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Percezione del rischio
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Nelle zone più esposte a rischi naturali, quali ad esempio frane ed esondazioni, assume particolare importanza l’informazione e la formazione della popolazione sui rischi e sui corretti comportamenti per affrontare l’emergenza.
La percezione del rischio da parte della popolazione è stata oggetto di una indagine realizzata in Lombardia, nell’ambito del progetto Rinamed (Rischi Naturali dell’arco del Mediterraneo occidentale), per le province di Lecco e Sondrio, zone particolarmente a rischio.
La popolazione intervistata è risultata cosciente di vivere in zone esposte a rischi naturali, purtropo anche per esperienza personale. Infatti, l’85% ha sperimentato, con o senza danni, un disastro (frane 41% e/o esondazione 40%). Queste esperienze sono sedimentate nella consapevolezza di abitare una zona a rischio di frana (57%), di esondazione (37%) o di incendio (21%).
Riguardo alle attività di informazione, emerge qualche ambiguità; essa è considerata necessaria (43%) o abbastanza importante (47%), eppure il 71% degli intervistati ha dichiarato di non essere mai stato destinatario di questa informazione.
Alla richiesta di indicare una o più persone dalle quali si vorrebbe essere informati sulle attività di prevenzione dal rischio frana, e/o esondazione (possibile più di una risposta), la maggior parte degli intervistati indica il sindaco (68%), seguito dai rappresentanti della protezione civile (48%), dagli esperti (27%), dai rappresentanti della comunità montana (12%) e dai vigili del fuoco (11%).
Ma qual è il grado di conoscenza dei corretti comportamenti in caso di emergenza? A tal riguardo i ricercatori hanno indicato una serie di comportamenti, chiedendo agli intervistati di indicare se fossero o meno corretti in caso di frana.
Ad esempio quello di staccare gas e corrente è un comportamento corretto individuato da un buon numero di persone (circa 55%), così come quello di non scappare in cantina, e di non fuggire verso la montagna o luoghi elevati.
Molta più incertezza sull’uso del telefonino, con ancora troppe persone (12%) che probabilmente si affiderebbero a questo strumento, sovraccaricando le linee con vane chiamate.
I risultati della ricerca saranno presentati nell’ambito di un Convegno “Convivere con i rischi naturali”, in programma a Sondrio sabato 9 ottobre 2004. (per informazioni IREALP (Istituto di Ricerca per l’Ecologia e l’Economia Applicate alla Aree Alpine) Tel. 848.800905).
Nelle zone più esposte a rischi naturali, quali ad esempio frane ed esondazioni, assume particolare importanza l’informazione e la formazione della popolazione sui rischi e sui corretti comportamenti per affrontare l’emergenza.
La percezione del rischio da parte della popolazione è stata oggetto di una indagine realizzata in Lombardia, nell’ambito del progetto Rinamed (Rischi Naturali dell’arco del Mediterraneo occidentale), per le province di Lecco e Sondrio, zone particolarmente a rischio.
La popolazione intervistata è risultata cosciente di vivere in zone esposte a rischi naturali, purtropo anche per esperienza personale. Infatti, l’85% ha sperimentato, con o senza danni, un disastro (frane 41% e/o esondazione 40%). Queste esperienze sono sedimentate nella consapevolezza di abitare una zona a rischio di frana (57%), di esondazione (37%) o di incendio (21%).
Riguardo alle attività di informazione, emerge qualche ambiguità; essa è considerata necessaria (43%) o abbastanza importante (47%), eppure il 71% degli intervistati ha dichiarato di non essere mai stato destinatario di questa informazione.
Alla richiesta di indicare una o più persone dalle quali si vorrebbe essere informati sulle attività di prevenzione dal rischio frana, e/o esondazione (possibile più di una risposta), la maggior parte degli intervistati indica il sindaco (68%), seguito dai rappresentanti della protezione civile (48%), dagli esperti (27%), dai rappresentanti della comunità montana (12%) e dai vigili del fuoco (11%).
Ma qual è il grado di conoscenza dei corretti comportamenti in caso di emergenza? A tal riguardo i ricercatori hanno indicato una serie di comportamenti, chiedendo agli intervistati di indicare se fossero o meno corretti in caso di frana.
Ad esempio quello di staccare gas e corrente è un comportamento corretto individuato da un buon numero di persone (circa 55%), così come quello di non scappare in cantina, e di non fuggire verso la montagna o luoghi elevati.
Molta più incertezza sull’uso del telefonino, con ancora troppe persone (12%) che probabilmente si affiderebbero a questo strumento, sovraccaricando le linee con vane chiamate.
I risultati della ricerca saranno presentati nell’ambito di un Convegno “Convivere con i rischi naturali”, in programma a Sondrio sabato 9 ottobre 2004. (per informazioni IREALP (Istituto di Ricerca per l’Ecologia e l’Economia Applicate alla Aree Alpine) Tel. 848.800905).
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