Imparare dagli errori: quando gli occhiali sono inadeguati
Brescia, 9 Feb – Nei mesi scorsi la rubrica “ Imparare dagli errori”, dedicata al racconto e all’analisi degli infortuni lavorativi, si è ampiamente soffermata sulle problematiche relative ai dispositivi di protezione individuale (DPI) con particolare riferimento alle situazioni e agli infortuni in cui tali DPI non erano utilizzati o erano usati in modo errato.
Tuttavia, come sappiamo attraverso gli articoli del nostro giornale e la cronaca dei tanti, troppi infortuni lavorativi, a volte i dispositivi di protezione individuale non solo non vengono utilizzati, ma neanche vengono forniti in dotazione ai lavoratori. Mentre in altri casi i DPI sono utilizzati ma non sono adeguati al rischio da cui proteggersi o sono inidonei a causa delle dimensioni/taglia, del deterioramento del dispositivo, della mancata manutenzione e/o sostituzione.
E nelle schede di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi – una delle categorie presenti riguardo ai casi gravi di infortunio raccolti, correlati ai “dispositivi di protezione individuale e abbigliamento”, è proprio relativa alla “inadeguatezza strutturale o deterioramento di DPI”.
La nostra rubrica si sofferma oggi e nelle prossime settimane proprio sui casi inseriti in questa seconda categoria (la terza categoria riguarda invece i casi di DPI non fornito) partendo, in questa prima puntata, dai problemi relativi ai dispositivi per la protezione del viso e degli occhi.
I casi
Il primo caso riguarda un infortunio avvenuto presso una ditta che si occupa della lavorazione, confezionamento, pastorizzazione ed etichettatura di prodotti ittici.
Una lavoratrice, con la mansione di operaia generica, interviene in tutte le fasi del ciclo di lavorazione: dal lavaggio dei contenitori alla conservazione e confezionamento manuale dei prodotti ittici.
Un giorno mentre carica il cestello di lavaggio della lavastoviglie industriale, accorgendosi che il detergente è finito, procede alla sostituzione dello stesso con un contenitore pieno.
Dopo aver indossato gli occhiali e svitato il tappo, poggia a terra frettolosamente il contenitore e viene colpita al volto da un getto di detergente che esce per il contraccolpo.
Durante questa manovra gli occhiali scivolano sul naso lasciando scoperti gli occhi: da questo incidente la lavoratrice riporta una causticazione corneo-congiuntivale dell'occhio sinistro.
Questi i fattori causali identificati nella scheda:
- la lavoratrice poggiava frettolosamente il contenitore del detergente privo di tappo;
- gli occhiali scivolavano in avanti.
Il secondo caso riguarda un infortunio avvenuto in un cantiere edile allestito per la realizzazione di un fabbricato industriale.
Un lavoratore, addetto alla mansione di manovale, dopo aver tolto delle tavole di contenimento di una trave in cemento armato, si accinge a piegare dei chiodi di acciaio rimasti conficcati nella trave.
Mentre effettua tale operazione, una scheggia di chiodo lo colpisce dal basso verso l'alto all'occhio sinistro e, nonostante gli occhiali di protezione, gli procura una ferita penetrante irido - corneale.
Questi i fattori causali dell’incidente rilevati dalla scheda:
- nel piegare il chiodo di acciaio, una scheggia lo colpiva all'occhio;
- nonostante gli occhiali una scheggia lo colpiva all'occhio.
La prevenzione
Dopo aver dato diverse informazioni, nelle puntate di “ Imparare dagli errori”, sulla protezioni degli occhi, per avere ulteriori indicazioni sui dispositivi per la protezione di viso e occhi, possiamo fare riferimento al progetto multimediale Impresa Sicura.
Un progetto - elaborato da EBER, EBAM, Regione Marche, Regione Emilia-Romagna e Inail - che è stato validato dalla Commissione Consultiva Permanente per la salute e la sicurezza come buona prassi nella seduta del 27 novembre 2013 e che ha prodotto un corposo documento – dal titolo “ ImpresaSicura_DPI” - sui Dispositivi di Protezione Individuale nel documento
Questo documento sottolinea, ad esempio, che gli occhi sono protetti mediante occhiali di protezione o protezioni da fissare sugli occhiali e la protezione del viso avviene per mezzo di visiere o schermi di protezione.
Queste dunque le tre principali tipologie di DPI per la protezione di occhi e viso:
- occhiali di protezione: “sono formati dalla montatura, che deve posizionarsi in modo perfetto sul volto, e dalle lenti (UNI EN 166), la cui dimensione determina l’ampiezza del campo visivo. La presenza di ripari laterali evita la penetrazione laterale sia di sostanze che di radiazioni. In commercio si trovano occhiali di protezione con ripari laterali dotati di aperture per l’aerazione. Sia la montatura che le lenti devono mantenere le loro caratteristiche al variare della temperatura e dell’umidità (anche dovuta al sudore), e quindi devono essere costituiti con materiali non deformabile né infiammabile, e contemporaneamente non nocivi per la salute”;
- maschere / occhiali a visiera: “fissate direttamente tramite bardatura al capo o al casco, le visiere proteggono non solo gli occhi ma tutto il volto dalle schegge, dalle sostanze chimiche o radiazioni, ma non forniscono protezione laterale. La finestra della visiera contiene lastre trasparenti, leggere, filtranti, facilmente sostituibili e regolabili”;
- schermi / ripari facciali di protezione: “gli schermi di protezione sono generalmente fissati all’elmetto di protezione o ad altri dispositivi di sostegno, ma non sono completamente chiusi. Devono proteggere dalle schegge, dagli schizzi, dalle scintille, dal calore radiante e dalle sostanze chimiche e devono essere difficilmente infiammabili. Alcuni schermi hanno lastre di sicurezza trasparenti con azione filtrante. Una lamina posizionata nella parte interna dello schermo protegge dalle scariche elettrostatiche. Gli schermi a mano sono formati da una costruzione in materiale leggero con apertura per lastra scambiabile. Vengono tenuti con la mano e salvaguardano gli occhi, il viso e parti del collo da materiali scagliati, spruzzi e radiazioni. Le cappe, in diversi materiali, vengono impiegate insieme all’elmetto di protezione o altri dispositivi di supporto. A differenza degli schermi, sono praticamente chiuse, coprono anche la testa e nel caso le spalle e sono munite frontalmente di lastre di protezione trasparenti sollevabili, le quali, a seconda della loro efficacia protettiva, possono presentare anche azione filtrante”.
Nel documento è riportata infine anche un’utile tabella con i criteri di scelta che portano a preferire un dispositivo rispetto l’altro. In ogni caso nella scelta del tipo di protezione, con riferimento ai rischi correlati alla proiezione di corpi solidi, occorre tener conto anche dei seguenti elementi:
- “proiezione di corpi solidi a bassa energia: in questo caso gli occhiali a stanghetta sono da ritenersi idonei;
- proiezione di corpi solidi a media energia: in questo caso gli occhiali a maschera sono da ritenersi idonei;
- proiezione di corpi solidi ad alta energia: in questo caso gli schermi facciali sono da ritenersi idonei”.
Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 4348 e 4351 (archivio incidenti 2002/2012).
Tiziano Menduto
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Rispondi Autore: Harleysta - likes: 0 | 14/02/2017 (08:38:55) |
...ma pensa... |