; la pelle viene allontanata con uno scivolo”;
- postazione con 1 operatore che preleva e scarna: “preleva da terra con due mani, posiziona sul rullo, scarna ruotando. La pelle viene allontanata con uno scivolo”.
Nell’intervento vengono poi offerti dati relativi all’indagine sanitaria relativa a 101 lavoratori visitati. Il controllo sanitario comprendeva: visita medica con questionario specifico rachide ed arto superiore, audiometria, spirometria. Gli addetti alla scarnatura e spaccatura “sono ovviamente la categoria prevalente rappresentando quasi i 2/3 del totale” (altre mansioni presenti: autista, bottalista, …).
Questi alcuni dei risultati riportati:
- disturbi del rachide: sono 31 (30,7%) i lavoratori con una sintomatologia dolorosa al rachide nell’ultimo anno (specialmente il tratto lombare) e sono 19 i lavoratori con disturbi che, presentavano una soglia positiva. Inoltre “alcuni soggetti hanno riferito disturbi in più tratti della colonna”. Si evidenzia come i soggetti con soglia positiva siano prevalentemente addetti alle mansioni di scarnatura ed in parte alla spaccatura;
- disturbi arto superiore: sono 21 (20,7%) i lavoratori con una sintomatologia dolorosa all’arto superiore nell’ultimo anno. Sono 11 i lavoratori con una soglia positiva per l’ arto superiore (10,8%) e svolgono per lo più le mansioni di scarnatore o spaccatore.
Queste alcune considerazioni del relatore:
- “livello di rischio per il rachide alto per pelli di peso maggiore;
- il rischio per l’arto superiore con valori relativamente inferiori, pur presente e alto per pesi elevati;
- incidono soprattutto lo sforzo, l’altezza da cui si prelevano le pelli, le posture incongrue, il combinarsi per lo stesso operatore di più compiti;
- per l’addetto alla macchina il rischio aumenta se bisogna ruotare la pelle e/o riporla sul carrello una volta lavorata;
- sono più numerosi i soggetti con disturbi significativi per il rachide che per l’arto superiore, in linea con quanto osservato per i livelli di rischio;
- è necessario intervenire con modifiche organizzative (per pelli pesanti due operatori) e tecniche della postazione”.
A questo proposito nell’intervento vengono presentate alcune ipotesi di modifiche:
- modifiche relative al punto prelievo;
- ipotesi linea aerea con alimentazione di 2 macchine: “uno o meglio più operatori prelevano le pelli da un piano a 70 cm e le attaccano, tramite pinze, ad una linea aerea; ad un altezza di m 1,20 trasporto automatico sopra la macchina scarnatrice; l’operatore addetto alla scarnatura le stacca e le pone per caduta sul rullo”.
Queste infine le conclusioniriguardo alle azioni necessarie per migliorare la prevenzione e tutela della salute e sicurezza degli operatori:
- “ valutare il rischio non in maniera ‘formale’ ma considerando le postazioni specifiche, specialmente a seguito di quanto emerso dalla sorveglianza sanitaria e obbligatoriamente in presenza di una patologia professionale;
- modificare le specifiche postazioni di ogni azienda avvalendosi anche della collaborazione del medico competente e dei lavoratori;
- orientare la sorveglianza sanitaria sul rischio da MMC e traumi ripetuti anche al fine di individuare i primi segni e sintomi per contrastare la comparsa di una patologia definitiva;
- affrontare la problematica delle idoneità alla mansione considerando che le patologie si presentano in età più avanzata quando è più difficile una nuova collocazione lavorativa;
- coinvolgere tutte le figure aziendali della prevenzione, per una informazione e formazione sul rischio da sovraccarico biomeccanico per il rachide e l’arto superiore”.
“ Rischi ergonomici in alcune lavorazioni conciarie - Valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico e stato di salute dei lavoratori in un campione di aziende del settore scarnatura-spaccatura”, Luciano Arena (Medico UOS Lavoro e Salute ASl 11 Empoli), intervento al convegno “Sicurezza e salute nelle concerie” (formato PDF, 861 kB).
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