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Imparare dagli errori: quando non si proteggono adeguatamente gli occhi
Brescia, 16 Giu – In “ Imparare dagli errori”, la rubrica di PuntoSicuro dedicata al racconto e all’analisi degli infortuni lavorativi, si siamo soffermati in questi anni più volte sulle problematiche relative aidispositivi di protezione individuale (DPI), dispositivi che nei luoghi di lavoro a volte possono essere inadatti, assenti, non utilizzati, usati male, in cattive condizioni, ...
Dispositivi che - come si può visualizzare nelle schede di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi - non sono quasi mai il principale fattore causale dell’incidente, ma la cui assenza rende l’infortunio possibile o più grave.
Operando una ricerca su INFOR.MO. in relazione ai casi gravi di infortunio correlati ai “dispositivi di protezione individuale e abbigliamento”, compaiono tre diverse categorie:
- uso errato o mancato uso (ma disponibile) di DPI;
- inadeguatezza strutturale o deterioramento di DPI;
- DPI non fornito.
La nostra rubrica si soffermerà nelle prossime puntate proprio sulla prima categoria individuata. Quanti sono i casi di infortunio grave in cui è rilevabile un errato uso o un mancato uso di DPI disponibili in azienda? Sicuramente ancora troppi...
Per aumentare la consapevolezza dell’importanza dell’uso adeguato dei DPI, riporteremo alcuni casi di infortunio e alcune informazioni sui DPI, sul loro uso, sulla scelta e la manutenzione... In queste prime puntate ci occuperemo dei dispositivi per la protezione del viso e degli occhi.
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Il caso
Il primo caso riguarda un infortunio in attività di manutenzione di linee elettriche.
Un manutentore si trova, assieme a due colleghi, in una zona di campagna per effettuare un intervento di manutenzione su un palo di una linea elettrica.
Dopo aver messo in sicurezza il tratto di linea interessato dai lavori (installando su di un palo il dispositivo di messa in corto circuito e a terra), effettua i lavori, e al termine di questi, risale sulla scala a pioli in alluminio appoggiata al palo, per scollegare e recuperare il dispositivo di cui sopra, ma nello scendere a terra, viene colpito da un ramoscello dell'albero che si trova a fianco del palo, riportando un trauma penetrante del bulbo con incarceramento dell'iride nella ferita corneale.
L'infortunato ha riferito successivamente che “probabilmente il ramoscello, dapprima incastrato tra altri rami, per un suo movimento durante la discesa, si liberava, tornando repentinamente nella sua posizione naturale. L'azienda ha fornito ai propri lavoratori, quali DPI, anche degli schermi facciali, ma nelle procedure aziendali non è previsto che questi vengano utilizzati nelle suddette operazioni”. Ma nella valutazione dei rischi, nella scelta dei DPI e nelle procedure aziendali si era tenuto conto di tutti i rischi per i lavoratori?
Questi i fattori causali identificati nella scheda:
- nello scendere dalla scala urta alcuni rami dell'albero presente a fianco del palo;
- schermo facciale non utilizzato.
Il secondo caso riguarda un infortunio con ferita all’occhio sinistro di un lavoratore.
Un lavoratore sta rifinendo una scatola di ferro quando, nel tentativo di rimuovere un eccesso di saldatura con martello e scalpello nuovo, una scheggia di questo eccesso di saldatura colpisce il suo occhio sinistro.
È stato accertato successivamente che il lavoratore utilizzava gli occhiali di protezione in modo non adeguato.
Questi i fattori causali dell’incidente rilevati dalla scheda:
- lo scalpello, nuovo, si scheggiava;
- il lavoratore utilizzava gli occhiali di protezione in modo non adeguato.
La prevenzione
Sono tanti i documenti pubblicati in questi anni che hanno affrontato il tema dei dispositivi di protezione individuale e dell’importanza di utilizzarli adeguatamente per prevenire infortuni più o meno gravi.
Riprendiamo oggi una scheda informativa pubblicata dal Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza in Ambienti di Lavoro (SPISAL) dell’ Azienda ULSS 9 di Treviso dedicata alla protezione degli occhi e intitolata “ Occhiali per la protezione degli occhi contro la proiezione di schegge”.
La scheda ricorda, ad esempio, che in Veneto tra il 2009 e il 2011 sono stati denunciati all’INAIL ben 8.906 infortuni agli occhi, cioè in media circa 3.000 infortuni all’anno. E sicuramente molti infortuni agli occhi non vengono denunciati perché generalmente non comportano lunghe assenze dal lavoro.
Nella scheda si sottolinea che nonostante l’apparente lievità anche lesioni minime agli occhi “possono provocare gravi conseguenze per la vista se insorgono complicanze infettive o si formano cicatrici nella cornea in corrispondenza della pupilla”. Conseguenze che possono determinare “lesioni permanenti indennizzabili (superiori al 5%)”, seri danni alla vista, “fino alla perdita del bulbo oculare”.
Ed è dunque evidente che nei luoghi di lavoro è perciò necessario “adottare sempre tutti gli accorgimenti necessari per proteggere gli occhi”.
La scheda ricorda che “il maggior numero di infortuni denunciati agli occhi negli ultimi tre anni si registra in metalmeccanica (2.334) e in edilizia (1.666)”. E un caso particolare è quello degli agenti chimici: con questi agenti gli infortuni “non sono molto numerosi ma sono spesso gravi” quando sono coinvolte sostante corrosive.
E cosa fare per la prevenzione?
Si segnala che se la prevenzione si basa innanzitutto sull’adozione di misure protettive di tipo collettivo, “per questa tipologia di rischio spesso è inevitabile ricorrere anche all’uso dei dispositivi individuali di protezione”, come occhiali e schermi.
Concludiamo questa breve sottolineatura dell’importanza della protezione degli occhi (su cui ritorneremo in un prossimo imparare dagli errori), riportando le indicazioni della scheda su cosa deve fare, per questa tipologia di prevenzione, il datore di lavoro, il preposto e i lavoratori.
Il datore di lavoro (o il dirigente) deve:
- “valutare i rischi e individuare le misure di protezione più idonee;
- assicurarsi che le attrezzature siano dotate degli schermi di protezione contro la proiezioni di materiali, se previsti (protezione collettiva);
- se necessario usare anche i DPI, esporre la segnaletica che indica l’obbligo di utilizzare gli occhiali protettivi in prossimità del posto di lavoro in cui è presente il rischio;
- fornire i DPI idonei ai lavoratori;
- informare, formare ed addestrare i lavoratori all’uso dei DPI;
- formare i preposti;
- vigilare sulla sicurezza delle attrezzature e sull’uso dei DPI da parte dei lavoratori”.
Cosa deve fare invece il preposto:
- “vigilare sull’uso dei DPI da parte dei lavoratori;
- segnalare al datore di lavoro (o al dirigente) le deficienze dei DPI e ogni condizione di pericolo di cui venga a conoscenza”.
E i lavoratori devono:
- “osservare le disposizioni aziendali ai fini della protezione collettiva e individuale;
- utilizzare correttamente i DPI;
- segnalare al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei DPI e ogni condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza;
- non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o segnalazione o controllo;
- partecipare ai programmi di formazione e addestramento”.
Infine i lavoratori autonomi devono:
- “utilizzare correttamente DPI idonei rispetto al rischio”.
Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 475 e 3703 (archivio incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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