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Amianto miscelato con i forconi in reparti non compartimentati
Sono almeno sei i casi di morte e cinque quelli di malattia professionale verificatisi fra il 1990 e il 1998, alla Edilit di Vigodarzere (PD), azienda specializzata in prodotti edili e nella lavorazione di cemento ed amianto.
Questo materiale, dichiarato altamente pericoloso per la salute degli operai già nella legge 455 del 12/4/43, veniva trattato senza le dovute protezioni: gli operai lo avrebbero lavorato a mano, mescolandolo con manici di forcone, in ambiente non compartimentato e sprovvisto di aspiratori, senza l'uso di adeguate mascherine.
Inoltre gli addetti non erano stati informati riguardo ai rischi che quella lavorazione comportava.
Per tali motivi gli operai hanno contratto malattia professionale come l'asbestosi, oppure gravi forme tumorali (neoplasia polmonare, mesotelioma) e bronchiti croniche, in alcuni casi mortali.
Questo e' quanto sostiene l'accusa nel processo a carico dei dirigenti della fabbrica.
I parenti dei deceduti si sono costituiti parte civile, mentre sul banco degli imputati sono finite le persone che fra il 1975 e il 1993 hanno rivestito l'incarico di amministratore delegato della Edilit.
Poiche' i legali di questi ultimi si sono dichiarati disposti a risarcire le parti offese, il processo, aperto il 23 maggio, e' stato aggiornato a novembre.
Questo materiale, dichiarato altamente pericoloso per la salute degli operai già nella legge 455 del 12/4/43, veniva trattato senza le dovute protezioni: gli operai lo avrebbero lavorato a mano, mescolandolo con manici di forcone, in ambiente non compartimentato e sprovvisto di aspiratori, senza l'uso di adeguate mascherine.
Inoltre gli addetti non erano stati informati riguardo ai rischi che quella lavorazione comportava.
Per tali motivi gli operai hanno contratto malattia professionale come l'asbestosi, oppure gravi forme tumorali (neoplasia polmonare, mesotelioma) e bronchiti croniche, in alcuni casi mortali.
Questo e' quanto sostiene l'accusa nel processo a carico dei dirigenti della fabbrica.
I parenti dei deceduti si sono costituiti parte civile, mentre sul banco degli imputati sono finite le persone che fra il 1975 e il 1993 hanno rivestito l'incarico di amministratore delegato della Edilit.
Poiche' i legali di questi ultimi si sono dichiarati disposti a risarcire le parti offese, il processo, aperto il 23 maggio, e' stato aggiornato a novembre.
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